Oggi topi vi porto in un piccolissimo, minuscolo borgo della mia Valle.
Non aspettatevi la classica foto che ritrae un gruppo di case incastonate come una perla in una montagna. Ad Arzene, il gruppo di case non c’è. Le case sono davvero quattro in croce. Due allevatori che producono, grazie alle loro mucche, del buon latte e del buon formaggio e un contadino. D’estate, altri due signori hanno la casa e la vanno ad abitare ma la cosa finisce lì.
Tutto questo, però, rende Arzene un paradiso. Le poche case sono interamente fatte di pietra così come i loro tetti, tutti ricoperti di ciappe, lastre di ardesia, tipiche dei miei luoghi. Qui, non si sente nemmeno volare una mosca.
Si arriva ad Arzene superando Montalto e continuando per Carpasio ma, prima di giungere in quest’ultimo paese, bisogna girare a destra prendendo una strada che passa attraverso i boschi di castagni. E’ una strada asfaltata ma molto tranquilla che i pochi abitanti tengono pulita anche in inverno. E’ la stessa strada che porta a Costa, un’altra piccola frazione, ma per andare ad Arzene si continua a girare a destra e si sale su, verso il cielo.
Una volta arrivati, la vallata ci mostra la sua bellezza, le chiesette sperdute, che dalla strada principale proprio non si possono vedere, si possono ora notare come puntini tra il verde e, laggiù, di fronte a noi, Carpasio.
Noi siamo al di qua della montagna, sotto agli alberi, dove la possibilità di parcheggiare è data a soli quattro veicoli.
Questo è lo stesso punto nel quale c’è una fontana, una grande fontana grande, in pietra, dalla quale esce una limpidissima acqua. Attaccate a lei, a incorniciarla, tante piantine umide. E come per la fontana, la pietra è il principale materiale con il quale sono state costruite tutte le case di Arzene. Ad accompagnarla, solo il legno.
Arzene, il paese di pietra. L’atmosfera è unica. Il silenzio, la brezza, gli odori.
Qui ad Arzene nascono tantissime varietà di piante officinali e alimentari come la Citronella, il Finocchietto selvatico, il Dragoncello ma non solo. Qui, dove è sceso ormai l’autunno,come nel resto della Valle Argentina, ci sono dolcissimi Fichi, screziati di verde e viola scuro,
piccole Mele dal profumo intenso
e buonissima Uva. Zuccherina. E’ chiamata Uva Fragola. I tralci sembrano secchi ma i grappoli blu palesano la vita. Guardate questi acini, sembrano mirtilli appesi!
I sentieri che passano per le case sono in terra battuta sporcati o arricchiti da foglie secche e sassolini ma solo un gattino bianco e nero ci tiene compagnia.
Non c’è nessuno in giro ma sento il rumore di una motosega che si libera nell’aria. Qualcuno sta preparando la legna per l’inverno e, nel tardo pomeriggio, si può iniziare a sentire il profumo del fumo della legna che esce dai comignoli e se ne sente anche quasi il calore.
Quando arriva la fredda stagione, ad Arzene, si sente molto. Siamo a 732 metri sul livello del mare; siamo in un mondo meraviglioso. Da qui si ammirano gli alberi che ricoprono le montagne e i pascoli che tra poco saranno completamente bianchi. Attorno alle dimore ci sono diverse stalle, magazzini per gli attrezzi e tettoie che riparano gli oggetti. Anche queste cose sono in pietra, ancora pietra, come i muretti che formano le terrazze e quindi gli orti di chi li coltiva. E che ordine!
Le campagne sono ordinatissime, ben tenute e pulite. Tutte ben delineate e con la terra arata e fresca. L’erba secca dell’estate è stata tolta. Incantano lo sguardo. E ci sono le zucche e gli alberi da frutta.
Sono piccole e strette le mulattiere che dividono le coltivazioni e, in una di queste, possiamo vedere la piccola chiesa di Arzene.
Ebbene sì, c’è anche una chiesetta che sarà 3 mt x 3 mt ma con tanto di campanile. E’ davvero graziosa.
Tutta bianca, con il tetto uguale alle case e un portoncino di legno. Davanti a lei, per terra, un ciottolato quadrato composto da mille sassolini neri, alcuni lucidi come l’ematite.
Gli abitanti di Arzene ci tengono molto alla loro chiesa. Di fronte, dall’altro lato della mulattiera, affacciata sui pascoli, una semplicissima croce in legno sta lì a simboleggiare il luogo sacro.
Due chiodi e due pezzi di trave. Null’altro. Essere qui è un sogno, a me piace tantissimo, anche se ci si sente un po’ invadenti. Ad ogni passo è come entrare in casa di qualcuno, non si capisce dove iniziano e finiscono le proprietà. E’ un tutt’uno.
Quel sentiero in realtà potrebbe tranquillamente essere il viottolo che divide l’abitazione dal giardino. Ma noi veniamo in pace, vogliamo solo godere di questa bellezza e Arzene si lascia ammirare in tutto il suo splendore.
E’ una composizione tra natura e costruzioni create da un uomo che non ha voluto rovinare nulla di ciò che lo circonda.
Si denotano il rispetto, l’umiltà e la quiete. Gli alberi non venivano tagliati dove doveva passare una creazione umana e, alcuni, sono poi nati tra un tetto e l’altro. Nessuno da fastidio ad altro. In alcune pareti si possono notare grandi chiavi di ferro.
Erano chiamate così alcune barre ferrose intersecate nei muri, perchè erano poste negli incastri tra i mattoni, o le pietre, per far sì che le pareti non crollassero. Facevano da collante. Una sicurezza in più nei confronti della stabilità della casa.
Tra queste case non ci si passa con le auto e nemmeno con i trattori, solo a piedi e, un tempo, con i muli.
Su e giù per queste gradinate caratteristiche ma molto ripide.
Spesso si trovavano all’esterno delle abitazioni e servivano per accedere da un piano all’altro dell’alloggio perchè, una volta, la casa costruita contro terra, poteva avere tre piani verso il lato anteriore ma solo due in quello dietro.
E quante volte, queste viuzze, sono state percorse a piedi dalle lavandaie che scendevano al fiume per lavare i panni! Che fatica! Al ritorno, piene di vestiti bagnati, pronti per essere stesi. Salire, salire e ancora salire ma, una volta qui, si può toccare il cielo con un dito. Qui, dove a graffiarti le gambe ci sono i Brughi e i Roveti dalle bacche rosse.
Ci sono petali tenui e pelosi per ripararsi dal gelo e che, timidi, provano a dimostrare un po’ di arancione.
Ci sono tinte che ravvivano una tela, altrimenti troppo spoglia, dove solo il verde vivo si staglia contro l’aria.
Questo è il paese di Arzene, così sperduto che addirittura nella mia Valle c’è gente che non lo conosce o non l’ha mai visto, così nascosto da essere uno dei più intimi borghi che la mia Valle accoglie.
Sono contenta di averci portato anche voi, spero che questa passeggiata vi sia piaciuta.
Arzene, il paese di pietra. Ecco Arzene topi, un fiore fucsia tra il grigiore di questo presepe.
Un bacione a tutti.
M.
Eh sì sembra proprio un presepe, un borgo in miniatura! E gli hai reso giustizia con delle bellissime foto! Splendida passeggiata mattutina per cominciare la giornata 🙂 bacioni
Grazie Stravy! Si, è proprio un piccolo presepe Arzene. Grazie. Un bacione per andare incontro al fine settimana.
Questi sono i tuoi post che amo da morire. Riesci a rendere partecipe il lettore a tal punto che sembra di essere li’ , con te , a passeggio in quelle viuzze.Ad Arzene confesso di non esserci mai stato ma adesso mi riprometto di andare per curiosare un po’. Ciao , un abbraccio.
Silvano credimi che le tue parole mi riempiono di gioia. Sono contenta di scrivere post nei quali sembra di essere lì. Grazie, grazie davvero. Riguardo ad Arzene dovresti proprio andare e, se non ci sei mai stato, dovresti andare anche a Costa, poco prima, e vedere il Museo della Resistenza, ma riaprirà ad aprile. Un bacione Silvano, grazie.
Ho deciso per oggi zaino in spalla e scarponi ai piedi è arrivoooo….
Non solo il posto è incantevole ma il tuo accompagnarci è contagioso e coinvolgente…fa venir voglia di immergersi dentro quei luoghi.
Le case in pietra sono affascinanti!
In montagna i colori sono pacati, poco luminosi ma tanto, tanto accoglienti…
Bellissimo post pigmy!…ma che lo dico a fare!
grazie
buona giornata
.marta
bacione!
Che belle descrizioni fai sempre Marta! Dai vieni che ti aspetto e ti porto dove vuoi! Te li faccio vedere tutti questi posti. Un bacione grande e grazie per i complimenti.
I tuoi post sono talmente belli, che invitano davvero a venirci !!!!
Chi lo sa? Prima o poi……
Buon fine settimana.
Un abbraccio,
Luciana
Se un giorno ti andasse… 🙂 chi lo sa? Come dici tu. Un bacione lucy, grazie mille.
Questi posti mi piacciono veramente tanto!
Sono belli Ylian, sono incantevoli e da vedere. Un bacione, grazie!
Ciao Pigmy, sono rimasta incantata, il posto somiglia un pò alla Lessinia, mi viene un pò di malinconia della nostra vecchia casetta che lo abbiamo avuto li una volta…cara abbi un sereno weekend tvb Pif
Ti ho fatto venire nostalgia Pif! Ma da una parte sono contenta perchè vuol dire che questi miei luoghi ti piacciono proprio tanto. Un bacione grande.
Pigmy carissima,hai fatto un post stupendo corredandolo con quelle splendide foto.Verrebbe voglia di trascorrerci almeno un paio di settimane in un posto così tranquillo e silenzioso.
Sai che nella Cava del mio paese c’è una fontana identica a quella postata all’inizio del post?
Un bacione,ti auguro un sereno fine settimana!♣
liù
Grazie Liù, sei troppo gentile. Evidentemente le fontane un tempo le facevano così, dovrei documentarmi, forse questo standard è dato da un motivo oppure è solo una coincidenza và a sapere. Grazie ancora, sono contenta, un baciotto.
Uh! anche sulle mie montagne ci sono alcune contrade con le case fatte così, proprio uguali. e poi ci sono le streghe, le castagne…proprio tutto uguale. Forse parlano solo diverso.
Ma allora sono sicuramente posti bellissimi Pani! Perchè non fai anche tu un post su streghe e castagne? Mi piacerebbe leggere qualcosa di tuo su queste cose. E mi piacerebbe anche che descrivessi la lingua delle tue streghe che da noi chiamiamo Bazue. Da te? Un abbraccio Pani 🙂
Un bellissimo paesino immerso nei colori dell’autunno, grazie di questo bel giretto ad Arzene!
Un bacio!
Prego Miss, felice ti sia piaciuto! 😀 Smack!
Che posticino ameno e solitario disperso tra il silenzio dei monti!
Sembra impossibile che sia abitato…
Bravissima, un delizioso reportage!
Buon fine settimana
ciao
Ondina
Grazie Ondina del tuo passaggio, in effetti è proprio sperduto ma dovevo portarvici prima o poi. Un bacetto! 😀
Bene bene bene: Arzene mi mancava. Non la conoscevo proprio, mai sentita nominare. Certo che in Liguria qualunque borgo appare magnifico…
Buon sabato!
Mi piace quel “bene, bene, bene…” 😀 Come ho scritto, neanche alcuni miei convallesi conoscono Arzene, se ti manca quindi, non preoccuparti 🙂 Bacio.