Cari topi, pensate forse che Natale, o Halloween, o la Befana, siano le uniche feste che noi, qui nella Valle, festeggiamo? Ebbene no.
Gli anziani di un tempo, gli anziani di Case Soprane, a Molini di Triora, ricordano benissimo una festa particolare che avveniva all’inizio della primavera in cui non appariva ne Babbo Natale, ne Gesù Bambino, bensì dei gatti. Certo! Gatti viola, perbacco, suonatori addirittura!
Oh si, ascoltate: un tempo, per legare i fasci di paglia o di brocce, i piccoli e flebili ramoscelli che servono ad accendere il fuoco nella stufa, si usavano i “suggi“. Cosa sono i suggi? Ve lo spiego subito. Sono dei rametti lunghi e sottili ai quali si toglieva la verde linfa interna e, con la parete esterna, si potevano appunto effettuare i nodi migliori. La linfa, l’anima del legno, dolce da poter succhiare, veniva poi buttata ma, se la si era potuta togliere, significava che la primavera era arrivata alle porte. In inverno è quasi inesistente e in estate è gonfia e gialla, spugnosa. Così, le piante da noi, annunciano l’arrivo della stagione fiorita!
Oh si! A loro non interessa che sia il 21 marzo o il 10 febbraio. A loro interessa il sole, l’acqua, il vento, il caldo e quando decidono, quando si sentono pronte, sbocciano in tutta la loro bellezza. Ed era allora che la gente si preparava per accogliere questa splendida stagione iniziando a lavorare la terra e a imbandirla di semi e semenze per avere un buon raccolto durante l’estate. Era allora che la sera si poteva tardare a rincasare, seguendo la luce del giorno che iniziava a durare un poco di più. Ogni minuto si sfruttava. Era una bellezza.
Eh già! Una bellezza che però non piaceva molto ai bambini. Insomma, il loro papà e la loro mamma non avevano più minuti per loro! E loro volevano giocare, loro aspettavano la sera per poter raccontare, loro volevano scherzare. Ma quanto erano stanchi quei poveri genitori? No, proprio non si poteva. Non si poteva assolutamente. Bisognava inventarsi qualcosa.
Ma certo! Perchè no?! I – gatti viola suonatori – che però… non bisognava assolutamente vedere! Mai! Per nessuna ragione al mondo! Vedendoli, si poteva essere rapiti e trasportati via, nel mondo dei gatti. E questi gatti erano davvero birbantelli. Facevano di tutto per abbindolare gli ignari. Miagolavano, suonavano e, addirittura, cantavano la stessa filastrocca, la stessa nenia per ore e ore: – Signorina, signorina sono qui! Che l’è l’ora, che l’è l’ora che son qui! -.
Quella vocina stridula risuonava nelle orecchie, fuori dalle stanze, e si sentiva sicurezza soltanto standosene sotto le coperte nascosti! Dentro al letto, i gatti mattacchioni, di certo non potevano trovarti, infatti, non è mai sparito nessun bambino! Ma bisognava resistere! Non si doveva uscire da lì! Oggi, da chi ci racconta questa storiella, si può percepire ancora la suggestione provata. Così forte da vedere ombre violacee all’interno della stanza e aver paura che il gatto fosse riuscito ad entrare. Così forte da far ancora brillare gli occhi. Così forte da guardare in alto, verso il cielo e lasciarsi scappare – Ma non mi hanno mai preso! – e dopo sorridere.
Un bacio topi, vi aspetto domani con un nuovo articolo.
Questo post lo dedico alla signora Rosalba, ringraziandola per la sempre splendida compagnia che mi tiene raccontandomi le storie passate di lei e dei miei cari.
Foto presa da allposters.it
M.
I nostri nonni educavano naturalmente instillando il timore nei bambini per farli obbedire… I lupi neri, i diavoli nello specchio, uomini neri dietro ogni porta ed ora scopro che dalle tue parti esistevano anche i gatti viola, in realtà i meno spaventosi tra tutti.
Difficile essere bambini a quei tempi…
Bacioni 🙂
Perfettamente ragione Stravy! Sono d’accordo con te. Per non parlare di orchi e streghe! E dire che si pensava di far del bene. Mamma mia! 😀 Un bacione.
ha ragione strava difficile essere bambini a quei tempi…mi hai fatto sorridere topina…..un bacione
Bhè, son proprio contenta di averti fatto sorridere Melody! Smack! 😀
Che strana storia, non l’ho mai sentita.
E sono d’accordo con Viv, era dura essere bambini a quei tempi!
Bacioni!
Tempi duri cara Miss! Anch’io sono d’accordo con Viv eppure era così, ci pensi? 😀 Che tempi! Un bacione.
Che storia curiosa però!
Ciao carissima!
E anche molto antica. Bacione Marta! 🙂
i suggi? Non sarà mica la saggina, vero?
I gatti sono birbanti. Te l’ho detto che a me suonano il campanello di casa?
Vuoi dire che saggina da noi si dice suggi? Urca, ma sai che può essere? Ecco… e già! Riguardo ai gatti, quelli che ti suonano il campanello sono sicuramente amici di Kiki! 😀
quelli sono gatti dispettosi, non amici di Kiki. Suonano a qualsiasi ora, anche di notte. Dispettosi e maleducati
Hai ragione! Kiki è sicuramente più carina e a modo. Ma quand’è che ce la fai conoscere?
ma se è comparsa perfino nel video! E forse c’è anche in qualche altra foto o video. E poi sul blog della figliola
Cosa c’entra? L’ho ben vista nel video ma è solo passata non ce l’hai presentata e in muso non l’ho mai vista. Il blog della tua figliola ogni tanto lo guardo perchè fa delle bellissime fotografie ma non mi ricordo di aver visto Kiki, devo andarci a rivedere. Comunque tu fai un bel post su di lei dai! Piccina, chissà che bella che è!
Oggi mentre ero sul ghiaccio del reggiano Monte Duro, Mimi e Tobi hanno a lungo tentato l’assalto al bidoncino dell’umido, mitica conserva di cibo in casi di fame estrema (cioè sempre). Solo che ora mi stressano perché vogliono suonare la fisarmonica. Ho promesso loro di portarli a sentire il mio adorato Riccardo Tesi e si sono calmati un po’. http://www.riccardotesi.com/
Baciba RMT
🙂 Ciao Robbi! Li capisco, la fisarmonica è uno strumento che mi piace molto. Me li immagino attaccati al bidoncino dell’umido mamma mia! 😀
Bellissima storiella… Non la conoscevo proprio! … 🙂
Già! Ora ne sai una in più! 🙂 Baciotto compreso!