Ancora in alto – sul Monte Frontè

Placido e imponente, il Monte Frontè (2.152 mt), se ne sta tra la Valle Argentina e la Valle Arroscia simboleggiato da una Madonna bianca a grandezza naturale.

È un monte che offre ospitalità a diverse specie di flora e di fauna, ben visibili, percorrendo il sentiero tra i pascoli che lo taglia e conduce alla sua vetta.

Una vetta tra le nuvole…

Io appartengo alla Valle Argentina e quindi partirò da qui. Da Triora. Arriverò al Passo della Guardia, oltrepasserò il Colle del Garezzo e il suo tunnel e, subito dopo questo, voltandomi a sinistra, noto il percorso che mi permetterà di raggiungere la cima di questo monte chiamato un tempo Monte Frontero.

Vi parlo di una cima ben visibile già da altri luoghi della mia Valle e che tutti conoscono.

Appartenendo alla Catena Montuosa del Saccarello lo si può notare spesso, stagliato contro il cielo, in mezzo ad altri profili montuosi.

Immediatamente, tra quei pascoli infiniti e incontaminati si notano mucche e vitelli ma anche diverse marmotte, affaccendate e attente si muovono su quei prati.

Che grasse sono! Se immobili, si possono facilmente scambiare con i massi chiari di quel territorio ma quando si muovono sono buffissime con tutta quella ciccia che ballonzola su e giù ad ogni loro passo.

In questa stagione il Monte Frontè è ricoperto da un verde sgargiante e su questo morbido tappeto smeraldino possono nascere fiori di rara bellezza e tanti colori che, dolcemente, accolgono svariati insetti e piccoli uccellini.

Pare impossibile pensare che un tempo, tanti tanti anni fa, era un ghiacciaio.

Ho persin avuto la fortuna di immortalare un bellissimo Culbianco e signora.

Guardate che vanitoso: si girava di qua, e poi di là, e poi mostrava il retro. Voleva essere fotografato da ogni parte senza sapere quale fosse il suo lato migliore.

Continuando a camminare su questo sentiero adatto a tutti, anche se l’ultimo pezzo si presenta un po’ in salita, si può ammirare un panorama splendido. Si può vedere tutta la Valle Argentina e tutti i suoi monti dal primo all’ultimo.

Molte volte, in questo luogo, capita di trovarsi davanti ad uno spettacolo singolare e cioè quello di essere al di sopra delle nuvole e sentirsi sopra al mondo.

Siamo a 2.200 mt d’altezza e pare proprio di vivere l’atmosfera di Avalon dove un mare di nubi sovrasta la vallata ma se si guarda in su si può vedere un cielo terso totalmente azzurro.

E’ bellissima, vista da qui, Rocca Barbone. Se ne vede bene la cima e si vede anche la strada che abbiamo percorso a piedi.

Com’è suggestiva da quassù in alto! Con quegli alberelli sopra che sembrano soldatini.

Ancora pochi passi e si raggiunge l’ambita Madonna, costruita nel 1953 e con lo sguardo rivolto verso il mare.

La sua espressione è dolce ed è innalzata su muri di pietra che l’avvicinano ancora di più al cielo.

Attaccate a quei muri sono diverse le memorie di chi ha realizzato tale capolavoro a quell’altezza.

Il riposo è meritato prima di scendere e si può godere di una pace incredibile e un panorama meraviglioso che raddoppia in quanto, giunti qui, si può ammirare la Valle Arroscia, i paesi lontani di Monesi e Piaggia e il Monte Saccarello preceduto dalla nota statua del Redentore.

Alcuni cavalli selvatici dai colori singolari e splendidi rendono il tutto ancora più meraviglioso.

Firmo sul quaderno dei ricordi protetto all’interno del muretto da una copertura in latta. Voglio poter dire che anch’io sono stata qui e simboleggiare questo evento. Dopodiché mi preparo a scendere.

Passerò dal Passo di Garlenda e raggiungerò nuovamente il Colle del Garezzo facendo così un percorso ad anello e osservando altre meraviglie ma tutto questo vi aspetta in un altro articolo.

Continuate a seguirmi quindi, sono persino stata punta da un tafano… non vorrete certo perdervi una cosa così?

Un bacio altissimo, purissimo e levissimo a tutti voi.

Monte Ceppo visto da un’amica

Carissimi topi, oggi vorrei raccontarvi di un angolo meraviglioso della mia Valle (che già conoscete), in un modo un po’ particolare. Ebbene si, vorrei che a presentarvelo fosse una mia cara amica che l’ha visto e ne è rimasta entusiasta.

Il luogo in questione è Monte Ceppo, un luogo incredibile dove spesso vi ho portato (in ultimo, con il mio post “Dalla radura ai Cianazzi”). L’amica invece è Mirial e dal suo splendido blog – Sogni di una Notte di Luna Piena –  miopaesedellemeraviglie.blogspot.it ci decanta questa casa di gnomi e folletti cogliendola in un momento davvero particolare. Ho parlato con Mirial e non potevo permettere di non far vivere anche a voi, topini, queste emozioni. E allora preparatevi, dalla sua rubrica

ha inizio un fantastico viaggio, con immagini strepitose da mozzare il fiato. Questa è la mia Valle amici. Questo è il mio mondo. Queste, le parole di chi l’ha conosciuto:

     “Bentornate nella mia Foresta Incantata, creature del bosco! Come sempre, prima di cominciare ricordo a tutti voi di cosa tratta questa rubrica. Grazie a “Lost in Nature”, vi accompagnerò tenendovi per mano nei luoghi incantati in cui mi condurranno i miei passi e che intrappolerò eternamente nella mia macchina fotografica. Le immagini saranno accompagnate da frasi, scritte di mio pugno o tratte dalla letteratura e dalla poesia, oppure ancora da un “resoconto di viaggio”. Questa rubrica non ha cadenza fissa, la pubblicherò occasionalmente, ogni qualvolta avrò qualcosa da raccontarvi o un posto in cui guidarvi. Se nella scorsa puntata vi ho fatti diventare piccoli piccoli per farvi guardare più da vicino i fiori di Zafferano, oggi invece voglio portarvi sulle nuvole, oltre le cime degli alberi della mia Foresta! Forse penserete che vi sballotto di qua e di là, un po’ rasoterra e un po’ a sfiorare il cielo, ma credetemi, ne vale davvero la pena!!! La vostra fata Mirial qualche giorno fa è andata a Monte Ceppo, luogo di cui vi avevo già parlato qualche tempo fa. Da lassù si gode di un panorama mozzafiato, ma io non potevo minimamente immaginare cosa avrei visto una volta arrivata là. C’ero stata già una volta, all’inizio di quest’anno, ed ero rimasta incantata a guardare l’orizzonte e il susseguirsi di vallate, creste montuose e mare dinnanzi a me. Ma questa volta è stato tutto diverso! La strada per arrivare a Monte Ceppo era degna di un dipinto: gli alberi spogli avevano lasciato cadere il loro manto rosso di foglie al suolo, creando un tappeto uniforme ed interrotto solo dall’asfalto della strada. Il bosco, a tratti talmente fitto da risultare buio e cupo, a tratti rado e luminoso, sembrava surreale, uno di quei luoghi che esistono solo nelle fiabe. Il sole stava calando e tingeva di un rosa acceso i monti circostanti, che sfumavano poi a valle in un freschissimo ed intenso azzurro cielo. Tra una vetta e l’altra, sempre a valle, si insinuava una nebbiolina leggera che si estendeva come un manto su tutto il paesaggio sottostante a me. Più continuavo a salire di quota, più mi sentivo pervadere il cuore da un’immensa meraviglia, ma non era ancora niente paragonato a quello che ho visto poco dopo. Mi è bastato svoltare una curva per ritrovarmi in un posto magico, surreale, ai limiti della realtà! Sotto di me si estendeva un vero e proprio mare di nuvole che ricopriva l’intera vallata, lasciando emergere la vetta su cui mi trovavo e poche altre cime, che apparivano come veri e propri isolotti in mezzo al mare. Il cielo era al crepuscolo e sfumava dal rosa al giallo, fino a stemperare nell’azzurro. Da un lato c’era il sorriso della Luna crescente, dall’altro la vetta di un colle che spuntava dalle nuvole, sembrava Avalon!

Le foto non rendono giustizia alla bellezza cui ho assistito.
Il mare di nuvole avvolgeva tutto sotto di me e per la prima volta nella mia vita mi sono sentita fuori dal mondo, lontana dalla Terra, sospesa in un non-luogo meraviglioso. Mi sembrava di essere in un luogo eterno, dove la pace regnava sovrana e dove non esistevano più il tempo e lo spazio. Una pace indescrivibile si è impossessata di me portandomi quasi alla commozione davanti a tanta bellezza! Non riesco a descrivervi il movimento delle nuvole… era lento, ma somigliava al mare in burrasca, in alcuni punti invece sembrava formare cascate silenziose e tremendamente belle. Insomma, uno spettacolo che non si vede esattamente tutti i giorni! Penso che sia proprio il caso di dirlo: ho toccato il cielo con un dito! Era un po’ come volare, come essere su un aereo, con la differenza che io potevo sentire il freddo sulla mia pelle e potevo ascoltare il silenzio, sentire l’odore di terra umida arrivare alle mie narici… Per concludere la giornata in bellezza poi, scendendo da quel paradiso per tornare a casa, mi sono imbattuta in un piccolo capriolo che mi ha attraversato la strada. Che meraviglia la Natura! E pensare che l’uomo non se ne cura affatto…
Con questo io concludo questo post e spero di avervi regalato un angolo di cielo!

A presto!”

Allora topi, cosa ne dite? Vi è sufficiente questa testimonianza per farvi capire quanto la mia Valle sia affascinante? Grazie Mirial un bacione a te e a tutti voi, la vostra Pigmy.
M.