Viene chiamata la Bianca Signora

E non é la mia cara amica amica Maga Gemma!

Un giorno, un umano, un certo Gianni Agnelli, proferì una frase che la dice lunga. Egli affermò: “La signora di classe non è quella che quando passa fa fischiare, ma quella che fa calare il silenzio” e io sono proprio convinta che l’imprenditore intendeva rivolgersi a lei, la Bianca Signora.

La neve, topi! La neve della Valle Argentina. Oh, sì! Ne sono convinta, perché nessun altro, come lei, riesce a far calare così il silenzio. Tutto tace sotto il suo candido manto. È fredda, bagnata, gelata ma affascina tantissimo.

Ci basta pensare e osservare i suoi cristalli, i famosi fiocchi di neve, per comprenderne il fascino e la bellezza. Non ce n’è uno uguale all’altro, sapete? Hanno simmetrie complesse e incredibili che vedono artefici il vento, il microclima, l’atmosfera e molte altre caratteristiche meteorologiche e chimiche che, già a livello molecolare, in qualche modo lavorano nei confronti della loro formazione.

Ricoprono ogni cosa, senza pietà, ma con pacatezza e gentilezza.

Salvo durante le tempeste, è ovvio!

Si adagiano indifferenti sulle ciappe, sui sentieri, sugli alberi e sui monti e, proprio su questi ultimi, si riposano fino a primavera inoltrata.

 Tutto assume un colore talmente chiaro da abbagliare, soprattutto se raggiunto dai raggi del sole ed è proprio in quel momento che la Valle Argentina brilla come un diamante!

Nella zona dell’Alta Valle non si può parlare di neve perenne. I pascoli, in estate, manifestano il loro verde sgargiante e i monti sembrano di velluto, ma sicuramente la Bianca Signora persevera di più che a quote basse.

Un tempo era davvero raro vederla avvicinarsi al mare. Fenomeno che accadeva quasi in modo straordinario. Ultimamente, invece, ogni inverno mette a dura prova anche gli abitanti delle coste e di inizio Valle. I topini sono molto felici per questo, mentre i topi più grandi, se devono muoversi con le loro topomobili o lavorare all’aperto, lo sono decisamente un po’ meno.

Anche loro però non possono fare a meno di notare tanto splendore!

La mia Valle è bella anche quando a vestirla è questa Signora dal carattere austero, ma lieto al tempo stesso.

Si dice che abbia anche la capacità di ripulire l’aria, permettendoci così di respirare purezza. Un valido aiuto per Pini, Abeti e Larici che fanno di tutto per darci ossigeno rigenerato. Più di molte altre piante, le conifere, come già vi ho detto altre volte, hanno il potere di disinfettare l’aria. I polmoni del bosco. Un bosco che ora appare diverso.

Tutto offre un’atmosfera differente grazie a quel manto. Tutto è calmo e addormentato. In realtà, però, sotto la protezione offerta proprio dalla neve, nella profondità della terra, c’è comunque vita. Una vita che pare non esistere, ma palpita e si prepara ogni giorno al lieto evento che incontrerà all’inizio della bella stagione e del primo tepore. Sarà il giorno in cui si mostrerà al mondo, salutando la Bianca Signora, che tornerà a farci visita l’inverno successivo.

E allora, topi, io vi saluto con un bacio ghiacciato e rimango ancora un po’ qui, a godermi questa splendida, candida vista e a fare anche due capriole in questa specie di bambagia, fredda ma divertente.

Vi aspetto al prossimo articolo! A presto!

Manteniamo vivi i proverbi e il nostro dialetto

Come vi ho scritto altre volte, amo mantenere vivo il dialetto che si parla nella mia Valle e, ancora una volta, lo voglio fare citandovi dei proverbi, uno per ogni lettera dell’alfabeto, al fine di farvi conoscere anche una parte delle nostre tradizioni che, vedrete, possono essere persino molto divertenti. Siete pronti? E allora partiamo!

1- A chi u vö fà u passu ciü longu da-a gamba i ghe se strapa e braghe in tu cü.

1- A chi vuol fare il passo più lungo della gamba gli si strappano i pantaloni nel sedere.

2- Bö veju, sorcu driitu

2- Bue vecchio, solco dritto

3- Chi se mete fra maiu e mujé u se sciaca e die

3- Chi si mette tra marito e moglie si schiaccia le dita

4- De setembre se deve mangià chellu cu pende

4- Di settembre si deve mangiare quello che pende

5- E buscaje e se sumeia au zeppu

5- I trucioli assomigliano al ceppo

6- Fiöi e cai i van dunde i vegne acaezai

6- Bambini e cani vanno dove vengono accarezzati

7- Gundui e funzi i nasce senza semenali

7– Sciocchi e i funghi nascono senza seminarli

8- I gati veji i ciapan i ratti da curgai

8- I gatti vecchi acchiappano i topi da sdraiati

9- L’amù u fa pasà u tempu e u tempu u fa pasà l’amù

9- L’amore fa passare il tempo e il tempo fa passare l’amore

10- Meju vegnì russi d’imbarassu che negri da-a famme

10- Meglio venire rossi dalla vergogna che neri dalla fame

11- Nivure faite a pan, su nu ciöve ancöi u ciöve duman

11- Nuvole fatte a pane, se non piove oggi piove domani

12- Ögni muntà a là a so carà

12- Ogni salita ha la sua discesa

13- Pe ninte mancu u can u locia a cua

13- Per niente neanche il cane muove la coda

14- Russu de matin aigua in sciu u camin

14- Rosso al mattino acqua sul cammino

15- Se a tüte e prie a ghe descimu in causu a nu ariveemmu ciü a cà

15- Se a tutte le pietre dessimo un calcio non arriveremmo più a casa

16- Tra fà e disfà u l’è sempre in travajà

16- Tra fare e disfare è sempre un lavorare

17- U nu cunven fasse brüxa i öji da e zevule dei autri

17- Non conviene farsi bruciare gli occhi dalle cipolle degli altri

18- Va ciu ün cu sa che sentu chi sercan

18- Va più uno che sa che cento che cercano

19- Zueni chi cunuscen e legi da natüa i fan travajà i veji da-a pelle düa

19- I giovani che conoscono le leggi della natura fanno lavorare i vecchi che hanno la pelle dura

Adesso ditemi, li avevate già sentiti? Ne fate spesso uso? Questa è saggezza popolare antica e trovo carino tenerla viva.

Io vi abbraccio e vi aspetto per il prossimo articolo.

Se lo sapessi ma non lo sappi!

Presumo che ogni Mamma Topa abbia ben di che parlare quando si tratta di strafalcioni da parte dei topini che squittiscono spesso in modo buffo e insensato ma sfido volentieri qualche altro piccolo rattino a battere il mio. Ci sarà? Mah… Vedete, il mio, ha un modo particolare di colpire. In modo molto classico, nonostante inaspettato, passa tranquillo come un treno che percorre lo stesso binario giorno dopo giorno e dopo giorno. Quelle sue frasi, forse per alcuni fin troppo banali, arrivano con un’ innocenza tale e disarmante da lasciarmi sovente senza riuscire a proferir parola. E allora eccovi un piccolo elenco, di quello che le mie sensibilissime orecchie hanno dovuto sentire in questi anni, da colui che è, inutile dirlo…. il mio amore! Non giudicateci, ve ne prego!

A 6-7 anni (classica domanda e classica deduzione logica):

– Mamma, è vero che quando ero piccolo, piccolo ero dentro la tua pancia?-

– Si tesoro-

– E poi sono uscito… e da dove sono uscito?-

– Sei uscito dalla pancia. Hanno fatto un piccolo taglietto sulla pancia della mamma e tu sei nato- (e non è neanche una bugia nel suo caso, avendo dovuto fare il cesareo).

– Un taglietto? E ti hanno fatto male?-

– No gioia, e poi, subito dopo ho visto te quindi, se anche avessi avuto male, sarebbe passato immediatamente-

– Ah! Ok- e se ne và. Dopo due minuti torna. Io stavo cucinando come due minuti prima.

– Mamma, ho capito. Sono uscito dalla tua pancia. C’è solo una cosa che non ho capito… ma com’è che ho fatto a entrarci?-

Tanananà… Nella mia testa hanno iniziato a rimbombare le prime note della quinta sinfonia di Beethoven. “lo sai che hai diritto a una risposta ogni 10 anni” avrei voluto dirgli e invece, dopo attimi di silenzio, con lui che mi guardava in attesa, senza sapere cosa cavolo dire, iniziai a raccontargli la storia dei bacini di mamma e papà cercando di distrarlo. Il momento era arrivato… ebbene si, dopo 4-5 anni, avrebbe saputo la verità ma per il momento, i bacini potevano bastare. Alla prossima, avrei scaricato la patata bollente a Topomarito. Giurin giurello.

A 7 anni:

– Topino, mi spieghi per favore perchè sul diario la maestra è arrivata a doverti scrivere che sei un continuo movimento, non ascolti e t’incanti sempre a guardare fuori dalla finestra? -. (Perchè aveva 7 anni!!! Ecco perchè! Ma la nota era stata presa e dovevo far vedere un minimo d’interessamento).

Lui mi guardò tra il perplesso e il dispiaciuto – Mamma… se lo sapessi te lo direi ma… non lo sappi… cioè non lo passi, non lo sep… –

– Ecco. Appunto. Ora hai capito da solo perchè dovresti ascoltare di più la maestra???!!!-.

A 4 anni:

– Topino! Vieni con la tua zia a comprare il pane che è già mezzogiorno e dobbiamo mangiare? Dai, intanto che mamma prepara-

– Si zia! Ma mi compri il gelato?-

– No topino, adesso mangiamo magari oggi pomeriggio-

– No, dai zia, comprami il gelato per favore!-

– Topino! Dobbiamo mangiare tra poco! Comunque chiedilo a tua madre…-

– Mamma, mamma posso mangiare il gelato?!-

– Assolutamente no-

– Ziaaaa!!! Ha detto di siiiii!!!!!-

Da notare che io e la zia eravamo nella stessa stanza a due metri di distanza.

A 11 anni:

– Mamma, posso non andare a scuola domani?-

– No topino, domani ci vai-

– No dai mamma ti prego!-

– Ma perchè? Stai male? Hai un’interrogazione e non hai studiato?-

– No, no… non è questo…- (noooooooo certo……)

– E allora?-

Si accorge che sono irremovibile e deve cercare di colpire il bersaglio. Filibustiere. Si trasforma. Avete presente il Gatto con gli Stivali di Shrek quando fa gli occhioni dolci? Uguale. – Vedi mamma, penso di aver capito che i professori… vedi… secondo me non mi vogliono bene-

– Oh! Poverino! Certo, certo, l’incompreso! Immagino, ce l’hanno con te sicuramente. Muoviti, fila a dormire che domani vai a scuola-

– Mamma! Sono convinto che nemmeno i miei compagni di classe mi vogliono bene! Ti rendi conto?!-

– Santa Topa Pellegrina! Nemmeno loro! Ma cosa sei?! Un tApino proprio… te misero! Muoviti! Vai a d-o-r-m-i-r-e!-

Và nel letto affranto. Serio – Mamma, mandami papà per favore, devo dirgli di aver capito che i professori non mi vogliono bene, i miei compagni non mi vogliono bene e, adesso, nemmeno mia mamma più mi vuol bene!-

A 11 anni (mio marito fuori per lavoro):

– Dai mamma fammi dormire con te così giochiamo un pò-

– No-

– E dai! Solo stasera!-

– Topino, ormai sei un ometto, quando avrai la fidanzata cosa farai? Venite nel mio letto tutti e due?-

– Ma è solo perchè papà stasera non c’è! E poi scusa, me l’hai sempre detto tu che in Africa, i poveri, dormono tutti insieme e anche i nostri nonni lo facevano perchè erano poveri-

– Ecco appunto topino noi non siamo ricchi ma nemmeno africani, tu hai la tua bella cameretta e visto che ci dormi tutte le sere, non capisco cosa cambia se c’è o se non c’è papà-

– Ma te lo chiedo per favore!!!-

– Ho detto di no!-

– Dimmi solo il perchè!-

– Perchè sei grande!-

– E allora perchè papà che è molto più grande di me ci può dormire tutte le sere con te?!-

A 12 anni:

Topino và bene a scuola, sono contenta di lui ma, la matematica, è davvero uno scoglio insormontabile. Arriva a casa la zia e dopo un pò che parlano gli chiede

– A proposito chicco, come và di matematica?-

– Bene zia! Ho preso 7 e 1/2 di scienze pensa!-

– Ehm…. si, ok, son contenta, ma io ti ho chiesto di matematica!-

– Ebbè? La prof è la stessa!-

A 10 anni (premetto che con mio padre, ancora giovane, lui ha un rapporto particolare, stupendo e parlano di tutto):

Topino e mio padre sotto la doccia dopo una partita a calcio tra di loro ma, di quelle “serie” (quelle di quando un giorno o l’altro mio padre lo vedremo tornare a casa con la bombola d’ossigeno), e qualche set a ping pong

– Nonno, ma tu lo usi il Viagra?-

– Deeee! Gringo! Servirà a te il Viagra non a tuo nonno!-

– Ma dicono che serve a quelli anziani-

– E ti sembro anziano io?-

– No, tu no, ma “lui” si-

A 13 anni:

Le prime frasi “innocenti”, quelle che le senti e sei fiera come mamma, che le sappia così bene…! Quelle tipo “Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro…” e dici dentro di te “che figlio colto che ho!”; naaaa, scordatevelo, niente di tutto questo. Entra in casa canticchiando, lo fa sempre, solo che una volta intonava “…ma il coccodrillo come fa? Trallalarallalà. Non c’è nessuno che lo sa, trallalarallalà. Non mette mai il cappotto…”, che carino! Tenerissimo. Un figlio modello. Ora invece entra in casa così “Winx! La tua mano nei miei jeans…” e non vado oltre anche perchè non saprei come và a finire visto il patacollo che gli arriva. Poi invece, ci sono le “prese in giro” riferite ai nomi. Chi non ne ha subito. Presumo tutti e lui per primo ma, con i suoi amichetti, hanno inventato delle meravigliose citazioni nei confronti delle loro compagne ma inutile celare come viaggiano i maschietti d’oggi. E inutile è anche nascondere che queste compagne sono quelle più carine. Noi, ricordo, ci limitavamo a dire “Susanna tutta panna” ad esempio, ma loro no. Oh no! Troppo banale, troppo pulita. Loro sono oltre. No, no, è inutile che andate avanti a leggere perchè non mi oso neanche a scriverle!

Ebbene amici, questo è topino e queste sono solo alcune delle frasi celebri dei suoi anni, ci sarebbe un libro da scrivere ma direi che per non perdere il vostro affetto all’improvviso, per oggi possa bastare. Spero quanto meno che possiate iniziare la giornata con un pò di sorriso e… abbiate pietà di me! Bacioni!

In mezzo alle Pecore

SONY DSCIn questo tempo con voi ho parlato di tanti animali ma, mi è venuto in mente, che non vi ho mai nominato loro: le Pecore.

Eppure anche loro appartengono alla mia Valle! Oh si! Ce ne sono tantissime e di diverse razze. Famosissima è quella – brigasca -, per dire.

Oggi, ve le voglio presentare. Sono così mansuete, così simpatiche e paurose. Uh! Quanto sono paurose. Basta avvicinarsi e inizia un fuggi-fuggi generale, ma é bello vedere che vanno tutte nella stessa direzione anche durante la fuga. E sì, perchè stanno sempre tutte insieme. E’ difficile che una Pecora si allontani dal suo gregge. L’unione fa la forza. A me piacciono molto e trovarmi in mezzo a loro non mi fa paura. Certo, in quel mentre, comandano loro e, se decidono di non farti passare, non passi. SONY DSCCon la loro flemma, che alternano a balzi veloci e incredibili, stanno lì a brucare fino a che il pastore non arriva per mandarle via. E a volte, credetemi, possono passare delle intere mezz’ore. Mangiano un po’ di tutto, di vegetale ovviamente, non sono certo schizzinose. Foglie, germogli, fiori, tutto fa brodo.SONY DSC In Italia, è la Sardegna la regione con più alto numero di Pecore ma, come vi dicevo prima, nella parte alta della mia Valle, se ne possono incontrare molti esemplari. Pecora, che è scientificamente chiamata Ovis Aries, prende il nome da Pecus che in latino significa “animale da pascolo di piccola taglia”. In realtà però, questo nome, indica soltanto la femmina perchè il maschio può essere chiamato Ariete o Montone mentre il cucciolo Agnello.SONY DSC Il loro mantello, che produce la lana con la quale si possono creare capi di abbigliamento, può essere più o meno pregiato, a seconda della razza e le razze sono davvero molte. E’ morbido, un piacere da toccare, anche se a certe persone può dare fastidio l’odore forte che questo animale emana.

Sono costantemente sorvegliate da cani, detti – cani da pastore -, che le guidano, sgridandole se occorre, verso la giusta via e alla sera le fanno rincasare all’ovile. E’ bellissimo e affascinante vederli al lavoro, sempre attenti e responsabili come dei gendarmi e, alcuni, si arrabbiano sul serio.SONY DSC La Pecora però non fornisce solo lana. Al di là della sua carne, con la quale si possono cucinare diversi piatti (il più famoso sono le rostelle, gli arrosticini abbruzzesi) essa ci da il suo buon latte dal quale si ricava un formaggio delizioso. Il latte è chiamato “latte pecorino” e, pur essendo molto simile come gusto a quello della mucca, è però molto più grasso e più proteico.SONY DSC La Pecora si tiene su grazie a quattro zampe, lunghe ed esili, formate da ossa che portano lo stesso nome di quelle degli esseri umani ma, i loro balzi, gli umani non sono certo capaci a farli! I giovani Agnelli sono dei veri maestri in questa attività.

Anche per la Pecora, mi piace descrivere il significato che ha acquisito nei tempi e, al di là dei termini e paragoni che sono oggi considerati offensivi, in realtà, questa bestiola è il simbolo della vita tranquilla e serena. Forse è proprio per questo che l’usanza dice di contare le Pecore per addormentarsi.SONY DSC Per gli Indiani d’America, e per tanti altri popoli fin dall’antichità (pensate che sono più di 6.000 anni che l’uomo vive in compagnia delle Pecore) essa era addirittura considerata un dono degli Dei in quanto, grazie a tutti i regali che poteva offrire, la gente non avrebbe mai patito ne’ il freddo, ne’ la fame.SONY DSC Da lì, sono nate anche tante parabole riportate fino ai giorni nostri che hanno usato la Pecora come significato di tante morali. Il Cristianesimo ha davvero preso la Pecora come simbolo per tantissimi termini e racconti. Sono molti i modi di dire, le citazioni e le frasi che vedono come protagonista questo animale. Una di queste frasi, mi piace particolarmente e volevo segnalarvela prima di salutarvi:SONY DSC

“Chi non ha mai visto gli agnellini giocare, non avrà mai un’immagine chiara della gioia che può pervadere la vita. Si inseguono in gruppi, sterzano, cambiano direzione, saltellano sulle zampe anteriori e posteriori, se c’è un punto più alto nel pascolo, una roccia, un tronco abbattuto, un fontanile, fanno a gara a saltarvi sopra e questo per loro è il massimo divertimento, e poi di nuovo riprendono a rincorrersi, ogni tanto si affrontano e si caricano a testate, simulando l’età adulta. Poi le madri li richiamano, e allora è tutto un correre, un raggiungere con misteriosa abilità, tra la folla del gregge, la propria genitrice, uno spingere con testa, un vibrare di codine soddisfatte. Sul pascolo scende allora il tenero silenzio della poppata”.

(Susanna Tamaro)

Bella vero? A presto allora con la prossima creatura!

M.