La mia Valle è bella anche per questo. Come succede in diversi luoghi, in alcuni punti della Valle Argentina, il sole e la neve fanno a gara per vedere chi arriva prima.
Solitamente la Bianca Signora ha la meglio davanti a Cavalier Sole, che prima la lascia scendere in candidi fiocchi assieme a Messer Vento, e poi arriva lui per renderla ancora più brillante.
Per questo, oggi, vi racconto di un clima davvero particolare che ho vissuto durante una splendida giornata di metà aprile. In primavera quindi!
In montagna, certi avvenimenti climatici accadono spesso, ma la primavera porta sempre a pensare a un tempo mite. Inoltre, sono bastati duecento metri di passeggiata per cambiare tutto.
Mi trovavo al Passo della Guardia e andando verso Collardente la fredda neve mi pungeva il viso, andando verso il Garezzo un sole caldo, invece, ritemprava. Ho persino visto nevicare col sole. Uno spettacolo bellissimo. Come luccicavano quei fiocchi contro la luce solare!
Tre Passi, in fila, uno accanto all’altro, uno più bello dell’altro.
Passo della Guardia era l’ago della bilancia. Alla sua destra, a Passo Collardente, era inverno. Alla sua sinistra, a Passo del Garezzo, era estate.
Da una parte ero imbacuccata come un eschimese, dall’altra in maglietta.
E che natura splendida si mostra a me che cerco di osservare tutto quello che mi circonda.
Di qua, mentre gli occhi si posano sul Passo della Nocciola laggiù in fondo, sulle case della Columbera e sulla Caserma di Vesignana, bacche di Rosa Canina e Helleborus foetidus se ne stanno spenti, con poca vita ed esuberanza, accettando quelle stille ghiacciate.
Una piccola Cinciarella, che per la precisione dovrebbe essere una Cincia Mora, scuote le sue piume e spruzza gocce sugli aghi di pino mentre una bruma abbastanza spessa le permette di confondersi tra i rami.
Sulla strada, la precedente neve non è ancora stata calpestata e si possono vedere impronte di ungulati (così vi faccio vedere che me ne intendo). Probabilmente un Capriolo.
Un pezzo l’ho percorso, ora è il caso ch’io mi vada a riscaldare verso il Garezzo e le case dei pastori.
Qui la temperatura cambia. Tutto è bianco, ma posso spogliarmi. Alcune slavine sono presenti e rendono più difficoltoso il passaggio.
Il paesaggio è reso ancora più suggestivo dalla presenza di alcuni Camosci che si rincorrono sulla neve o stanno fermi in gruppo. Anche alcuni rapaci arricchiscono il cielo, terso di tanto in tanto, o passaggio di nuvole che viaggiano veloci.
I sentieri limitrofi non si vedono, sono coperti dalla neve che lentamente si scioglie sotto il calore dei raggi e il rumore del gocciolio accompagna la mia passeggiata.
In certi punti non si può proprio passare, occorre attendere la bella stagione ma gli occhi e il cuore sono comunque appagati da una vista spettacolare e una natura incontaminata, mozzafiato.
Facendo ritorno al Passo della Guardia non posso non rimanere incantata da Sua Maestà Rocca Barbone, sempre lì, austera, placida, dalla falesia severa che ospita nidi di uccelli affascinanti.
Penso sia meraviglioso vedere i propri luoghi nelle varie stagioni. I loro cambiamenti offrono ogni volta un palcoscenico diverso e anche l’atmosfera cambia, così come il proprio sentire.
Ogni volta è come se fosse una nuova esperienza, un luogo incantato nel quale non si è mai stati, nonostante in realtà si conoscano a memoria quelle bellezze.
Che sensazioni incredibili. E con l’animo leggero faccio ritorno in tana.
Un bacio quattrostagioni a voi!
Bellissima Valle!!
Puoi dirlo forte Luigi! 😉