Quando scrissi l’articolo “Il ruio dellacqua” tempo fa, non sapevo assolutamente nulla sul luogo che vi descrissi, pur essendo della mia Valle, e mi limitai a raccontarvi ciò che mostrava il territorio e le sensazioni che suscitava in me.
Gli diedi persino un nome inventato di sana pianta, tanto da potermelo ricordare. Dopo aver postato l’articolo a esso dedicato e averlo poi collegato anche alla mia nuova pagina Facebook, molti cari topo-amici, leggendo, iniziarono a darmi tutte le informazioni necessarie per assaporare al meglio la bellezza sia fisica che spirituale di quel luogo, tanto che ho deciso di scrivere un altro post per rivelare a tutti scoperte davvero sorprendenti ricche di fascino, mistero ed emozione.
E allora, ringraziando vivamente i miei informatori come Serena, Vanna e Giancarlo, vi dico già che quella zona in realtà si chiama “Monte delle Forche” e non “Ruio dell’Acqua” come l’avevo soprannominata io.
Il nome mi era stato suggerito dalla fontana, unica costruzione presente in quel preciso punto, che regna indisturbata al centro della natura e che oggi ho scoperto chiamarsi “Fontana di Gorda”. Una fonte dalla quale l’acqua fresca esce limpida e prorompente.
Il nome Monte delle Forche (conosciuto anche semplicemente come “il Monte”) gli è stato dato già in antichità, essendo stato palcoscenico di sacrifici umani, pene capitali, ma anche di torture nei confronti delle streghe.
Si parla persino del ritrovamento di un cadavere, risalente a qualche anno fa. Una povera anima è infatti stata trovata proprio lì, forse dopo essere andata per funghi, non ne so molto. E non ne so molto nemmeno su un altro macabro episodio: pare che, molto tempo fa, sia anche stato impiccato un uomo da quelle parti. Mi vengono i brividi al sol pensiero!
Come vi dicevo anche nell’altro articolo, da qui si ammira un panorama splendido e si vede il borgo di Triora dall’alto. Una meraviglia.
Si arriva anche al Camposanto di Triora e questo percorso ha un passato davvero struggente, l’ultimo pezzo di strada prima di giungere a morte certa. Questo valeva peri giustiziati, tra i quali c’erano forse anche delle streghe, che dovevano passare da lì con le mani legate dietro la schiena. Il Cimitero di Triora, infatti, un tempo era un Fortino e proprio in quel punto venivano eseguite le pene mortali.
Ma, andando ancora più indietro nel tempo, pare che qui siano rinvenuti persino degli insediamenti preistorici risalenti all’età del Bronzo e del Ferro.
Oggi, in questo luogo così pregno di memorie, viene portata ogni anno, la seconda domenica dopo Pasqua, la statua della Madonna della Misericordia per celebrare un voto che la gente di Triora fece molti anni fa proprio alla Vergine Maria. Si tratta dell’aver chiesto alla Madonna un aiuto per debellare le cavallette che distruggevano gli estesi campi di grano, un tempo cibo primario per gli abitanti della Valle Argentina.
Il loro desiderio venne esaudito, per questo vige tuttora tale cerimonia.
Spero che questo tour vi sia piaciuto nonostante vi abbia riportato in un luogo già visto, ricco di informazioni nuove che affascinano.
Un bacione!
P.S. Nell’articolo allegato trovate le indicazioni su come arrivare in questo posto. Squit!