Se lo sapessi ma non lo sappi!

Presumo che ogni Mamma Topa abbia ben di che parlare quando si tratta di strafalcioni da parte dei topini che squittiscono spesso in modo buffo e insensato ma sfido volentieri qualche altro piccolo rattino a battere il mio. Ci sarà? Mah… Vedete, il mio, ha un modo particolare di colpire. In modo molto classico, nonostante inaspettato, passa tranquillo come un treno che percorre lo stesso binario giorno dopo giorno e dopo giorno. Quelle sue frasi, forse per alcuni fin troppo banali, arrivano con un’ innocenza tale e disarmante da lasciarmi sovente senza riuscire a proferir parola. E allora eccovi un piccolo elenco, di quello che le mie sensibilissime orecchie hanno dovuto sentire in questi anni, da colui che è, inutile dirlo…. il mio amore! Non giudicateci, ve ne prego!

A 6-7 anni (classica domanda e classica deduzione logica):

– Mamma, è vero che quando ero piccolo, piccolo ero dentro la tua pancia?-

– Si tesoro-

– E poi sono uscito… e da dove sono uscito?-

– Sei uscito dalla pancia. Hanno fatto un piccolo taglietto sulla pancia della mamma e tu sei nato- (e non è neanche una bugia nel suo caso, avendo dovuto fare il cesareo).

– Un taglietto? E ti hanno fatto male?-

– No gioia, e poi, subito dopo ho visto te quindi, se anche avessi avuto male, sarebbe passato immediatamente-

– Ah! Ok- e se ne và. Dopo due minuti torna. Io stavo cucinando come due minuti prima.

– Mamma, ho capito. Sono uscito dalla tua pancia. C’è solo una cosa che non ho capito… ma com’è che ho fatto a entrarci?-

Tanananà… Nella mia testa hanno iniziato a rimbombare le prime note della quinta sinfonia di Beethoven. “lo sai che hai diritto a una risposta ogni 10 anni” avrei voluto dirgli e invece, dopo attimi di silenzio, con lui che mi guardava in attesa, senza sapere cosa cavolo dire, iniziai a raccontargli la storia dei bacini di mamma e papà cercando di distrarlo. Il momento era arrivato… ebbene si, dopo 4-5 anni, avrebbe saputo la verità ma per il momento, i bacini potevano bastare. Alla prossima, avrei scaricato la patata bollente a Topomarito. Giurin giurello.

A 7 anni:

– Topino, mi spieghi per favore perchè sul diario la maestra è arrivata a doverti scrivere che sei un continuo movimento, non ascolti e t’incanti sempre a guardare fuori dalla finestra? -. (Perchè aveva 7 anni!!! Ecco perchè! Ma la nota era stata presa e dovevo far vedere un minimo d’interessamento).

Lui mi guardò tra il perplesso e il dispiaciuto – Mamma… se lo sapessi te lo direi ma… non lo sappi… cioè non lo passi, non lo sep… –

– Ecco. Appunto. Ora hai capito da solo perchè dovresti ascoltare di più la maestra???!!!-.

A 4 anni:

– Topino! Vieni con la tua zia a comprare il pane che è già mezzogiorno e dobbiamo mangiare? Dai, intanto che mamma prepara-

– Si zia! Ma mi compri il gelato?-

– No topino, adesso mangiamo magari oggi pomeriggio-

– No, dai zia, comprami il gelato per favore!-

– Topino! Dobbiamo mangiare tra poco! Comunque chiedilo a tua madre…-

– Mamma, mamma posso mangiare il gelato?!-

– Assolutamente no-

– Ziaaaa!!! Ha detto di siiiii!!!!!-

Da notare che io e la zia eravamo nella stessa stanza a due metri di distanza.

A 11 anni:

– Mamma, posso non andare a scuola domani?-

– No topino, domani ci vai-

– No dai mamma ti prego!-

– Ma perchè? Stai male? Hai un’interrogazione e non hai studiato?-

– No, no… non è questo…- (noooooooo certo……)

– E allora?-

Si accorge che sono irremovibile e deve cercare di colpire il bersaglio. Filibustiere. Si trasforma. Avete presente il Gatto con gli Stivali di Shrek quando fa gli occhioni dolci? Uguale. – Vedi mamma, penso di aver capito che i professori… vedi… secondo me non mi vogliono bene-

– Oh! Poverino! Certo, certo, l’incompreso! Immagino, ce l’hanno con te sicuramente. Muoviti, fila a dormire che domani vai a scuola-

– Mamma! Sono convinto che nemmeno i miei compagni di classe mi vogliono bene! Ti rendi conto?!-

– Santa Topa Pellegrina! Nemmeno loro! Ma cosa sei?! Un tApino proprio… te misero! Muoviti! Vai a d-o-r-m-i-r-e!-

Và nel letto affranto. Serio – Mamma, mandami papà per favore, devo dirgli di aver capito che i professori non mi vogliono bene, i miei compagni non mi vogliono bene e, adesso, nemmeno mia mamma più mi vuol bene!-

A 11 anni (mio marito fuori per lavoro):

– Dai mamma fammi dormire con te così giochiamo un pò-

– No-

– E dai! Solo stasera!-

– Topino, ormai sei un ometto, quando avrai la fidanzata cosa farai? Venite nel mio letto tutti e due?-

– Ma è solo perchè papà stasera non c’è! E poi scusa, me l’hai sempre detto tu che in Africa, i poveri, dormono tutti insieme e anche i nostri nonni lo facevano perchè erano poveri-

– Ecco appunto topino noi non siamo ricchi ma nemmeno africani, tu hai la tua bella cameretta e visto che ci dormi tutte le sere, non capisco cosa cambia se c’è o se non c’è papà-

– Ma te lo chiedo per favore!!!-

– Ho detto di no!-

– Dimmi solo il perchè!-

– Perchè sei grande!-

– E allora perchè papà che è molto più grande di me ci può dormire tutte le sere con te?!-

A 12 anni:

Topino và bene a scuola, sono contenta di lui ma, la matematica, è davvero uno scoglio insormontabile. Arriva a casa la zia e dopo un pò che parlano gli chiede

– A proposito chicco, come và di matematica?-

– Bene zia! Ho preso 7 e 1/2 di scienze pensa!-

– Ehm…. si, ok, son contenta, ma io ti ho chiesto di matematica!-

– Ebbè? La prof è la stessa!-

A 10 anni (premetto che con mio padre, ancora giovane, lui ha un rapporto particolare, stupendo e parlano di tutto):

Topino e mio padre sotto la doccia dopo una partita a calcio tra di loro ma, di quelle “serie” (quelle di quando un giorno o l’altro mio padre lo vedremo tornare a casa con la bombola d’ossigeno), e qualche set a ping pong

– Nonno, ma tu lo usi il Viagra?-

– Deeee! Gringo! Servirà a te il Viagra non a tuo nonno!-

– Ma dicono che serve a quelli anziani-

– E ti sembro anziano io?-

– No, tu no, ma “lui” si-

A 13 anni:

Le prime frasi “innocenti”, quelle che le senti e sei fiera come mamma, che le sappia così bene…! Quelle tipo “Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro…” e dici dentro di te “che figlio colto che ho!”; naaaa, scordatevelo, niente di tutto questo. Entra in casa canticchiando, lo fa sempre, solo che una volta intonava “…ma il coccodrillo come fa? Trallalarallalà. Non c’è nessuno che lo sa, trallalarallalà. Non mette mai il cappotto…”, che carino! Tenerissimo. Un figlio modello. Ora invece entra in casa così “Winx! La tua mano nei miei jeans…” e non vado oltre anche perchè non saprei come và a finire visto il patacollo che gli arriva. Poi invece, ci sono le “prese in giro” riferite ai nomi. Chi non ne ha subito. Presumo tutti e lui per primo ma, con i suoi amichetti, hanno inventato delle meravigliose citazioni nei confronti delle loro compagne ma inutile celare come viaggiano i maschietti d’oggi. E inutile è anche nascondere che queste compagne sono quelle più carine. Noi, ricordo, ci limitavamo a dire “Susanna tutta panna” ad esempio, ma loro no. Oh no! Troppo banale, troppo pulita. Loro sono oltre. No, no, è inutile che andate avanti a leggere perchè non mi oso neanche a scriverle!

Ebbene amici, questo è topino e queste sono solo alcune delle frasi celebri dei suoi anni, ci sarebbe un libro da scrivere ma direi che per non perdere il vostro affetto all’improvviso, per oggi possa bastare. Spero quanto meno che possiate iniziare la giornata con un pò di sorriso e… abbiate pietà di me! Bacioni!

Cosa sarà?

E per la categoria “Caro Squit” eccovi oggi, nuovamente, un indovinello facile ma molto carino e una filastrocca che tutti gli anni Topo Nonno racconta a noi familiari. Sono ovviamente parole dette in dialetto, una lingua che permette altre rime e suoni rispetto all’italiano. Io ve le tradurrò e vi regalerò un po’ di quel parlato che adoro.

INDOVINELLO N°1

Becca ribecca a nu beve cafè

porta corona e regina a nu a l’è

a gà tanti fioei e mariu nu n’à

chi ghe induvina meigu serà

 

TRADUZIONE:

Becca ribecca non beve caffè,

porta corona e regina non è,

ha tanti figli e marito non ha,

chi ci indovina dottore sarà.

Chi è? Bene, vi lascio pensare.

E poi una filastrocca.

FILASTROCCA

Sette cun sette

catorze cun disette

carantacattru e unze

i fan centu lire riunde.

TRADUZIONE:

7 con 7,

14 con 17,

44 e 11,

fanno 100 lire rotonde.

Cosine semplici ma piacevoli. Ebbene volete sapere chi è la protagonista dell’indovinello? E’ la GALLINA, però voi dovete far finta di non esserci arrivati, altrimenti, Topo Nonno non ci trova più gusto.

Un bacione.

M.

Le Albicocche di topononno

Premetto che le splendide Albicocche che vedete in queste immagini non sono di Topononno ma sono della mia cara Niky.

Niky ha delle Albicocche squisite e bellissime, il loro profumo si sente anche solo passeggiando in campagna. Ma… allora – Topononno con le Albicocche cosa c’entra? – direte voi.

C’entra perchè voglio raccontarvi una storia, una storia vera. E, per farlo, ho “rubato” queste splendide immagini della mia socia contadina.

Topononno ha 93 anni. 93, non 50, o 60, 0 70. 93. Ebbene, Topononno ha un orto, un bell’orto grande, nel quale coltiva tante verdure e tanti alberi da frutto, tranne però, le Albicocche.

Topononno fino a qualche anno fa, aveva e coltivava tantissime campagne, è sempre stato un grande contadino ma, ultimamente, ha dovuto venderle perchè non riusciva davvero più a starci dietro. Il lavoro nei campi è duro sapete? E alla sua età, tutto gli pesa.

Ebbene, Topononno, da che son bambina, mi ha sempre piantato tutto quello che sapeva che adoravo: i Fichi, le Pesche, le Fragole, il Basilico, le Pannocchie di Mais, gli Asparagi, tutto insomma. Addirittura mi faceva il vino adatto a me. Il vino di Uva-Fragola, quell’uvetta dolce e zuccherina della quale ne coltivava un filare di dieci piante solo per me.

– U ghe fa’ ben! – (gli fa bene) diceva. Insomma, questi vizi me li ha sempre dati. Il pensare di potermi sfamare senza conservanti ne’ coloranti, lo faceva andare fiero. Diceva che era meglio un bicchiere di vino che qualche schifezza. E il suo, credetemi, non era vino, era succo d’uva.

Ora, c’è più poco. I Fichi sono quelli selvatici, le Fragole non ci sono più e quel filare di Uva è seccato. Topononno è stanco. E’ un dolore al cuore ma è così.

Bhè, un mese fa circa, sono andata a trovarlo. Purtroppo abitiamo distanti e non posso vederlo tutti i giorni. Vado giù nell’orto. Quel “mio” orto che racchiude i sogni e i ricordi di quando ero bambina. C’è ancora l’albero di Mandarini al quale Topononno attaccava il foglio di carta e mi faceva sparare con il fucile a pallini. Ah! Noi topi sportivi. Diventiamo grandi in modo alquanto spartano.

C’è ancora il filare. Ormai vuoto. Solo qualche raspo mummificato è ancora lì.

io: – Uh nonno! Da quando hai le albicocche? Che buone! –

nonno: – Ah! Ah! Ah! I nu sun miscimì cirilla! I sun perseghi, ti nu cunusci ciù i perseghi?! – (Ah! Ah! Ah! Non sono albicocche cirilla! Sono pesche, non conosci più le pesche?!)

io: – Ma sono piccolissime! Che razza di pesche sono? –

nonno: – Eh! I sun cuscì, i l’averan patiu a sè – (Eh! Sono così, avranno patito la sete)

io: – Sarà, ma son pesche davvero strane –

E gli tiro un baffo. Topononno ha i baffi che, in punta, svirgolano all’insù.

io: – E quindi Albicocche non ne hai? Che peccato! –

nonno: – Ti gai e fighe! Ti gai i perseghi! Ti gai e susene! Ti gai e ciresce! I nu te bastan? – (Hai i fichi, le pesche, le susine, le ciliegie! Non ti bastano?)

Io faccio una smorfia e gli dico che, a luglio, potrebbe anche evitare di mettersi la canottiera di lana. Lui dice che gli blocca il sudore contro la pelle e così sta più al fresco. (Ognuno ha le sue teorie topi ma è arrivato a 93 anni e quindi sto zitta).

Un pò risentito del fatto che gli avevo detto che mi piacevano le Albicocche, risale in casa e pretende che lo ascolto (più che volentieri) nei racconti di quando era giovane.

Con nonno parlo sempre della sua gioventù.

Dopo qualche giorno mi squilla il cellulare. E’ Topopapà, il figlio di Topononno – Pigmy, cosa fai sabato? -, – Mmmmmh…. non lo so papà, sono abbastanza impegnata in questo periodo ma…. perchè? -, – Niente, dice nonno se andiamo a trovarlo -, – Cavoli mi piacerebbe ma non so…. ma perchè, è forse successo qualcosa? -, – Ti ha piantato un albero di Albicocche, voleva fartelo vedere -, – Vengo papà. Dì a nonno che vengo -.

Questo è il mio Topononno.

M.