La Ricchezza della Gazania e i suoi Colori

La guardo mille volte al giorno e ogni volta ne resto affascinata.

La Gazania è, a parer mio, un fiore bellissimo. Lo so, i fiori sono tutti belli, ma se vogliamo discutere “coloratamente” sulla vivacità delle tinte, non la batte nessuno.

Il suo significato, che è quello di ricchezza, deriva proprio dalla lucentezza e decisione delle tinte dei suoi petali, così sgargianti e forti da abbagliare, quasi. In fatto di carica colorata, questa pianta è proprio generosa.

Produce persino tantissimi semi e anche questo dettaglio lo rende uno dei fiori simbolo di benessere e prosperità.

Il suo vero nome è Gazania Gaertn e sarebbe formato dall’insieme dei due cognomi degli uomini che parlarono molto di lei. Il primo, l’umanista Teodoro Gaza, fu quello che la scoprì, mentre il secondo, il botanico Joseph Gaertner, fu colui che la studiò e raccontò di lei e del sollievo al cuore che quei colori, così vividi, riescono a regalare solo guardandoli.

Quello che più mi colpisce della Gazania è il suo interagire con il Sole durante l’arco della giornata. I suoi fiori, infatti, si schiudono solo se baciati dalla Stella Madre, altrimenti, sia di notte, sia in caso di presenza di nuvole, i suoi petali rimangono stretti e avvolti in se stessi, mostrando un fiorellino che sembra secco e striminzito.

Al primo raggio caldo e luminoso, però, guardate che spettacolo!

A causa di questo fatto, viene anche chiamata, in gergo popolare, la “Margherita del Sole” e in effetti somiglia realmente a questo fiore comune. Il suo legame con il Sole è davvero curioso: infatti, la Gazania continua ad aprirsi e chiudersi anche a fiore reciso. Un bel mazzo di Gazanie in salotto perderà bellezza e freschezza se il locale non sarà sufficientemente illuminato o quando si spegnerà la luce per andare a dormire. Al mattino dopo, però, eccolo ritornare arzillo e pimpante (e coloratissimo) proprio come il giorno prima.

E’ un fiore pieno di vita, di luce, di entusiasmo… non vi pare? Mette allegria solo a guardarlo. Stupisce, riempie di gioia. Sa trasmettere bellissime sensazioni.

A parte il soffrire climi troppo rigidi, è una pianta molto robusta che si adegua bene sia in vaso che in terra, ma vuole parecchia acqua soprattutto durante le giornate calde e afose che ama parecchio.

I suoi fiori non profumano, ma, così belli e variopinti, vengono ancora oggi utilizzati nelle cerimonie in diverse parti del mondo soprattutto in Africa, dove la Gazania nasce spontanea. Purtroppo, nei boschi della Valle Argentina in cui vivo non cresce spontaneamente e per godermela devo piantarla nei miei vasi, ma non può assolutamente mancare davanti alla mia tana. In estate, appena metto il muso fuori, al solo vederla, sono già felice.

A voi non fa lo stesso effetto?

L’Orchidea Cymbidium

Oggi vorrei presentarvi un mio piccolo vanto. Dico piccolo perché ho amiche che ne possiedono esemplari immensi e fantastici.

Si tratta di uno dei fiori più belli che Madre Natura abbia inventato anche se, in realtà, ogni fiore è una piccola, grande meraviglia. WP_20150220_004Queste che vedete sono delle Orchidee Cymbidium e le definisco un mio vanto, in quanto i miei due vasi straripanti sul terrazzo, da ben nove anni, ogni febbraio, puntualmente, mi riempiono di questi splendidi fiori. Il loro colore è di un giallo/verde screziato di amaranto e bianco. Molto fini, eleganti e affascinanti ma devo dire anche molto robusti e resistenti a intemperie di ogni tipo! Piccini… Questi ultimi mesi poi! Temporali, trombe d’aria, acquazzoni, di tutto! In realtà, ciò di cui ci innamoriamo noi è per l’Orchidea una vera e propria fatica. Infatti esse sbocciano per potersi riprodurre ma nel farlo si stancano parecchio.WP_20150220_007 Però che spettacolo! Evviva la sincerità! Di Cymbidium ne esistono di diverse tonalità una più bella dell’altra: rosa, bianca, verde, bicolor… A vostro gradimento. E’ una pianta che anche i meno esperti potranno godersi, basta avere determinate attenzioni. E’ infatti un fiore che gradisce molto sole anche se non ci deve cuocere sotto direttamente, per cui, se desiderate tenerlo in appartamento, assicuratevi che abbia abbondante luminosità e una buona ventilazione. Per fiorire infatti desidera un po’ di sbalzo di temperatura dal giorno alla notte; è per questo che è preferibile lasciarla all’aperto. WP_20150218_001E’ formata da diversi pseudobulbi avvolti nelle foglie stesse, lunghe e sinuose, di un bel verde cupo e brillante e, il suo nome, deriva dal greco “Kimbe” che vuol dire barca a causa della forma dei suoi petali.

E’ una pianta originaria dell’Australia e dell’Africa ma anche in Asia ne sono stati trovati diversi esemplari. WP_20150220_009Oggi, invece, la si può notare in parecchi giardini o su diverse terrazze. E’ molto comprata ma spesso sofferente. Forse una scarsa concimazione che dev’essere ben regolata tra Azoto e Potassio a seconda del periodo. O forse troppa acqua, la quale permette l’aumento del numero delle foglie ma non permette alla pianta di fiorire. Il substrato deve essere sempre bello umido e non completamente secco ma questo non vuol dire che desidera bere spesso. La Cymbidium preferisce nettamente l’asciutto. D’estate, invece, periodo durante il quale le annaffiature avverranno più frequentemente, si possono eseguire anche delle nebulizzazioni durante le ore più fresche della giornata, come verso sera, ma sempre senza esagerare. Riesce a vivere con il suo folto fogliame anche in vasi costretti ma se vedete che gli pseudobulbi iniziano ad essere troppi, o il vaso inizia a deformarsi, è ultra consigliabile travasare la pianta che non ama molto essere disturbata, per cui aspettate la fine della fiorituta per procedere a questo passaggio e tenete presente, grosso modo, come riferimento, il periodo di fine primavera.WP_20150220_008 Ricordate inoltre di non annaffiare subito dopo il travaso. Per le successive 24 ore, questa meraviglia, ne avrà a sufficienza del nuovo terriccio che dovrà contenere del bark o sfagno. Vi consiglio, per tutti i vostri dubbi, http://www.elicriso.it un sito decisamente valido.

Ma veniamo ad altri interessi. Sapete che l’Orchidea, simbolo afrodisiaco e di bellezza per eccellenza, è il fiore della fertilità e delle nuove nascite? Oh già. Per ogni suo colore, inoltre, può avere diversi significati ed essere regalata a seconda della ricorrenza. La Cymbidium soprattutto, vuole la tradizione, che venga regalata per il 28° anno di matrimonio. Per cui, giovani donne, se desiderate farvi regalare questo spettacolare fiore per l’anniversario delle vostre nozze, dovrete attendere parecchio! 😀 Ora però vi devo salutare, vado a togliere un po’ di erbacce cresciute tra gli steli. Devo pulirle per bene le mie Cymbidium. Squit!

M.

Se lo sapessi ma non lo sappi!

Presumo che ogni Mamma Topa abbia ben di che parlare quando si tratta di strafalcioni da parte dei topini che squittiscono spesso in modo buffo e insensato ma sfido volentieri qualche altro piccolo rattino a battere il mio. Ci sarà? Mah… Vedete, il mio, ha un modo particolare di colpire. In modo molto classico, nonostante inaspettato, passa tranquillo come un treno che percorre lo stesso binario giorno dopo giorno e dopo giorno. Quelle sue frasi, forse per alcuni fin troppo banali, arrivano con un’ innocenza tale e disarmante da lasciarmi sovente senza riuscire a proferir parola. E allora eccovi un piccolo elenco, di quello che le mie sensibilissime orecchie hanno dovuto sentire in questi anni, da colui che è, inutile dirlo…. il mio amore! Non giudicateci, ve ne prego!

A 6-7 anni (classica domanda e classica deduzione logica):

– Mamma, è vero che quando ero piccolo, piccolo ero dentro la tua pancia?-

– Si tesoro-

– E poi sono uscito… e da dove sono uscito?-

– Sei uscito dalla pancia. Hanno fatto un piccolo taglietto sulla pancia della mamma e tu sei nato- (e non è neanche una bugia nel suo caso, avendo dovuto fare il cesareo).

– Un taglietto? E ti hanno fatto male?-

– No gioia, e poi, subito dopo ho visto te quindi, se anche avessi avuto male, sarebbe passato immediatamente-

– Ah! Ok- e se ne và. Dopo due minuti torna. Io stavo cucinando come due minuti prima.

– Mamma, ho capito. Sono uscito dalla tua pancia. C’è solo una cosa che non ho capito… ma com’è che ho fatto a entrarci?-

Tanananà… Nella mia testa hanno iniziato a rimbombare le prime note della quinta sinfonia di Beethoven. “lo sai che hai diritto a una risposta ogni 10 anni” avrei voluto dirgli e invece, dopo attimi di silenzio, con lui che mi guardava in attesa, senza sapere cosa cavolo dire, iniziai a raccontargli la storia dei bacini di mamma e papà cercando di distrarlo. Il momento era arrivato… ebbene si, dopo 4-5 anni, avrebbe saputo la verità ma per il momento, i bacini potevano bastare. Alla prossima, avrei scaricato la patata bollente a Topomarito. Giurin giurello.

A 7 anni:

– Topino, mi spieghi per favore perchè sul diario la maestra è arrivata a doverti scrivere che sei un continuo movimento, non ascolti e t’incanti sempre a guardare fuori dalla finestra? -. (Perchè aveva 7 anni!!! Ecco perchè! Ma la nota era stata presa e dovevo far vedere un minimo d’interessamento).

Lui mi guardò tra il perplesso e il dispiaciuto – Mamma… se lo sapessi te lo direi ma… non lo sappi… cioè non lo passi, non lo sep… –

– Ecco. Appunto. Ora hai capito da solo perchè dovresti ascoltare di più la maestra???!!!-.

A 4 anni:

– Topino! Vieni con la tua zia a comprare il pane che è già mezzogiorno e dobbiamo mangiare? Dai, intanto che mamma prepara-

– Si zia! Ma mi compri il gelato?-

– No topino, adesso mangiamo magari oggi pomeriggio-

– No, dai zia, comprami il gelato per favore!-

– Topino! Dobbiamo mangiare tra poco! Comunque chiedilo a tua madre…-

– Mamma, mamma posso mangiare il gelato?!-

– Assolutamente no-

– Ziaaaa!!! Ha detto di siiiii!!!!!-

Da notare che io e la zia eravamo nella stessa stanza a due metri di distanza.

A 11 anni:

– Mamma, posso non andare a scuola domani?-

– No topino, domani ci vai-

– No dai mamma ti prego!-

– Ma perchè? Stai male? Hai un’interrogazione e non hai studiato?-

– No, no… non è questo…- (noooooooo certo……)

– E allora?-

Si accorge che sono irremovibile e deve cercare di colpire il bersaglio. Filibustiere. Si trasforma. Avete presente il Gatto con gli Stivali di Shrek quando fa gli occhioni dolci? Uguale. – Vedi mamma, penso di aver capito che i professori… vedi… secondo me non mi vogliono bene-

– Oh! Poverino! Certo, certo, l’incompreso! Immagino, ce l’hanno con te sicuramente. Muoviti, fila a dormire che domani vai a scuola-

– Mamma! Sono convinto che nemmeno i miei compagni di classe mi vogliono bene! Ti rendi conto?!-

– Santa Topa Pellegrina! Nemmeno loro! Ma cosa sei?! Un tApino proprio… te misero! Muoviti! Vai a d-o-r-m-i-r-e!-

Và nel letto affranto. Serio – Mamma, mandami papà per favore, devo dirgli di aver capito che i professori non mi vogliono bene, i miei compagni non mi vogliono bene e, adesso, nemmeno mia mamma più mi vuol bene!-

A 11 anni (mio marito fuori per lavoro):

– Dai mamma fammi dormire con te così giochiamo un pò-

– No-

– E dai! Solo stasera!-

– Topino, ormai sei un ometto, quando avrai la fidanzata cosa farai? Venite nel mio letto tutti e due?-

– Ma è solo perchè papà stasera non c’è! E poi scusa, me l’hai sempre detto tu che in Africa, i poveri, dormono tutti insieme e anche i nostri nonni lo facevano perchè erano poveri-

– Ecco appunto topino noi non siamo ricchi ma nemmeno africani, tu hai la tua bella cameretta e visto che ci dormi tutte le sere, non capisco cosa cambia se c’è o se non c’è papà-

– Ma te lo chiedo per favore!!!-

– Ho detto di no!-

– Dimmi solo il perchè!-

– Perchè sei grande!-

– E allora perchè papà che è molto più grande di me ci può dormire tutte le sere con te?!-

A 12 anni:

Topino và bene a scuola, sono contenta di lui ma, la matematica, è davvero uno scoglio insormontabile. Arriva a casa la zia e dopo un pò che parlano gli chiede

– A proposito chicco, come và di matematica?-

– Bene zia! Ho preso 7 e 1/2 di scienze pensa!-

– Ehm…. si, ok, son contenta, ma io ti ho chiesto di matematica!-

– Ebbè? La prof è la stessa!-

A 10 anni (premetto che con mio padre, ancora giovane, lui ha un rapporto particolare, stupendo e parlano di tutto):

Topino e mio padre sotto la doccia dopo una partita a calcio tra di loro ma, di quelle “serie” (quelle di quando un giorno o l’altro mio padre lo vedremo tornare a casa con la bombola d’ossigeno), e qualche set a ping pong

– Nonno, ma tu lo usi il Viagra?-

– Deeee! Gringo! Servirà a te il Viagra non a tuo nonno!-

– Ma dicono che serve a quelli anziani-

– E ti sembro anziano io?-

– No, tu no, ma “lui” si-

A 13 anni:

Le prime frasi “innocenti”, quelle che le senti e sei fiera come mamma, che le sappia così bene…! Quelle tipo “Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro…” e dici dentro di te “che figlio colto che ho!”; naaaa, scordatevelo, niente di tutto questo. Entra in casa canticchiando, lo fa sempre, solo che una volta intonava “…ma il coccodrillo come fa? Trallalarallalà. Non c’è nessuno che lo sa, trallalarallalà. Non mette mai il cappotto…”, che carino! Tenerissimo. Un figlio modello. Ora invece entra in casa così “Winx! La tua mano nei miei jeans…” e non vado oltre anche perchè non saprei come và a finire visto il patacollo che gli arriva. Poi invece, ci sono le “prese in giro” riferite ai nomi. Chi non ne ha subito. Presumo tutti e lui per primo ma, con i suoi amichetti, hanno inventato delle meravigliose citazioni nei confronti delle loro compagne ma inutile celare come viaggiano i maschietti d’oggi. E inutile è anche nascondere che queste compagne sono quelle più carine. Noi, ricordo, ci limitavamo a dire “Susanna tutta panna” ad esempio, ma loro no. Oh no! Troppo banale, troppo pulita. Loro sono oltre. No, no, è inutile che andate avanti a leggere perchè non mi oso neanche a scriverle!

Ebbene amici, questo è topino e queste sono solo alcune delle frasi celebri dei suoi anni, ci sarebbe un libro da scrivere ma direi che per non perdere il vostro affetto all’improvviso, per oggi possa bastare. Spero quanto meno che possiate iniziare la giornata con un pò di sorriso e… abbiate pietà di me! Bacioni!

Le Sterlizie di Arma

Questa meraviglia è la Strelizia o Sterlizia (in SONY DSCrealtà il suo vero nome è Strelitzia Aiton) ma ognuno la chiama un po’ come vuole e va sempre bene.

E’ originaria dell’Africa e dei paesi tropicali ma, ad oggi, ha la capacità di nascere e crescere veramente ovunque. SONY DSCNe ho visto tante in giro nella mia Valle e quelle che vi propongo in questo articolo appartengono al paese di Arma di Taggia. Ce ne sono molte nelle aiuole e nei giardini della città, questo perchè si adatta bene a diverse situazioni e spesso viene poco considerata reputata quasi banale.

In realtà Strelizia, come piace chiamarla a me, è un fiore bellissimo. Guardatela… mi ricorda un’Upupa, o un meraviglioso e presuntuoso Galletto. Con la sua cresta arancione e il becco blu. Come fa, quel petalo, a saper di dover nascere blu e non come gli altri secondo voi?SONY DSC E di un bel blu acceso per giunta! E, a contenerlo, il calice verde dai bordi rossi, un calice allungato.

Qui da noi, in Liguria, è reputato così gradevole da essere un fiore venduto in parecchie occasioni. Ne abbiamo una grande esportazione soprattutto reciso e decorativo per grossi mazzi. Ma questo fiore non è utile solo alSONY DSC commercio, la sua bellezza, l’ha portato sino a noi, e precisamente nei Giardini Hembury, di Ventimiglia, la prima volta in Italia, e fu subito amato e apprezzato da stilisti e pittori che iniziarono a rendergli omaggio su tele colorate.

Famoso, ad esempio, è il quadro di Man Ray intitolato “L’incompreso”.

Questo fiore, simile alla cresta di un uccello, in Inghilterra viene appunto chiamato “Uccello del Paradiso” o “Lingua di Uccello”. Si dice che abbiastre questa forma (non originale come la Strelizia nata in Africa) grazie ai coltivatori che la trasformarono un po’ geneticamente in onore della Regina Carlotta Sofia Mecklemburgh-Strelitz, consorte proprio di Re Giorgio III d’Inghilterra.

Ancora oggi, questa meraviglia, grazie al suo splendore e il suo carattere decorativo e imponente, è il simbolo di nobiltà e di maestosità. E a decorare ci pensa davvero. Ne basta un solo esemplare per vivacizzare e rendere importante un vaso.

Le chiese, le cerimonie, le stanze…. Elegante, fascinosa, superba. Questo capolavoro della natura, è considerata così pregiata tanto che, presso alcune tribù del Sud Africa, viene usata solo per adornare la capanna del Capo Tribù o dello Stregone. Le sue foglie, coriacee e resistenti, possono prestarsi anche per la realizzazione di incredibili strutture e decorazioni proprio in onore della persona più importante del villaggio.

Essa non ha un vero e proprio uso in campo cosmetico o officinale come le altre piante che vi ho descritto ma, con la tinta arancio dei suoi petali si possono disegnare bellissime immagini che sembrano acquerelli. Un fiore spesso sottovalutato, non apprezzato come si dovrebbe. Ed è per questo che ho voluto regalargli un post, perchè mi piace tantissimo. Per fortuna Arma ne presenta parecchi.

Un bacio topini alla prossima!

M.

Ci provo

Topini! Ho pochi indizi ma sto cercando qualche persona. Vi chiederete se mi sono ammattita….no. La storia è seria, carina e se vogliamo anche commovente. Per caso qualcuno di voi ha un padre o un nonno che faceva parte dell’aviazione e nel 1943 è stato preso a Pantelleria e portato poi in Tunisia dove è stato fatto prigioniero per tre anni? In quella prigione c’era anche Fausto Coppi e un capitano di Genova. Non so altro per ora. Se riuscite, per favore, aiutatemi. Grazie dalla vostra Pigmy.

M.