Oggi ho pensato di portarvi in un luogo che apre gli occhi su distese infinite e verdi pascoli.
Oggi ho pensato anche che, se non avessi avuto la macchina topografica con me, non avreste potuto credere al mio entusiasmo ma posso dimostrarvi il mio Eden attraverso le immagini. Vi dico solo che ero talmente emozionata da dimenticarmi persino di fare la mia pausa caffè a metà mattinata… e ho detto tutto.
Cammineremo sulle creste dei monti e saremo circondati dalle cime più belle della Valle Argentina ma non è finita qui. Amate gli animali selvatici? E… gli spaventi? Ehm… E le avventure? Bene, ho capito che vi piace il programma e allora forza! Partiamo! Si va sopra a Cima dell’Ortica!
Dopo Triora si prosegue verso Passo della Guardia e poi ancora verso Colle del Garezzo. Parcheggiata la topo-mobile si inizia a zampettare verso il Tunnel del Garezzo di cui spesso vi ho parlato.
Dobbiamo andare dall’altra parte di questo breve traforo.
Sono assieme a Topo Fotografo e Topo Condottiero e proprio mentre osservo, con aria serena, la cima del Monte Frontè (2.152 mt) sopra il mio muso, simboleggiata dalla sua Madonnina, qualche Camoscio spunta dal di sotto dirigendosi correndo verso il punto che stavo ammirando.
Anche Topo Fotografo inizia a correre per poterli immortalare nella loro arrampicata. Lo lascio andare da solo per non rovinargli il momento con qualche mio <<Uh!>>, <<Oh!>>, <<Belli!>>, <<Guarda!>> e quindi lui, dopo diversi passi, si ritrova a parecchi metri davanti a me.
Metri che mi regalano una prospettiva terrificante quando uno dei Camosci, arrancando agilmente, fa cadere un masso grande quanto un cocomero che a me sembra diretto proprio sulla testa del Topo amico. Da quell’altezza, e a quella velocità, sembrava un enorme proiettile e ho immaginato il peggio. Mi blocco. Avevo Topo Fotografo in posizione, masso a mezz’aria e Camosci volteggianti sopra. Un’immagine per il concorso “Big Picture Natural World Photography Competition” ma ero così atterrita che l’ultimo pensiero fu quello di fare – click! -.
Bene, finito il tutto, si prosegue, mentre il mio piccolo cuore sensibile cerca di riprendersi. Topo Fotografo aveva ben visto che quella pietra era distante da lui pertanto sgambettava con giubilo verso il tunnel mentre io, invece, avevo ancora le ginocchia molli.
Un Orbettino, lucertola senza zampe (sì, è una lucertola) innocua di montagna, giace defunta in mezzo alla strada ma non sono ofidiofobica e quindi non svengo. La lasciamo lì, qualche rapace se ne nutrirà.
La bellezza del panorama mi distrae ma la pioggia e il vento forte, che nella galleria sembra un vortice, quasi ci obbligano a stare bassi, camminando curvi, e passato il tunnel si sceglie il sentiero a destra protetto dagli alberi.
È in quel momento che Topo Fotografo sente il verso di un Gallo Forcello e decide di andarlo a catturare con il suo obiettivo. Mentre cerchiamo di capire in quale Rododendro il pennuto si nasconde, un’Aquila Reale spunta dal colle e ci viene incontro. Non ho avuto neanche il tempo di stupirmi per il chiacchiericcio del Fagiano di Monte (altro nome del Gallo) che, un’altra grande emozione, stava già sorvolando verso di me avvicinandosi sempre di più.
Una splendida e austera Aquila Reale ci oltrepassa guardandoci con il suo occhio acuto. La mia professionalità incredibile da birdwhatcher la scambia per l’impavido Galletto e invece no, è proprio lei, la Regina della Montagna.
Passa lenta, elegante, potente. Si lascia fotografare da una parte e dall’altra, il mio cuore batte forte ma, dopo qualche scatto, non c’è tempo da perdere, non dimentichiamoci del Gallo!
Decidiamo di salire in cresta a Cima dell’Ortica per scorgerlo da sopra ma lui prevede la nostra mossa e s’innalza in volo assieme ad un compare con il quale stava discutendo animatamente.
I due Galli li ho invece scambiati per due Gazze ma, fortunatamente, con me c’è sempre Topo Fotografo altrimenti avreste nozioni di avifauna che Linnaeus si ribalterebbe nella tomba.
Ora siamo nei pressi di Monte Monega (1.882 mt)
Il vento è così impetuoso che Topo Condottiero si rifiuta categoricamente di salire sulla sua vetta che ha un’umile croce di ferro piantata a terra.
Il mio sguardo può comunque aprirsi su un paradiso terrestre. Vedo da qui Carmo dei Brocchi al quale sorrido.
Vedo i paesi di Andagna e Triora, uno di fronte all’altro, in mezzo alle nuvole e in mezzo a un verde cupo e vivido. Vedo anche più giù, fin sulla costa, fino al mare e le città, anche se c’è foschia.
Ci accovacciamo quindi dietro a dei massi per ripararci e nuovi spettacoli si aprono davanti a noi. Per prima cosa… quel Tutto.
Meraviglioso… pascoli verdi, distese infinite, cornici di monti solenni ci abbracciano dove la natura mostra tutto il suo splendore trionfando.
Un Camoscio bruca vicino a uno dei Casoni di Corte, proprio sopra a Case Loggia e, qualche attimo dopo, altri Camosci, scendono in fila da una scarpata.
Sono in alto. Vedo tutto da qui. Vedo le due parti del traforo e tutta la mia Valle.
Allodole e Prunelle svolazzano allegre spuntando all’improvviso.
Un rapace (che non chiedetemi cos’era) color nocciola, ci offre il suo particolare volo a spirito santo.
Con tutti quegli uccellini intorno, ricordo la canzone che intonava Cenerentola alla sera quando, anni fa, lavorai per la Walt Disney Production e mi infilarono in quella fiaba con altri topi – I sogni son desideri… di felicitaaaaa’!… -. Ah! L’animo romantico mi esce raramente ma quando arriva… arriva!
Estasiati e arricchiti da quello splendore possiamo decidere di far ritorno ma, dopo pochi passi, Topo Condottiero mi suggerisce di rallentare e sgattaiolare accucciata come un topo in trincea. Aveva ben ragione.
Appena scavalcata la colla, un gruppo di Camosci, a pochi passi da me, stava beatamente intento a prendersi il sole.
I bovidi mi vedono, mi guardano come a dire << De chi ti sei a fia??? >> (classica espressione della zona) e poi iniziano a scendere. Che meraviglia! Così vicini non li avevo mai visti. Corrono leggeri come piume trasportate dal vento. Alcuni hanno grandi pance, femmine incinte probabilmente, e questo mi fa sperare di poter presto vedere qualche tenero cucciolo. Sono incantata.
Topo Condottiero segnala a Topo Fotografo quella bellezza e gli scatti si sprecano alla grande ma non facciamo a tempo a rimirar quello splendore che i Camosci si moltiplicano proprio come a volerci fare un regalo.
Colmi di gioia ci porteremo in tana tante immagini e quindi tanti ricordi.
Il cuore pieno della nostra terra. Un’escursione bellissima. Facile da percorrere per chiunque ma ricca di piacevoli sorprese.
Ora, però, devo riprendermi un attimo. Non è stato facile superare tutte queste emozioni. Fatemi riposare che tra poco si riparte per una nuova avventura… no stop.
Un bacio emozionatissimo a voi.