I monti della mia Valle sono per lo più ricoperti da pascoli e prati che in estate li tingono di verde e, in inverno, il manto bianco della neve, li rende lisci da sembrar disegnati.
Ma non Monte Arborea che, con quelle sue rocce cubiche, tra piccoli tratti di prato, sembra quasi un monte scozzese degno della scenografia di Brave Heart.
Il muschio che ricopre quei massi grigi e i ciuffi d’erba che li contornano, fan sì che il territorio acquisisca un aspetto Nord Europeo e sembra davvero di essere in qualche terra celtica nella quale, qualche valoroso ribelle, aspetta nascosto tra quelle grandi pietre che passi il nemico.
Osservando il terreno sul quale appoggio le zampe, in certi momenti, mi sembra di essere in una lontana brughiera e anche questo è il bello dei luoghi che vivo; hanno la capacità di catapultarti in nuovi mondi, lontani e fiabeschi.
E’ un monte ruvido ed è un goccio difficoltoso percorrerlo, arrivando dal Carmo di Brocchi, soprattutto in inverno, quando il ghiaccio non aiuta e il cammino da percorrere è in discesa.
Nessun sentiero ben delineato lo taglia. Occorre passare tra quelle grandi pietre e quell’erba spigata, riarsa, che spesso nasconde trappole.
Bisogna fare attenzione perché, tra un passo e l’altro, il piede può rimanere legato tra quei fili secchi, oppure finire in un buco del terreno nascosto da quella natura. Serve fare attenzione anche ai pezzi di legno senza fidarsi troppo della loro solidità. Sono marci dopo aver sopportato tutte le piogge autunnali ed essere rimasti parecchio sotto il manto nevoso, per questo, si frantumano in mille pezzi appena vengono calpestati.
Alcuni massi sembrano ben fissati, invece, con il nostro peso addosso, iniziano a muoversi e a ciondolare e, ricoperti di muschio e mucillagini, risultano anche scivolosi.
Gli alberi e gli arbusti, in alcuni tratti, sono radi per cui non ci si può tenere da nessuna parte.
Spesso non si riesce a posizionare il piede in modo ben aderente al suolo perciò serve farsi forza con i reni e mantenere l’equilibrio.
E’ tutto bagnato in queste albe invernali. La rugiada, l’umidità e la neve regalano un ambiente brillante come se avesse appena piovuto e quando il sole si alza nel cielo illumina quei massi antichi.
E’ facile immaginare Donnole e Ermellini in quel tipico territorio. Presumo che d’estate, questo monte sia abitato anche da parecchi rettili che qui trovano rifugio e tane adatte alla loro natura.
Monte Arborea ci permette di ammirare dall’alto il Passo della Mezzaluna affacciandosi proprio su di lui e rimanendo di fronte a Cima Donzella.
Sono proprio i profili di questi due monti a formare la conca del Passo. Ma da qui si può vedere bene anche molta Valle Argentina avendo quasi lo stesso panorama che si gode dal Carmo di Brocchi anche se si è più bassi.
La Catena Montuosa del Saccarello, ad esempio, rimane proprio di fronte a noi ed è una meraviglia.
Non c’è molta differenza d’altezza tra le due vette vicine: Monte Carmo 1.610 mt – Monte Arborea 1.549 mt ma, quest’ultimo, rimando dietro, verso Nord, non può offrire la visione a 360° che si ha dal primo.
I Cardi selvatici sono ora rinsecchiti e color dell’oro, alcune palline di muschio ancorate alle rocce sono soffici e di un verde che tende al nero, qualche grosso ramo che ha potuto restare al di fuori della coltre di neve si è asciugato al sole e risulta leggero come se fosse finto.
Solo qualche abete mostra la vita attraverso il suo colore vivace e le sue fronde rigogliose. Tutto il resto sembra spento, addormentato nel freddo sonno di questo periodo, in un riposo ristoratore che prepara al risveglio trionfante in primavera.
Le gialle spighe svettano verso il cielo e il vento le corica ma loro, tenaci, si drizzano nuovamente mostrando leggerezza e caparbietà allo stesso momento.
Presumo che d’estate questo monte sia pieno di fiori e Farfalle a vedere la natura, ora quieta, che lo compone. Un buon motivo per tornarci e vederlo in un’altra veste.
Ora quindi vi saluto, magari vi ci riporterò di nuovo nel periodo più caldo.
Un bacio roccioso a voi.