Topi conoscete il promontorio pianeggiante chiamato La Leca? Probabilmente sì, di nome, ma magari non ci siete mai stati e allora ho deciso di portarvi con me.
Per arrivarci prenderemo il Sentiero dei Piumisti, del quale vi parlai qui https://latopinadellavalleargentina.wordpress.com/2019/12/11/accanto-al-zimun-per-il-sentiero-dei-piumisti/ e, anche questa volta quindi, lasceremo la topomobile dai Cubi dopo aver passato le zone di Gorda e di Grimperto sopra Triora.
Ora questo sentiero non è più ricoperto di neve e mostra un’erba dai colori pallidi. L’unica tinta più accesa è quella del rame che ha superato l’inverno ma anche il verde sta arrivando trionfante.
E’ il verde di foglie tenere che circondano i primi fiori dai petali ancora stropicciati.
Anche il colore del cielo oggi è sgargiante. Un azzurro vivido e intenso. Gli aerei sembrano dividerlo con le loro scie.
E’ un bel sentiero questo, abbastanza pianeggiante, per nulla faticoso e in terra battuta. Offre anche la possibilità di camminare su una moquette naturale. Occorre solo fare attenzione a qualche breve tratto nel quale la strada sembra scavata e può risultare scivolosa. Anche i passaggi sull’ardesia friabile, sporgenti verso l’abisso, sono da percorrere con cautela ma non fatevi ingannare dalle parole che uso per una precisa descrizione. Come vi ho detto, lo possono fare in molti.
Le conifere sono le piante più presenti, soprattutto fino ad arrivare a U Zimun (il Cimone), una montagnola che è considerata un punto di riferimento sia per questo sentiero che per quello sopra, più grande, percorribile anche in auto e che porta al Tunnel del Garezzo. Quella carrareccia passa proprio sopra le nostre teste.
C’è una bella vista da qui su gran parte della Valle e soprattutto sul Poggio di Goina con la sua croce simbolica.
Se si alza lo sguardo si può vedere anche U Cian du Russu (il Piano del Rosso) così chiamato a causa di una pietra che lo forma, simil ardesia, dal colore bordeaux.
Dell’acqua fresca sgorga da quelle rocce formando piccole cascatelle. E’ l’unico punto, vicino a me, nel quale il ghiaccio ancora resiste.
Se mi giro indietro posso invece vedere parte ampia della Catena Montuosa del Saccarello. Il Monte Frontè, del quale ne riconosco la Madonna bianca sulla vetta e U Ciotto de e Giaie (il Piano dei Torrenti).
Grossi spunzoni di roccia si affacciano sul vuoto pronti ad accogliere animali selvatici che si sporgono come ad essere in terrazza.
Tra le Conifere spunta, di tanto in tanto, qualche altro albero e diventa subito parco giochi per Cinciarelle e Cince More. Sono vivaci e allegre mentre svolazzano e cinguettano in mezzo a quella natura. Sono molto più gaie rispetto ai giorni precedenti. La Primavera sta arrivando e loro lo sentono.
Costruiscono persino i loro nidi, nei tronchi cavi, pronti ad accogliere le piccole uova che a breve deporranno.
La Leca la si vede già da lontano, il suo promontorio si distingue e non vedo l’ora di arrivare.
E’ un luogo bellissimo, sembra una prateria come quelle che si vedono nei film sugli Indiani d’America ma qui, anziché avere Bisonti, abbiamo le nostre simpatiche e bianche Mucche che vengono a nutrirsi di questa erba incontaminata. Ci sono infatti delle vasche che servono da abbeveratoi.
In lontananza si scorgono dei Caprioli, mangiano e trotterellano a quest’ora del mattino. La natura sembra in festa e io mi godo la pace assoluta che La Leca regala.
Una traccia, al centro dei suoi prati, appare come un sentiero che porta fino alla fine del promontorio e permette di ammirare un bellissimo panorama. La Valle si distende ed è meraviglioso osservarne i monti.
Si può anche vedere bene il sentiero che abbiamo percorso per arrivare sin qui. Taglia la montagna in mezzo a quell’erba in discesa.
Il Carmo dei Brocchi, da questo punto, mostra una bellezza che non ha eguali. E’ meraviglioso.
Qui, i Narcisi selvatici incontrati prima lasciano il posto ai Crocus bianchi e violetti.
Una volta giunti su questo piano e aver goduto della sua bellezza si può tornare indietro ammirando il tutto da una nuova prospettiva. Ancora meraviglia.
Che altro dirvi Topi miei?
Vi è piaciuto questo giro? A breve, questa zona, sarà ancora più ricca di fiori e di insetti di ogni tipo, come le farfalle ad esempio. Ci sarà ancora più vita. Vi consiglio quindi di venire a vederlo.
Io vi mando un bacio enorme e vi aspetto per il prossimo tour.