In questo periodo, nella mia Valle, si iniziano a preparare le scorte per l’inverno, legna compresa.
Ha piovuto qualche giorno, ma prima, con il caldo che ha fatto, era bella secca e pronta per essere tagliata e sistemata ordinatamente in cataste. I ceppi accatastati assumono solitamente la forma di parallelepipedo triangolare. Si incastrano bene l’uno con l’altro, in questo modo, e si mettono ad ardere nella stufa durante le fredde giornate invernali. In alcuni paesi della Valle Argentina i termosifoni non bastano a scaldare e la stufa a legna è utile anche per cucinare, a fuoco lento, ottimi pranzetti.
Con la motosega vengono tagliati pezzi molto grossi direttamente dall’albero e con l’accetta, in seguito, battendoli su un ceppo bello grosso, vengono creati questi elementi che devono ovviamente essere idonei alla dimensione della stufa. Di solito hanno una forma adatta a qualsiasi contenitore, ma, se ne avete una molto capiente, potrete permettervi ciocchi più grossi. Sono i pezzi da usare quando il fuoco è bello vivo, quando “ha preso”, come si dice in gergo locale.
Prima si utilizzano i ramoscelli secchi e piccolini, le foglie secche e le pigne… quel che si trova nel bosco, insomma. Man mano che il fuoco prende piede, i tocchi di legna possono essere messi più grandi. E’ proprio grazie alla loro forma che la catasta può assumere diversi disegni. Non solo, la forma stessa dell’intera catasta può essere differente: piramidale, a ciocchi paralleli o incrociati, lineare (la più tradizionale, come quella di queste immagini).
Per fare una buona catasta, bisogna osservare diverse norme. Si devono avere dei sostegni laterali, un tettuccio di copertura e un cellophane che la ricoprano durante la pioggia, ma è essenziale lasciare passare l’aria. Inoltre, non bisogna sistemare la legna direttamente sul terreno, altrimenti si inumidisce e, se è possibile, dovreste rivolgerla al sole e in un luogo ben ventilato.
Prima di iniziare, quindi, sistemate sul luogo che avete scelto delle assi di legno o dei mattoni o dei bancali.
Fare una catasta è un arte, sapete? Sembra facile, ma non lo è. E’ come creare una scultura. Ci vuole un attimo per farla crollare o per renderla poco stabile, mentre invece se è ben incastrata, sarà solida come un muro e manterrà questa sua solidità anche man mano che toglierete i pezzi di legna per riscaldarvi. Potete, tra l’altro, renderle più carine o personalizzarle, lasciando ad esempio degli spazi semivuoti, adeguatamente sostenuti, da riempire con fiori o, come usano dalle mie parti, con statue della Madonnina.
Fare una catasta vuol dire anche fare tanti incontri! Alcuni sono piacevoli, finchè si tratta di semplici insetti, altri un po’ meno… So che tanti provano fastidio nell’incontrare miei simili o animaletti striscianti. Lo so, avete ragione, ma credetemi: non c’è niente di più bello di un cumulo di legna. Piace a tutti!
Quando ancora non è accatastata, ma solo tagliata in pezzi e lasciata lì a formare un mucchio disordinato, provate ad andare a dormire: la mattina dopo vedrete quanti amici troverete, mentre vorrete riordinare la vostra legna! Movimenti da ogni dove, sarete circondati. E alcuni di loro hanno anche delle preferenze. Sì, sì. Eh, loro lo sanno che la legna non è tutta uguale. Ha un odore e un sapore diverso da genere a genere, in questo noi topi siamo molto sensibili, ma anche la sua consistenza cambia. Il castagno, per esempio, così come il ciliegio, l’abete, il pioppo, il larice, l’ontano e il pino, hanno un tipo di legno definito dolce e per seccare bene impiega all’incirca un anno, mentre la legna dura è quella di quercia, rovere, olmo, faggio… ed è più difficile da spaccare. Per essicarsi al meglio e diventare anche più leggera impiega a volte addirittura due anni! Poi c’è l’ulivo, un legno molto particolare. Se ne mettiamo un bel blocco nella nostra stufa, possiamo tranquillamente dimenticarcene. Dura tantissimo! E che bello vedere i boscaioli all’opera! Be’… non è che nella mia Valle si incontrino i taglialegna con tanto di camicia a quadri e jeans strappati, alti e muscolosi come quelli film, ma è comunque divertente vederli al lavoro. Con la scure in mano e un solo colpo secco, spaccano, esattamente nel punto in cui volevano, un’intero pezzo di legno. Che maestria con quell’arnese! In un’ora hanno già procurato la legna utile per una settimana di freddo.
Io non ci riesco affatto! Quando mi va bene, e riesco a intaccare il ramo da spezzare, i miei “toc” sul ceppo diventano infiniti, perché il taglio non sprofonda di un solo centimetro. Se non arrivassero in mio aiuto topopapà o topononno, potrei anche morire congelata. Per quest’anno, però, me la cavo ancora.
Pronti per l’inverno, quindi, topi di campagna? Noi qui lo siamo già. So che anche i topi di città trovano questi cumuli di legna molto affascinanti, vero? Così come accade con il fumo che esce dai camini. Che bello è vederlo sollevarsi lieve nell’aria, magari tra tetti ricoperti di neve, e sentire quel buon profumo di bosco nelle nostre narici! Personalmente, non amo molto l’inverno, ma questi scenari colpiscono sempre il cuore.
Buone calde serate allora, state al calduccio, a presto!
M.
Ho sempre pensato anche io che certe cataste di legna fossero una sorta di scultura… Qui niente caminetti, solo caloriferi ma qualche bel ceppo me lo metterei volentieri in terrazzo per far fare le unghiette alle gatte! Bacioni
Perfetto! Hai trovato un’ottima funzione dei pezzi di legno. In questo caso molto utili davvero! Lo dico sempre anche alla mia di gatta, di andarsi a fare le unghie da qualche altra parte! Bacioni!
Sono splendide le cataste di legna da ardere, sanno di antico e di altri tempi, tempi che piacciono a me.
Bellissimo post, poi tu sai anche tanto sugli alberi e così è anche più interessante!
Bacetti tesoro!
Grazie Miss, che bel complimento! Sono contenta che li trovi interessanti. Ero sicura che ti piacevano le cataste di legna. Un bacione.
la catasta di legna è uno dei miei sogni. La mia purtroppo è piccola. Quest’anno è composta da solo legno di alloro. Credo che dovrò acquistarne un po’ ma è anche difficile trovare dei rivenditori onesti. Prima di vendertela la bagnano, così pesa di più. Uhm…sabato poto l’olivo, così mi preparo per il prossimo anno.
Come mi arrabbio quando sento queste cose Pani! Mannaggia! Guarda, bravo, potati l’ulivo che quello è legno buono! E voi taglialegna cercate di essere onesti!
dovrei potare anche la catalpa ma quello è legno che puzza e brucia in fretta. Quasi quasi vado nei boschi, a prendere la legna caduta
Ma ovvio! Noi qui siamo pieni di tronchi abbattuti e alberi spezzati e lasciati li. Magari crollati sotto il peso della neve o caduti perchè caduti. Sai quante volte i cacciatori devono andare a toglierli perchè ostruiscono passaggi, tagliafiamme o formano dighe? Divresti farlo, saresti anche utile agli altri e i boscaioli si svegliano.
io la cucina economica di mia nonna non l’ho buttata e nemmeno cambiata con le più moderne stufe a pellet. Pensa che in Grecia stanno vendendo un sacco di stufe a legna, proprio perché il gas è diventato proibitivo. E se va male…ho un sacco di polverosa cartaccia da bruciare
Bravo, condivido appieno!
Come ben sai, nella casa nuova noi abbiamo messo la stufa a legna, enorme, ed è un caldo speciale… Non tornerei ai termosifoni e non passerei al pallet neanche se mi pagassero per farlo!… E poi il colore e la bellezza della legna che arde… Lo scopiettio della corteccia…. Spettacolare! Ga subito accogliente, fa ‘casa’, focolare!
Non c’era descrizione più bella che potevi fare. Brava Niky.