A v’ò vistu fioi zugà, vixin a-a me aiga ciàia, quandu chela cià puela mancu a saxea parlà. Cumpagni cai, a ve sentu, vixin a mi a ve vegu ancù. Tantu cu frae u travajava per inandjate a dote tu ti pregavi u Segnù pe chela madre santa che tropu preistu a se n’è andaita e pe nu faghe fa da sula chelu vou to paie preistu u gh’andixeva da prou. I barbeti i te purtavan via, in scià me riva, i te curgava mia bela fia. E to lagrime amae, i me bagnavan u coe, u te sercava u frae criandu: -Luisa, Luisa, bela me so-. E cu a raveza a ghe respundevu mi: -Ta so a l’è chi, vegnia a salvà- e sempre ciu cianin: – Ta so a l’è chi, vegnitea a pià-. E me aighe i t’abrassa, i te cuna e i te caessa, e quandu au tempuau e gusse cianin i chea i sun lagrime pe tu povea me fia. E a curru int’a Ruinà criandu a tutu u mundu: -Vegnii, vegniila a salvà!- St’aiga mé a se dispea e amaamente a cria p’ina stoia veja che a nu s’è mai adurmia.
Giuseppina Panizzi
È l’acqua del ruscello a parlare e a raccontarvi di un fatto tragico accaduto tanti, tanti anni fa nel vallone di Taggia. E il ruscello parla, spiega, grida aiuto.
Traduzione:
“Vi ho visto bambini giocare vicino alla mia acqua chiara, quando quella chiaccherina nemmeno sapeva parlare. Compagni cari vi sento, vicini a me vi vedo ancora. Mentre il fratello lavorava per prepararti la dote, tu pregavi il Signore per quella madre santa che troppo presto se n’era andata e per non farle fare da sola quel volo, tuo padre presto, le andava appresso. I barbareschi ti portavano via sulla mia sponda, ti coricavano, o bella figlia. Le tue lacrime amare mi bagnavano il cuore, ti cercava il fratello gridando: «Luisa, Luisa, bella sorella mia!» e con le rapide gli rispondevo io: «Tua sorella è qui, vieni a salvarla», poi sempre più piano: «Tua sorella è qui, vienitela a prendere». E le mie acque ti abbracciano, ti cullano e ti accarezzano, e quando al temporale le gocce pianino scendono, sono lacrime per te, povera figlia mia. E corro nella Ruinà gridando a tutto il mondo: «Venite, venite a salvarla!». Quest’acqua mia si dispera e amaramente grida per una storia vecchia che non si è mai assopita.”
Storia usata dal rione San Dalmazzo nella Festa di San Benedetto in una scenetta che ha riportato a galla un episodio che in Taggia tutti conoscono e nessuno dimentica. La leggenda vuole che, andando ancora oggi in quel vallone, l’eco riporti le grida di un uomo che chiama: «Luisa!».
Un abbraccio,
Pigmy.
M.
Che triste leggenda! Fortuna che hai messo la traduzione… Se no potevamo fare un concorso a chi capiva cosa avevi raccontato 😉 chissà cosa veniva fuori! sei una topina davvero molto operosa…
Grassssie…. Hai provato a leggerlo? Non è impossibile, secondo me un pò si capisce ma, certo, con la traduzione è tutta un’altra cosa! Bacetti.
insisto: avete un dialetto proprio strano, eh? Penso che sia più facile studiare il russo
Ma dai! Se provi a leggerlo non è poi così difficile. Vedrai che le parole le capisci! Il russo….addirittura! 🙂
Topina, guarda che Pani non ha tutti i torti, mica è semplice!
Brava stella, sei fantastica…baci!
Ma come? Anche tu? Bhè, Miss, tutti i torti non ve li posso dare! Baci anche a te!
E insomma mica è semplice, i dialetti non lo sono mai, secondo me! Buonanotte gioia!
aiga ciaia= acqua chiara. Dimmi tu come faccio ad arrivarci 🙂
In genovese aegua…forse è più facile! Comunque hai ragione…
Miss ma scusa, da voi non si dice eiga? Bhè, a volte basta cambiar rione che cambia anche la vocale…
No…aegua, sono di questo sono sicura! Poi ti sposti di un metro e nel paese accanto cambia, come dici tu!
Si, in certi punti addirittura eigua. Mah, vai a capirli ‘sti liguri 🙂 ! Buonanotte!
Ma scusa, acqua – aiga, aiga- acqua, dillo insieme a me….vedi? E’ facile no? 🙂 Dai va bene hai ragione.
Scusa, ti ho risposto più sotto
uh! Anche da noi basta spostarsi nei 4 punti cardinali e il dialetto cambia, non solo in alcune parole ma anche nella cadenza
Esatto! Anche parole specifiche: ad esempio soldi. A genova si dice palache, ma da noi non si usa assolutamente. Da noi si dice soudi. Penso che questo accada un pò ovunque.