Ma lo sapete che i dialetti sono davvero strani? Questi intimi linguaggi, che racchiudono più in complicità popoli e comunità, spesso sono davvero intraducibili.
Mi chiedo, alcune parole, da cosa possono essere state tirate fuori.
Voglio dire, prendiamo il mio ad esempio, quello ligure.
Attenzione, innanzi tutto bisogna precisare che non è uguale in tutta la Liguria.
Da Ponente a Levante è simile, ma spesso le a diventano e, le je spariscono, le i si aggiungono e, qualche termine in uso, cambia di parecchio. Indipendentemente da questo, ripeto, torno a chiedermi, chi ha inventato certi termini, che fantasia poteva avere.
Vedete, finchè scrivo una frase tipo: – E’ pronta la cena – tutto è abbastanza semplice. In dialetto diventa – A l’è prunta a senna -. Beh, dai, più o meno si capisce. Se scrivo parole tipo: Telefunu, Scoera (oe si legge come la o chiusa, francese), Signù, Libru, Leitu, Balun, si possono capire sufficientemente, soprattutto ascoltandole; esse si traducono facilmente in: Telefono, Scuola, Signore, Libro, Letto, Pallone…. ma si! Sono facili! E fin qui, quindi, tutto bene.
Ma cosa mi dite se invece vi scrivo termini come: Ghirindun, Miscimì, Merelu, Giaja o Sciumaja, Creuza, Pauta o Pressa, Mascagna? E ovviamente potrei continuare all’infinito.
Ogni dialetto ha queste parole strane e, da dove le hanno tirate fuori, lo sanno solo loro: gli antichi.
Mi pongo questa domanda perchè ora ve le tradurrò e noterete come non c’entrano assolutamente nulla le parole italiane con quelle appena citate in ligure.
Eccovele qui: Ghirindun è il Comodino! Tanti dicono “cumudin” ma è sbagliato, il vero dialetto vuole Ghirindun. Miscimì è l’Albicocca. Merelu la Fragola. Giaja o Sciumaja è il Fiume! Creuza la Mulattiera che scende al mare. Pauta o Pressa è la Fretta che uno ha. Mascagna, l’onda dei capelli, l’Unda, come tanti dicono, è solo quella del mare! Ora cos’ha che fare Mascagna con Onda o Pettinatura? Bah! Vai a saperlo!
E voi, nei vostri dialetti, avete parole incomprensibili? Credo proprio di si. E trovate analogie con la lingua madre? Io penso proprio di no, per alcune, vero?
Bene, dopo avervi dato questa lezione di ligure e resovi quasi poliglotti, vi saluto calorosamente!
A se sentimu preistu! La vostra Pigmy! Squit! (Squit, è invariabile e universale, non preoccupatevi!). Ciao topini.
M.
Haha…che meraviglia! Mia nonna parlava sempre in genovese, bellissimo…io non sono capace, so le parole, ma un’intera conversazione è un’altra cosa! Poi scriverlo è davvero difficile, eh..brava Pigmy, scrivi sempre cose belle! Bacetto!
Tua nonna doveva essere proprio simpatica allora! Proprio l’altra sera ho visto una commedia teatrale in genovese. Mi ha fatto molto ridere, ma quante strambe parole. Si, in effetti sostenere una conversazione intera non è semplice. Allenati dai, così quando ci incontreremo ce ne racconteremo due in ligure. bacetto anche a te.
Eh… la mia esperienza è uguale a quella della nostra Miss!
Conosco parole, ma l’antico veneto è una vera e propria lingua difficilissima.
Se ti dico ‘marangon’ o ‘munega’ capisci di cosa parlo?
O per esempio c’è chi sostiene che la ‘s’, che si pronuncia come una zeta dolce, vada scritta come una ‘x’ e chi invece fa il contrario.
È divertente e affascinante, a mio avviso.
Da noi “munega” vuol dire suora………cosa vuol dire da te? E “marangon”? Bho… Adesso però me lo dici!!!! Sono curiosa… per la scrittura si, è vero i modi di scriverlo sono tanti, io ad esempio non utilizzo il meglio ma con la mia tastiera è tutto quel che posso fare. Miss mi ha spiegato di Word ma non ho capito, comunque….voglio le traduzioni dai!!!
Sei sicura che non sia ‘mOnega’ la ‘monaca’, ovvero la suora?
‘mUnega’, con la ‘U’ è… lo scaldaletto. XD Quello antico, una pentola che si metteva sotto il materasso, piena di braci, per riscaldare le coperte.
Marangon, è il falegname.
Ma tu pensa! Ah!Ah!Ah! Ti assicuro che da noi è mUnega con la U! Mamma mia! Spero non abbiano nessun legame le due parole. Marangon falegname….adesso dimmi tu dov’è l’analogia?! Mah!
uh! il dialetto veneto si dice che parte da Verona e va fino a Fiume, l’attuale Rijeka. Infatti, molte parole croate sono simili al veneto.
Un tempo mio papà si divertiva a sfogliare il mio dizionario dialettale e ogni tanto scoppiava a ridere perché ci trovava parole che aveva sentito nell’infanzia e ormai sparite.
E secondo me, mia nonna non era sorda, parlava un’altra lingua, il dialetto appunto. Se le dicevo “vado dal pistor” capiva subito. Se invece dicevo: “vado dal panettiere” dovevo ripeterlo 2 volte.
Forte! Avevi un dizionario dialettale?! Bellissimo! Pistor-Panettiere. Ma pensa…Da noi si dice Panetè. Mmmmmhmm mi sa tanto che siete più complicati di noi! Ovviamente anche con la mia di nonna accadeva la stessa cosa!
uh! Sì, ce l’ho ancora. Ed è un divertimento. Però a volte consulto anche un dizionario italiano dell’ottocento. Ci avevo scritto un post qualche anno fa. In quel dizionario ci sono parole incredibili, ormai desuete o con un significato diverso. Quella che ricordo più volentieri è questa: straccagelosie.
Che spettacolo! Adesso però devi dirmi cosa vuol dire straccagelosie! Un dizionario dell’800 dev’essere molto affascinante da avere. Scrivi un altro post a riguardo dai!
il post era questo:
http://panirlipe.wordpress.com/2008/04/11/parole-vecchie/
il significato? beh, lo trovi in fondo ma devi anche figurartelo. Insomma, sai cosa sono le gelosie (oltre ai patemi amorosi)?
Ma non ci posso credere Pani, questo dizionario è fantastico! Sapevo che le gelosie possono essere anche le persiane ma lo stracca davanti proprio non capivo… E le definizioni dei numeri? Bellissime! Ti prego, fai un altro post con altre parole è troppo bello! E quella del calcio? O gioco o pedata. Basta. Ah!Ah!Ah! Vorrei possederne uno anch’io!