É lui che ha dato il nome alla valle in cui vivo, dicono alcuni.
Nasce nei pressi del Monte Saccarello ed è lungo circa 40 km. Le sue sfumature sono argentate, i suoi bagliori improvvisi e luccicanti. Dà vita a tutta la vallata. In lui si specchiano il sole e i colori del mondo che mi circondano. É il torrente Argentina. Da qui discendono le veloci trote che lo popolano e i girini, le rane, i ragni d’acqua.
Anche d’estate è sempre freddissimo e limpido, trasparente come il vetro. Si trasforma, si mostra dapprima come cascatella, poi come piccolo ruscello per formare addirittura allegri laghetti nei quali lanciamo i sassolini piatti e ne contiamo i rimbalzi. Scende talvolta arrabbiato e impetuoso, spazzando via tutto con il suo boato assordante, ma è sempre lui che, in minuscoli rigagnoli, dona pace e serenità dalle sue rive.
In alcuni punti è ampio quasi come un fiume, in altri si fa sottile, tanto che basta un solo balzo per attraversarne le sponde.
Passa in mezzo ai monti, procedendo imperterrito e cocciuto verso il mare. Bagna gli ulivi e ne trasporta le foglioline madreperlate contro i suoi scogli. E forma la schiuma schiantandosi contro i massi ruvidi, taglienti, lisci, porosi, bianchi, grigi ed è come se si strofinasse sui letti di muschio.
In certe anse si ferma e resta ghiacciato per mesi. A sud è cos’ mansueto da rappresentare un’ottima dimora per un gran numero di fauna. A nord, invece, è austero: vuole restare solo, senza nulla intorno.
Poi si tuffa, salta, scivola, corre, si ferma e borbotta per qualche secondo. Il suo verso perpetuo ti accompagna ovunque, perchè si ramifica, pur di riuscire a essere sempre presente. I suoi principali affluenti sono l’Oxentina e il Carpasina.
Non potremmo vivere senza lui, con le sue forme sinuose e i suoi allegri mulinelli, grandi come un piatto.
A luglio ci consente di trovare sollievo dalla calura estiva e di bagnarci nelle sue acque gelide, che offrono pozze d’acqua profonde, come nel Lago Verde o nel Laghetto dei Noci di Molini.
A voltesembra rincorrere il vento per superarlo, pretendendo di essere più veloce. Visita i nostri paesi, le nostre campagne. È vicino a lui che, una volta liberatosi del nemico proveniente dal mare, l’uomo decise di costruire le sue case, là dove Sir Torrente lo permetteva. Finalmente si poteva scendere a valle, senza dover per forza stare su picchi irraggiungibili. Si costruirono allora i mulini, i frantoi dalle enormi macine… Si pescavano il pesce e i piccoli gamberi rossi, oggi protetti. Il torrente offriva anche una vasta scelta di giunchi e tantissime altre piante che oggi, purtroppo, scarseggiano.
Ed è guardandolo che si capisce la potenza della natura, la sua sfrontatezza e l’infinita bellezza. Questo è il mio torrente, il protagonista delle mie passeggiate, colui che mi accompagna ogni volta che vi posto qualche foto. Sta al mio fianco, anche se spesso non lo mostro. Lui c’è, è un protagonista silenzioso e, quando sembra essere assente, basta scovarlo tra le fronde di qualche arbusto. Lo sanno bene i camosci, i cinghiali, le volpi, perché è grazie a lui che si dissetano. Lo sanno gli uccelli e gli insetti presso il quale si annidano. E lo so soprattutto io che, insieme alle altre topine, mi ci bagno le zampette.
Una spruzzatina d’acqua fresca a tutti!
M.
Che bel post sorellina! E splendide le immagini….i fiumi mi piacciono molto, ma non per nuotare e bagnarsi, non mi piace l’odore e il peso dell’acqua dolce, sono tipo da sapore di sale!
Bellissima la poesia che hai costruito sulle anse del tuo fiume, bacetto!
Ma grazie Miss, quanti complimenti! I fiumi, i rigagnoli, i torrenti hanno un fascino particolare concordo con te, certo il mare è il mare, nemmeno senza di lui potrei vivere. Mi piace anche solo guardarlo.
Sì, hai usato davvero delle parole molto suggestive per questo post. Si percepisce il tuo amore per questo corso d’acqua.
Un bel post, Pigmy.
Grazie Chagall! Che bel complimento. In effetti mi piace proprio tanto il mio torrente. Grassssie, grassssie.