Sento già i vostri lamenti di tristezza, state bravi per favore, che questo non è un post drammatico, tutt’altro. Ho da dirvi delle cose molto importanti e non hanno niente a che vedere con frasi strappalacrime o commenti di disperazione. Siate allegri, suvvia!
Quando un albero cade per cause naturali, siano esse una valanga, il vento, un fulmine, la forza dell’acqua che scava i pendii, non c’è da rattristarsi, topi! Credete forse che quel tronco possente e quei rami siano ormai morti? Be’, non è così, e vi spiegherò presto il perché.
Lo so che voi esseri umani faticate a vedere oltre ciò che appare, ed è giusto così, ma ci sono qui io coi miei occhi da bestiolina a farvi osservare il mondo con uno sguardo diverso.
Quando un albero cade, viene accolto dall’abbraccio amorevole di Madre Natura, la stessa che l’ha generato, che per tanti, tantissimi anni gli ha permesso di affondare le radici nel suo ventre.
Quando un albero cade, non muore, ma si trasforma in qualcosa di nuovo, di diverso da quello che era fino al momento che ne ha preceduto la caduta. E, fermandosi a guardarlo da vicino, osservandolo anche a mesi di distanza, è possibile vedere tutta la Vita che brulica in lui.
Ci sono alberi che, se cadono al suolo, rigettano rami dal tronco spezzato e abbandonato sulla terra, mettono nuove radici e rinascono.
Ci sono alberi che offrono cibo e materie prime agli animaletti del bosco, grandi e piccoli: formiche, ragni, caprioli… qualcuno ne mangia la corteccia, altri vi scavano dei tunnel, altri ancora ne fanno una dimora sicura e confortevole.
E’ una trasformazione, vedete? Solo un passaggio di stato, così come fa l’acqua da quello liquido a quello solido quando in inverno ghiaccia sui prati, tra le rocce, sui rami… e nella maggior parte dei casi nessuno si dispera per questo.
Ma non finisce qui.
Come immaginerete, un bosco è costituito da alberi giovani e anziani che vivono gli uni vicini agli altri. Quando un albero anziano viene abbattuto dall’età o da una tempesta, gli alberi più giovani assumono il ruolo del “genitore” caduto, crescendo più vigorosi e facendo uscire tutto il potenziale che avevano trattenuto per tanto tempo.
I ceppi di molti alberi, come quelli di Frassino o di Nocciolo, danno inizio a un nuovo ciclo vitale: il ceppo si rinnova completamente e questo li rende in pratica immortali!
Un umano saggio una volta disse “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” e, se vi fermaste a osservare con attenzione la Natura in ogni sua manifestazione, potreste vedere la verità di queste parole.
Adesso vi saluto, topi. Vado a zampettare nel bosco, ho da raccontarvi altre cose interessanti!
Un abbraccio trasformato.