Il Brugo… lo conoscete? Che pianta straordinaria! Non siete d’accordo? Allora sedetevi comodi così vi racconto qualcosa su di lui che vi farà cambiare idea.
Il Calluna Vulgaris, alias Brugo, è un arbusto perenne che arricchisce di verde scuro quasi tutta la mia Valle. Appartiene alla famiglia delle Ericacee alla quale appartiene anche l’Erica, ma qualcuno ha deciso di separarla e farne una pianta a sè del genere appunto della Calluna. Ma dove si trova precisamente? Nel cuore delle foreste? No. Nasce ai bordi del bosco non solo per delimitarne i confini, ma soprattutto per dire a esso: «Vieni, vieni… fin qua puoi venire. Fin qua va tutto bene, puoi crescere».
È il recinto, è una forma di protezione, di barriera. È colui che incita gli alberi a crescere, anche troppo, a volte! Spesso i Pini, bacchettoni e molto saggi, devono bloccare un po’ questa sua euforia. Se fosse per lui, ci sarebbero solo boschi: niente radure, né sentieri, niente asperità del terreno… «Vieni, vieni! Cresci, cresci!», continua a urlare dalla gioia. Sì, il Brugo è felice. È una tra le piante più contente che ci siano in natura. È l’eterno Peter Pan della foresta, ma per nulla stupido o immaturo. Pensate che, così come aiuta la selva ad incamminarsi, nascere, crescere e arrivare, è anche un valido aiuto per noi nell’affrontare la vita. Pare che abbia la capacità di donare questa forza, un misto di serenità e grinta positiva, nell’attraversare senza paura le negatività, i periodi bui della nostra esistenza. Ha carattere insomma! Topi, stiamo parlando di una pianta che ha grandi proprietà antisettiche e antinfiammatorie. Allevia
il dolore delle ferite eliminando le infezioni… non ditelo alla Malva, che altrimenti si offende, ma il Brugo è davvero bravo quasi quanto lei! «E prova a toccarmi, se ci riesci!», grida il Brugo a ciò che lui ritiene essere un male. Con le sue foglioline puntute difficilmente può essere colpito. Ecco perchè, come vi dicevo, è l’adatto filo spinato della proprietà boschiva e con quei minuscoli ma numerosissimi fiorellini rosa, biancastri o violetti si vanta d’essere anche una perfetta cornice colorata.
M.
Il brugo mi mancava, mai sentito nominare! Ah, se non ci fossi tu!
L’adatto filo spinato della proprietà boschiva? Quindi quando non ho voglia di socializzare basta che mi circondi di brugo 🙂 ? Che bello!
Bacetti!
Mmmmmh, si Miss, più o meno, ma forse da come sento per te ci vuole geraneo e citronella…allontanano “gli insetti fastidiosi”! 🙂 Ah!Ah!Ah! Miss, sei troppo forte!…”…basta che mi circondi di brugo…”, ma come ti escono?! 🙂
Ah, ah vada il geraneo citronella…perfetto per me 🙂
Che ridere!
Si, troppo ridere. E comunque, in quel di Genova, anche il basilico va benissimo Miss!
Meno male che non sono la sola a non aver mai sentito il brugo! In questo periodo mi ci vorrebbe giusto un bel brugo, magari protegge anche gli umani oltre che il bosco 😉
Ma insomma! Ma com’è possibile che nessuno conosce il brugo Stravy! Allora, facciamo così, mi sa, da quel che capisco che anche a te serve un pò di Brugo davvero! Te lo mando, così ti protegge e t’involgia ad andare avanti! 🙂 Un bacione!
uh! Dalle mie parti chiamano così l’erica ma il brugo dovrebbe essere un’erica finta. E le foglioline dovrebbero pure essere buone da mangiare
E ti faccio notare, caro Pani, che il BrUgo ha la U…e in Valle Argentina lo chiamano Bruuuugo… 🙂
Ah! Pensavo lo chiamassero Brugu
Bruuuuguuuuu…aggiungi qualche u, e caspita!
Uh!
Brava Miss, diglielo a stu garsun!
Ma infatti come ho scritto è un’Erica. U bruggu, come diciamo noi in dialetto e come ti ha suggerito Miss, è l’unico della famiglia delle Ericacee del genere Calluna. Le foglie sono buone nelle tisane ma potrebbe avere un effetto eccitante se non sbaglio.
Cara Pigmy,
questo post mette addosso la voglia di farsi una bella passeggiata per i boschi e allontanarsi per un pò dalla vita caotica di tutti i giorni, quindi dal mio punto di vista hai scritto l’ennesimo piccolo capolavoro.
Mi ricordo che da bambino ho letto “Il barone rampante” di Italo Calvino e se non sbaglio c’era il personaggio di Gian dei Brughi, una specie di fuorilegge per il quale il protagonista finiva per simpatizzare. Del resto, per un ricercato che si nascondeva nei boschi, il brugo era proprio un ottimo alleato.
Fabio – Zeneize since 1965. Nel vino la verità, nelle piante la salute.
Caro Fabio, grazie per il complimento. Non dimentichiamoci che il padre di Calvino, il Signor Mario era un fenomenale botanico, chissà che non ci sia qualche legame. Il barone rampante è un libro bellissimo, semplice ma allo stesso tempo grandioso. Sono felice di averti messo addosso la voglia di passeggiare tra i boschi, così ti rilassi e respiri aria buona, puoi farlo, so che sopra Genova ci sono valli incantate. Un abbraccio!
mi è piaciuto tanto questo post, soprattutto il compito assegnato al brugo di cinta vivente del bosco, dalle mie parti invece con questa pianta una volta si fabbricavano scope e ramazze, abilità manuale ormai custodita solo da pochi anziani,
ciao Marina
Ciao Marina! Benvenuta! Hai ragione, con il Brugo si possono fare anche le scope ma purtroppo come dici tu, sono ormai in pochi a saper utilizzare queste e altre tecniche, ed è un peccato. Sono contenta che il mio post ti sia piaciuto grazie, un abbraccio!