La favola di Pinocchio raccontata da Pigmy

E oggi è giorno di puro divertimento topi! Oggi ci raccontiamo una bella favola!

All’inizio di questa avventura virtuale, e stoSONY DSC parlando di questo mio blog, avevo citato, solamente accennandolo, un luogo nel quale io e topino siamo stati,  veramente bello. Rivedendo quel povero e breve post, accompagnato da un’unica immagine, mi sono detta che, forse, quel luogo incantato meritava di più e a voi poteva sicuramente interessare.

Quel vecchio articolo, di quasi due anni fa, l’ho cancellato ma SONY DSCho tenuto caro il commento della mia prima amica-follower carissima topina di città, nonchè investigatrice, Miss Jessica Fletcher. Aggiungete “Dear” a questo nome e vi ritroverete catapultati in un bellissimo blog che racconta di Genova e di altre meraviglie, la quale mi confidava, in quel commento, di aver risvegliato in lei un bellissimo ricordo di quand’era bambina. E’ stato questo che mi ha spronato a pensare che anche a qualcun altro potevo far rivivere magiche giornate di un tempo, oppure, far crescere la voglia di andarci. Perchè merita topini.

Sto parlando del paese di Collodi e del meraviglioso mondo di Pinocchio e la sua favola che si svolge in un parco, dove il divertimento è assicurato. E allora che ne dite? Volete venire con me? Partiamo.

A COLLODI, TRA UNA BUGIA E L’ALTRA

Là, dove il compagno di tutti i piccoli topini vive ancora beato nel parco a lui dedicato. Siamo a Collodi, un piccolissimo paesinoSONY DSC toscano aggrappato ad un altrettanto piccola collina. Oltre al suo parco stupendo, ricco di fiori, cigni e statue gigantesche, oltre alle sue stradine piene di botteghe e verde tutt’intorno,SONY DSC esiste l’ambientazione del paese del giovane burattino. Sembra di essere davvero in una favola dove son concessi i giochi, gli scherzi e perchè no, anche qualche bugia. I negozi e le trattorie hanno tutti nomi tipo: “La bottega di Mangiafuoco” o “Trattoria Fata Turchina” e tutti i personaggi del racconto di Carlo Lorenzini, detto “Collodi”, vengono nominati: Geppetto, il Gatto e la Volpe, Lucignolo…

Il parco giochi, adatto ai bambini ma stupendo anche per gli adulti, è un parco come quelli di una volta, ricco di idee davvero originali come ad esempio la scacchiera gigante, la balena che spruzza l’acqua, le miniature, i mosaici.SONY DSC La maggior parte dei giochi è realizzata in legno per mantenere quel non so che di artigianale e di un tempo. Inoltre Pinocchio era una marionetta e, in quel luogo, che odora di bosco e di fiori, ti senti anche tu un burattino di legno. Ad ogni angolo ci sono statue in bronzo realizzate dallo scultore Emilio Greco che ti accompagnano per tutta la giornata raccontandoti anche loro la famosa fiaba. Sono stati posizionati anche dei registratori, SONY DSCnascosti nelle siepi, dai quali esce il verso di alcuni uccelli e vari rumori della natura e pare proprio di essere immersi in un luogo incantato. Finalmente un posto nel quale mentre i piccoli giocano, i grandi topi possono rilassarsi un po’, sotto le fronde degli alberi, senza perderli di vista.

E’ molto tranquillo, forse poco conosciuto o, più probabilmente, l’atmosfera che si respira, regala a tutti una dose di educazione e rispettoSONY DSC da mantenere verso gli altri. Non aspettatevi infatti quei mega giardini, pieni di gente, con divertimenti mai visti, mega scivoli e giostre tecnologiche, niente di tutto questo. Sembra il parco giochi dei nostri nonni.

Le siepi curate, il labirinto, la casa della fata turchina, il tesoro nascosto, le macchinine di latta e la fiaba SONY DSCtridimensionale e meccanica che si muove a fatica, affascinano anche gli adulti. Diversi sono anche i giochi d’acqua che, arrivava a noi, tramite spruzzi improvvisi e inaspettati. La stessa grande balena è immersa in uno stagno e, dalla sua testa, esce un getto potente di acqua fresca. Ci si può entrare dentro e sentirsi inghiottitiSONY DSC come il povero Geppetto e il birichino Pinocchio.

Si può entrare nel carro di Mangiafuoco e sentirsi mossi da fili, oppure, si possono ascoltare i saggi consigli del Grillo Parlante. E ci sono i ciuchini, la capretta, i cattivi pensieri e le gioie finali. Ci sono gli insegnamenti e le ricompense. Ci sono stelle, farfalle, i finti nasi di legno da mSONY DSCettersi con l’elastico e le monete d’oro da seminare.

E, nella piccola boutique, si trovano tutti giochini fatti in materiali naturali. Provate a considerarla una possibile vacanza. Sono sicura che vi divertirete un mondo mangiando zucchero filato e lecca-lecca di glassa dolce… oh no! Davvero! Non è una bugia!

E ora topini, per finire in bellezza e sempre sognando, vorrei lasciarvi con una canzone a me molto, molto cara. S’intitola “Lettera a Pinocchio”, e quella che vi propongo è l’originale, cantata da Johnny Dorelli. Ebbene, a me invece la cantava tutte le sere il mio papà quando mi metteva a nanna e, secondo me, è una canzone meravigliosa. Un bacione a tutti e buona vacanza!

M.

La Farfalla: le sue ali, pagine di fiabe

Commento prettamente personale. Non ho mai creduto alla fine del mondo che avevano programmato per il 21 dicembre 2012. Ho sempre creduto piuttosto, e sperato, in una nuova Era nella quale mi auguro si possa essere tutti migliori. E si possa anche pensare in modo migliore. Una sorta di rinascita, di cambiamento, di quando ci si accorge che così non va.

Il simbolo per eccellenza di tutto questo è un animale davvero particolare. Bellissimo. La Farfalla.

Un insetto che conosce bene il miracolo della trasformazione. Da bruco a meraviglia alata.

Questo lepidottero invertebrato è compreso in un numerosissimo gruppo di specie. Le Farfalle della mia Valle sono tra le meno colorate di quelle che si possono incontrare in natura ma sono anch’esse stupende con delle tonalità e tocchi di colore indescrivibili. Vi è mai capitatomadagascar1 287 di vedere ad esempio quelle piccoline, azzurre, volare tutte insieme sopra ai Non Ti Scordar Di Me? Hanno un volo particolare. Veloce. Sono bellissime e quelle loro sfumature color acciaio le rendono luccicanti.

Alcune di loro, invece, grazie ai colori della polverina delle loro ali, si mimetizzano. Esse possono essere sia diurne che notturne, come le Falene, ma quest’ultime, meno conosciute e meno apprezzate, sono una razza che racconterò in un altro post.

Non è vero, come si dice, che la Farfalla vive dall’alba al tramonto e poi muore. E’ una credenza popolare. E’ vero che qualche razza, poche, vivono 48 ore non di più ma, la maggior parte di esse, pur avendo vita breve, arrivano spesso a godersi in vita tutta l’estate. Altre invece, potete credermi, vivono anche cinque o sei anni ma stiamo parlando di razze più grandi e che difficilmente troviamo originarie dei paesi Europei.

Nascono sempre nei periodi caldi dell’anno in cui non solo vengono al mondo ma, da adulte, si riproducono anche. Le uova vengono deposto sulle foglie delle piante (adorano l’Ortica e l’Edera) e possono essere in bolle singole o a grappolo e da esse nascono i bruchi, le larve, che si cibano delle stesse foglie sulle quali sono appoggiate.

I bruchi mutano tre o quattro volte la pelle e, per sorpassare l’inverno, con quella stessa pelle, formano le crisalidi. Sarà da lì che, la primavera successiva, con i primi tepori, uscirà la Farfalla completamente formata. A metamorfosi completata sarà considerato un insetto adulto e sarà pronto per svolazzare di fiore in fiore a succhiare con la sua linguetta, chiamata spiratromba, tutta attorcigliata, il nettare migliore.

Sono così golose e mangione da cibarsi di tutto il polline presente, addirittura rendendo a quel fiore impossibile la sua riproduzione. E’ per questo che servono in natura, per non far aumentare smisuratamente la procreazione di alcuni vegetali che sarebbero, altrimenti, un po’ troppo presenti. Sono purtroppo poche però le Farfalle che riescono ad arrivare a questa fase, in quanto, quando sono ancora larve, sono anche un ghiotto bocconcino per tantissimi predatori: anfibi, rettili, uccelli. Inoltre, il luogo dello stadio larvale, dev’essere ben soleggiato e privo di correnti d’aria quindi, se si taglia un albero, si può causare la morte di alcuni bruchi a causa di venti freddi dai quali non sono più riparati. Quell’albero, faceva loro da scudo.

La Vanessa, il Macaone, la Cavolaia, tutte Farfalle fantastiche che popolano i nostri boschi, i nostri prati, i nostri sentieri.

E quanti detti sono stati inventati sulla loro esistenza: “Rincorre le Farfalle” per intendere uno che perde tempo – “Ti faccio vedere la mia collezione di Farfalle” per riuscire a rimorchiare una donna – “Variopinta come una Farfalla” per far capire come una cosa sia coloratissima e poi ancora: “Chi tosto si credeSONY DSC ha l’ali di Farfalla”, “Non ti vantar Farfalla, tuo padre era un bruco”, “Scherzando intorno al lume che t’invita, cara Farfalla perderai l’ali e la vita”. Quanto significato in semplici modi di dire non trovate?!

La Farfalla amata e adorata da un’infinità di poeti a partire da Neruda, fino ad arrivare alla Dickinson, e poi Saffo e la Merini, tutti ipnotizzati dalla sua bellezza.

E pensate, esiste addirittura un movimento, chiamato “Effetto Farfalla” in cui si dice che, il minimo battito d’ali di una Farfalla, sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Questa è soprattutto una citazione orientale che ci fa capire come, a volte, da una cosa piccola può crearsi una cosa molto più grande e magari anche con gravi risultati. In quanti mondi è conosciuta! E sapete, è presente anche in tutte le mitologie del pianeta Terra.

E’ Psiche in quella greca, ossia la personificazione del respiro dell’anima, una realtà concreta; in quella azteca invece, la Farfalla ha gli artigli e il Papalot, dal quale ha preso il nome nel francese Papillon. Per i Romani era l’anima che usciva dal corpo. Nella mitologia irlandese, la Dea sposa del Dio Mider, era stata trasformata in una pozza d’acqua dalla prima moglie del Dio, gelosa di lei. Dalla pozza uscì un bruco che si trasformò in una magnifica Farfalla che tutti gli Dei decisero di proteggere poiché aveva poteri miracolosi. Anche qui, quindi è evidente, il simbolismo della vera essenza dell’essere liberato dall’involucro della materia. L’essenza dell’anima. La trasformazione. La rinascita. Di una Farfalla e di ognuno di noi. Per una nuova esistenza. Un nuovo senso della vita.

Ecco la fine di un mondo precedente per permettere al nuovo di prendere il suo posto. E ora, vi lascio con una frase letta a Collodi, sì, nel paese di Pinocchio e dei balocchi. Una frase che ha accarezzato la mia mente. Nicola Russo ha scritto su questi esseri incredibili una citazione molto carina e mi fa piacere condividerla con voi: “Un giorno un bambino avvicinò uno studioso che osservava una farfalla. Gli chiese cosa facesse e questi rispose – Voglio scoprire di cosa sono fatte le ali di una farfalla -. Il bimbo sorrise e disse – Sono fatte delle pagine delle favole che hai letto a tuo figlio – e volando se ne andò.”

Vi aspetto per il prossimo post, buon proseguimento a tutti.

M.