Oggi, andiamo nella località più antica, presumo, di questo paese. Una fontana, una chiesa e una porta topini. Tre luoghi assai famosi in quel di Taggia.
Tre tappe
da non sorpassare, ne sottovalutare, senza prima essersi fermati a capire dove siamo. Una vasca di pietra, guardate. Sembra quello e nulla più. Semidistrutta, che sarà mai? Ahi, ahi, fermi! Non è certo un qualcosa di banale sapete? Questa è una splendida fontana quattrocentesca eretta in questo paese nel 1555. E’ la fontana dell’antico acquedotto di Taggia, punto di arrivo di un canale tardomedievale che dava acqua alla parte alta (e oggi anche la più vecchia) di questo bellissimo e storico borgo. Venne qui posizionata per volere del Podestà Melchiorre Da Monleone e, in Taggia, c’è
probabilmente un’altra vasca appartenente allo stesso periodo situata tra il quartiere di Piazza Grande, all’angolo tra Via Littardi e la salita di Via Nicolò Calvi, in quanto si dice che le vasche “ordinate” fossero due. Davanti a lei, uno dei vicoli più impervi del paese, un ciottolato grigio che sale, senza remore. Si è circondati dalla pietra pura, dalla storia, le cose antiche, dal sole caldo e, qualche passo dopo, anche dagli Ulivi.
E’ un bellissimo e vecchio
campanile quello che vediamo tra i rami di un verde militare. Un campanile che sembra di pietra calcarea che riveste i mattoni pieni. Una campana, in ottone ormai ossidato, fa pendant con le fronde degli alberi a noi cari e una magra e sottile croce pende leggermente all’indietro. E’ la campana che risuonava negli orti e nelle fasce coltivate da sempre. Il panorama inizia ad essere bellissimo. Un muraglione e poi eccola, bianca, come una chiesa messicana, la piccola chiesa di Santa Lucia. Una chiesa che, a vederla da fuori, sembrerebbe inusata da tantissimo tempo.
Il portone in legno, è devastato, fatiscente, persino pasticciato. Le pareti esterne, godono davvero di ben poca manutenzione ma, nonostante tutto, è affascinante. Una chiesa in bilico su ampi gradini di mattonelle granata e piatti sassi, le sbarre alle finestre in spesso ferro battuto
e, di fianco, un muro di epoca romana. Essa viene considerata uno dei titoli più antichi tra tutte le chiese di Taggia. L’aspetto attuale, come recita il cartello di latta verde che la descrive, è frutto di ricostruzioni cinquecentesche rinnovate da interventi barocchi. Vi è ancora oggi, al suo interno, conservata in modo esemplare, l’originale ed elegante acquasantiera di un tempo e, in cima al suo modesto altare, un bellissimo ed enorme dipinto. Oggi, questa chiesa, è sede della Compagnia di Santa
Maria Maddalena. Questa topini, è la prima chiesa costruita dagli abitanti di Taggia. Una chiesa costruita fuori dalle mura di protezione, ardentemente desiderata ma, al di qua dei muraglioni non c’era abbastanza spazio.
Questa chiesa, si trova tra due porte importantissime: Porta Soprana, più distante, in cima al paese e che oggi non conosceremo, e Porta Sottana, subito sotto questa piccola chiesetta, sotto la quale passeremo insieme per andare al centro del paese. La parte di paese più moderna. Quest’ultima porta
, è chiamata anche Porta di Santa Lucia, prendendo il nome dalla chiesa che vi ho appena descritto. Anche la salita si chiama così. Per arrivarci, occorre discendere la scalinata soleggiata. Da fare in salita non è uno scherzo, ve lo assicuro. E il punto è strategico
; di fronte a noi, in lontananza, si può vedere Castellaro e, dietro, la cresta del monte che porta alle Neviere e a Santa Rita e anche all’Eremo della Maddalena. Una vista stupenda. La discesa, ci conduce dritta, dritta, sotto ad un arco splendido.
Pensate, assieme alla sua “Porta” antagonista, questo è l’accesso più antico della città. E’ tutta in pietra e, le pietre, soprattutto quelle che formano l’arcata, sono messe con grande maestria, lo vede anche una come me che non se ne capisce nulla di architettura. Ti chiedi come possano star lì, ferme, a testa in giù. Dall’alto, a scendere, sono prima larghe e piatte e poi diventano tondeggianti o quasi cubiche. Grosse. Immagino pesantissime.
Il sole fa fatica ad entrare nel centro di questa galleria. Deve fermarsi prima, forse non è gradito. Per attraversare tutta Porta Sottana, bisogna percorrere parecchi passi
. Il sole, non riesce a scaldare l’unico portone sotto di lei. Un portone color mogano che, in alto, su un bellissimo e lucido blasone di ardesia, nera come la pece, porta i simboli della chiesa e del paese. Di parecchi di questi stemmi, la Repubblica di Genova, ne volle la distruzione.
Originario dello stesso periodo di Porta Sottana è il famoso castello di Taggia sul quale sventola la bandiera del paese. Questo
tunnel, è stato rimaneggiato nel corso dei secoli XVI e XVII e, ai tempi, permetteva un comodo collegamento con un’altra fontana situata in questa zona, che dava acqua alla popolazione. Siamo nel centro storico topini, la vita non era semplice e, ancora oggi, bisogna avere gambe buone ma assaporare tutte queste tradizioni e respirare l’aria di un tempo ripaga ogni fatica.
E ora topi, lo avrete capito, dobbiamo per forza andare a riposare; abbiamo sgambettato anche oggi e abbastanza direi! Se volete, domani vi porterò in un posto nuovo!
Un bacione a tutti, la vostra Pigmy.
M.
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