Topi carissimi, provenendo dalla Valle Argentina, non posso fare a meno di spiegarvi e raccontarvi un’altra bella favola. Una favola vera, che tanti, tanti anni fa è accaduta realmente.
Vi sarete accorti che ultimamente vi parlo spesso del paese di Taggia e c’è un perché. Siamo nel mese di febbraio, tra poco giunto al termine, ed è ovvio che io vi racconti di questo luogo. Ma perchè? Ve lo spiego subito. Tutto gira intorno a un personaggio, chiamato Benedetto Revelli, divenuto poi Santo, che ha salvato la città di Taggia e, ancora oggi, per tutto il mese di febbraio è ricordato tramite feste, manifestazioni, canti, balli, furgari, fuochi d’artificio… insomma, tutto gira intorno a lui. I suoi compaesani, come a credere di non fare abbastanza, rendono omaggio al loro salvatore ogni anno e da tantissimo tempo. Con grande impegno e orgoglio, organizzano numerose attività e manifestazioni. Sarà per questo, cari amici miei, che per qualche giorno vi racconterò del loro talento e la loro devozione.
Prima, però, devo raccontarvi qualcosa che possa farvi comprendere tutto ancora meglio. Ciò che sto per scrivervi è stato stampato da Roberto Bracco e sono le origini di questa lunga manifestazione divisa in tanti altri festeggiamenti settimanali:
“Tra storia e leggenda, risalgono a circa 400 anni fa, quando, il 26 aprile del 1625, il consiglio degli Anziani e il Parlamento di Taggia espresse il voto di costruire un Oratorio in onore del suo Santo Patrono, Benedetto Revelli, tra le altre cose Vescovo di Albenga, facendo solenne promessa di festeggiare in perpetuo, il 12 febbraio di ogni anno, visitando in processione detto Oratorio. È quindi dal 1626 che l’intera città festeggia San Benedetto, abbinando alla cerimonia sacra la Festa dei Fuochi, con accensione di falò in tutte le piazze. La storia indica l’origine di tali festeggiamenti durante la famosa Guerra dei Trent’anni, tra la Repubblica di Genova ed il Ducato di Savoia, quando per la conquista dei territori strategici di Bajardo, in mano ai Genovesi, e di Carpasio, controllato dai Savoia, la Valle Argentina, tra l’aprile e il maggio del 1625, fu teatro di cruenti scontri. All’epoca non si facevano prigionieri, e la conquista dei territori portava a pesanti saccheggi, nonchè a violenti oltraggi verso donne e bambini. Fu così che, nonostante una strenua difesa delle milizie locali, di fronte alle forze preponderanti dei Franco-Piemontesi, il 16 maggio del 1625, Taggia si arrese ai Sabaudi, confidando nel voto fatto precedentemente al patrono San Benedetto affinchè fosse salvata da saccheggi e soprusi. In effetti i Sabaudi si mostrarono clementi, accontentandosi di un donativo e richiedendo l’ospitalità delle proprie truppe e l’omaggio al Duca di Savoia. La leggenda, invece, prendendo spunto dal tipo di festeggiamenti che si protraggono dal 1626 e cioè dalla Festa dei Fuochi, fa risalire le origini allo scampato pericolo di incursioni saracene che, a quei tempi, erano abbastanza frequenti nel Mar Ligure. L’intervento del Santo, che Santo all’epoca ancora non era, che suggerì di accendere dei grossi fuochi in ogni piazza del paese, fu decisivo a convincere i Saraceni, in avvicinamento alle nostre coste, che la città di Taggia era già stata oggetto di saccheggi e quindi a proseguire per altri lidi. Comunque, a prescindere da cosa abbia dato origine ai festeggiamenti in onore di San Benedetto, quello che conta è la passione e l’entusiasmo che la cittadinanza intera mette nell’impegnarsi alla perfetta riuscita della manifestazione che, nel corso degli ultimi anni si è arricchita molto, migliorando sino al punto di meritare l’iscrizione alla F.I.G.S. (Federazione Italiana Giochi Storici) che patrocina solo le migliori manifestazioni in costume d’Italia. E, inoltre, nel 2009 la Duea Film dei fratelli Avati-Roma è venuta a riprendere la nostra manifestazione considerata tra le venti migliori in Italia per trasmetterla sul canale satellitare TV2000 visibile anche in Europa”.
Che dirvi ancora? Non mi resta altro che mostrarvi, ora che tutti questi festeggiamenti sono giunti alla fine almeno per quest’anno, ulteriori post per farvi sognare un mondo a noi sconosciuto. In questi giorni chi entra a Taggia viene catapultato davvero in un’altra epoca! Tutto è studiato e preparato con massima cura e ogni via, ogni persona. ogni casa del paese si trasforma.
Preparatevi!
Un abbraccio.
Pigmy
M.
Brava Pigmy avevo letto in un post precedente che ti saresti occupata nel dettaglio di San Benedetto e vedo che hai mantenuto la promessa! Aspettiamo il seguito… Buona serata 🙂
Ah cara Stravagaria, preparati! Vedrai che seguito! Ne avrai per giorni e sono contenta dei tuoi commenti! Tu aspetta eh?! Un abbraccio.
Brava gioia, che bel post! Non conoscevo la storia di Benedetto Revelli, grazie di averla raccontata! E adesso aspetto altre immagini e racconti su Taggia, che bello!
Bacetto!
Missorellina si, come ho detto a Stravagaria preparati! Avrai tutto il materiale che vuoi per farti affascinare da questa incredibile storia. Mettiti comoda per i prossimi giorni! Baci, baci.
furbo il santo. Accendeva i fuochi, riscaldava il paese e allontanava i saraceni. Ma anche tu ti vesti in maschera?
Ciao Pani! Sei tornato dal viaggio? Già, davvero furbo il Santo hai ragione. Una furbizia che è passata alla storia! No, io non mi vesto, faccio da toporeporter anche perchè praticamente, come dice chi mi conosce, sono vestita tutto l’anno! 🙂 Si sono vestiti alcuni parenti e alcuni amici, compresi ovviamente, tutti gli abitanti di Taggia.
Quanto mi piace questa leggenda!
Bella vero? Spettacolare. Se pensi che ancora adesso la si ricorda… Ha salvato un paese intero, un popolo che tutt’ora gli è riconoscente.