Il mio grosso grasso incontro montano

A voi è mai capitato di gironzolare nei verdi prati dei monti e fare un incontro come questo? Sì, voglio dire, un incontro un po’ particolare e soprattutto… ravvicinato!  Come potete vedere, amici topini, ho passato un pomeriggio con dei simpatici Maiali. I Maiali sono aggressivi spesso, ma sanno essere anche docili, socievoli e anche, tra di loro, molto affettuosi.

Venite con me, ve li presento.SONY DSCSono chiamati comunemente Maiali o Porci ma il loro nome scientifico è Sus Scrofa Domesticus. Se vogliamo essere ancora più precisi però, solo la femmina è chiamata Scrofa, mentre, il maschio è chiamato Verro.

E’ un mammifero ed è, possiamo dire, onnivoro. Il colore della pelle e delle setole, e qui potete vederne di due tipi, è dato dalla pigmentazione. Quello che vedete rosa, e che è il maiale più comune, è semplicemente depigmentato.SONY DSC Ne esistono però di altri colori come quelli neri o quelli pezzati e possono avere il pelo più lungo o quasi assente. E’ un pelo duro il loro chiamato appunto setola.

E’ un animale tenuto da conto e presente, pensate, anche nell’oroscopo cinese; le persone nate in alcuni anni, e quindi appartenente al segno del Maiale, come quelli del 1947, 1959, 1971, 1983, 1995 o 2007 sono quindi SONY DSCGalanti, e nobili. Avranno veri amici sempre al loro fianco“.

E un po’ di nobiltà, nella sua goffaggine, il Maiale ce l’ha davvero. Beh, insomma, non vi sembra un po’ il Re in una fattoria? Non capisco perchè, in parecchie zone del mondo, il suo nome viene usato più per offendere che non per elogiare.

Gli piace gironzolare, lavarsi nel fango e sonnecchiare al sole.SONY DSCE’ così che si tiene pulito mentre, la maggior parte della gente, associa il suo nome allo sporco e alla schifezza. Prima si rotola nel fango e poi lo fa asciugare. Quando secco, il fango si scrosta dalla sua spessa pelle e porta via anche lo sporco. Un imbrattamento salutare. Si fa uno scrub! Non storcete ‘sto naso… pensate che gli esseri umani, per far la stessa cosa, pagano fior di quattrini nelle SPA e dall’estetista!SONY DSC Il Maiale è un animale che pur non dandolo a vedere è molto curioso. Pensate che, questi esemplari, appena ci hanno visto, si sono avvicinati subito alla macchina. Il timore non gli ha permesso di venirci proprio sotto al muso ma li ho visti vogliosi di fare la nostra conoscenza e, con un po’ di calma e pazienza, ciò è accaduto. SONY DSCChe buffi che sono! Con quel naso umido, moscio e tozzo che usano, grugnendo, quasi come un aspirapolvere e quel codino che vorrebbe scodinzolare ma proprio non riesce. Sono cugini primi con il Cinghiale che, nella mia Valle, è molto presente. SONY DSCBestie possenti, pesanti, dalla forte stazza. Pensate che il Maiale più grosso del mondo è arrivato a pesare ben 900 kg e ad essere lungo 2,5 mt. Queste sono cifre da record ma posso assicurarvi che non sono per niente piccoli. Grandi e anche molto intelligenti.SONY DSC I Maiali non sono assolutamente stupidi e, come la maggior parte degli animali, sanno riconoscere presto chi gli vuol bene e chi no. Potrà sembrarvi strano ma sono tanto sensibili. Adesso però è bene lasciarli un po’ stare, non vorrei disturbarli troppo e approfittare della loro tolleranza. In fondo, siamo in casa loro.SONY DSC Perciò vi saluto cari topini e saluto anche loro con una carezza sul muso.

M.

Pigmy e la testa tra le nuvole

Cari roditori, quest’oggi, vorrei allietarvi nuovamente con una delle mie tante avventure. Infinite, oserei dire, in quanto continuano ad accadermene. Il bello di questa che sto per raccontarvi è che mi accadde al mattino, appena sveglia, quando ancora non hai infilato la spina e, di acceso, hai soltanto un piccolo led nel cervelletto che riesce solamente a farti lavare le zampette, gli incisivi, il muso, e dare due lappatine ad una ciotola di latte.

Quella, era una bella mattina di sole. Esco con il mio topo cane per andare al lavoro. Come mi succede sempre (figuratevi quindi appena sveglia) pensavo alle cose mie. Si, ho sempre la testa tra le nuvole. Passo le giornate a scusarmi con la gente che mi accusa di non averla salutata il giorno prima.

A parte il fatto che, definirmi miope, è come farmi un complimento (mia madre dice infatti che all’ospedale dei roditori la sua vera figlia è finita nella famiglia delle talpe, nostre vicine di tana) ma sono davvero sempre a pensare alle mie cose, vivo in un mondo tutto mio.

Bene, quella mattina, usciamo dal mulino. Il mio cagnone davanti e io dietro. Probabilmente topocane mi stava anche parlando ma, chi può saperlo, chissà dov’ero io con la testa.

So solo che, non sentendo arrivare risposte dalla mia bocca si gira per guardarmi e….. magolamagamagia! Puff! Io non c’ero più.

Si! Stavo tranquillamente zampettando – trallalà, trallalà – quando, ad un certo punto, il vuoto sotto di me, e sono stata ingoiata dalle viscere della terra. Niente panico, vi spiego meglio.

Ho messo una zampa su un tombino ma, esso, anzichè reggermi, ha pensato bene di basculare scendendo da un lato e aprendomi così le porte dell’inferno. Sono praticamente rimasta con una gamba dentro e l’altra fuori, in alto, stile Nadia Comaneci, dato che ero incastrata con il bacino (e meno male, altrimenti a quest’ora ero in Australia).

Il mio cane, che è un cane di grossa, ma molto grossa taglia, si è così tanto spaventato da sfilarsi il guinzaglio e iniziare a saltellare sul bordo del tombino guardando disperatamente la voragine sotto di me. Sul suo viso era dipinta l’espressione che diceva “Questa volta la perdo!“. Volete che vi descrivi invece anche l’espressione di un signore che passava e mi ha scorto poi tra le zampe del cane saltellante, vedendo di me, solo la testa e un piede? Volete anche che vi dica che eravamo davanti al bar (nel centro del paese) pieno di gente che faceva colazione? Dettagli che fanno la differenza.

Ovviamente il signore, anche lui abbastanza di grossa taglia, dopo aver boffonchiato un “Ma porc……“, si è precipitato subito a soccorrermi.

Con una mano prende me per un braccio e con l’altra prende il cane dal collare e, grida a me – Stai fermo un attimo! – e al cane – Dai, salta su! -. Io ero davvero fermissima anzi immobile e, il cane, già saltava parecchio.

Riordinata la confusione mentale e riuscito a bloccare il mio amore peloso, si rivolge a me con più magnanimità – Signorina… ma cosa combina… – sempre la stessa frase, che mi sento dire da anni.

Dai, mi dia la mano venga -. E tira, e tira, e tira. Niente. Un pò mi dava del “Tu” e un pò del “Lei”, era in confusione anche lui.

Credendo fossi rimasta incastrata con le anche, il signore a momenti sviene. Ma vi pensate se avessero dovuto tagliare tutto il marciapiede per liberarmi? In realtà quello che mi tratteneva, ma al signore non riuscivo a dirlo perchè ridevo come una matta, era il fango nel quale ero sprofondata che, come le sabbie mobili, mi avvinghiava con forza la gamba e i jeans puliti.

La gente intanto stava iniziando a fare la fila per vedere lo spettacolo e, miracolosamente, il gentil signore, ad un certo punto, riesce a scardinarmi da lì tirando su: me, chili di pietrisco, terra e fanghiglia.

Il gestore del bar, che è un amico, accorso tra i primi assieme al passante, non riusciva a respirare da tanto che rideva e, non so chi, ha chiamato rinforzi. Fatto sta che, in men che non si dica, ero circondata da vigili e ambulanza.

Non ce n’era affatto bisogno ma qualcuno si è probabilmente preoccupato tanto da mandare persino il veterinario.

Si rideva tutti, ma ringrazio chi comunque, ha chiesto aiuto (un topovigile, mi ha anche aiutato a pulirmi). Ho portato per due mesi circa, una palla grossa come un’arancia nella chiappa sinistra con tanto di ematoma. Un ematoma, per intenderci, che dovevo massaggiare tutti i giorni per farlo andare via. Non potevo nemmeno sedermi. Oggi, il barista ancora ride e, il mio cane, ogni tanto mi dice – Te l’ho detto mille volte di non andare a visitare le fogne che lì, i ratti son cattivi -. E ora ridete anche voi, è finita, ridete pure.

A tutti, un abbraccio fangoso.

M.