La Ghiandaia Serpilla e i semi di Glicine

Mentre stavo gironzolando nei dintorni del bosco alla ricerca dei semi di Glicine, (ora è il periodo adatto) sentii un miagolio tenero e malinconico. Un piccolo micetto sperduto, pensai, appropinquandomi a cercarlo per porgergli il mio aiuto.

«Tzu tzu tzu…» cercai di imitare gli umani quando richiamano un gatto, in quanto, il mio prodigioso olfatto non stava percependo nulla, stranamente. La cosa mi lasciava perplessa.

Di nuovo quel lamento. Veniva da laggiù e mi diressi verso un bellissimo nocciolo dalle grandi foglie. Fu proprio mentre cercavo con attenzione tra i nuovi figlioletti esili di quell’albero che sentii sghignazzare sopra la mia testa. Avrei riconosciuto quell’aspra risata tra mille…

«Serpilla!» esclamai.

«Gné gné gné! Tciààà!!! Tciààà!!!» fece lei, con urla sconclusionate che mi ferivano i delicati timpani.

«Quindi eri tu! Non c’è nessun gattino, vero?» domandai, mettendomi le zampe sui fianchi.

«Ahhaha!!! Topina! Che allocca che sei! Ci caschi sempre!» mi rispose con la sua risata isterica.

Questa è Serpilla, la mia amica/nemica Ghiandaia fin troppo arzilla! Da una parte le volevo bene, ma come riusciva ad irritarmi lei, con quel suo fare bisbetico e antipatico, nessuno mai! Non era cattiva, ma era come adorasse essere detestata. Boriosa, arrogante e supponente. Forse, il fatto di simboleggiare la visione dell’oltre, il saper valutare le cose, la capacità di elevarsi al di sopra del tradizionale comprendendone il vero significato, le faceva credere di essere lo ierofante del bosco. Non solo. Si dice abbia anche doti di intuizione e preveggenza, nobili virtù che, ahimè, lei trasforma in strumenti per vantarsi alla ricerca di una vanagloria che proprio non sopporto.

Ma la sua più grande caratteristica era quella di saper imitare il verso degli altri uccelli alla perfezione e anche altri animali e persino alcune parole umane! Quanti inganni, topi miei!

Ditemi, vi è mai capitato di andare in un bosco ed esser stati certi di aver udito un’aquila, o un gufo, o un corvo, o qualche altra creatura? Be’… mi duole deludervi, cari amici, ma molto spesso in realtà avete soltanto sentito una Ghiandaia mattacchiona! A volte ci casco pure io! E in Valle Argentina ce ne sono tantissime anche se forse Serpilla è la più fetente!

«Come ti ho già detto molte volte, Serpilla, se usassi le tue prodezze per cose più utili saresti sicuramente l’essere più amato della Valle!»

Sapevo già che per quel giorno potevo rinunciare alla mia tranquillità e alla rilassatezza che stavo provando nella ricerca dei semi. Con quella sua lingua biforcuta, Serpilla mi avrebbe in qualche modo rovinato la quiete.

«Che fai?» mi chiese gracchiando.

«I fatti miei» risposi alla curiosona.

«Che fai? Che fai? Che fai? Che fai? Che fai? Che…»

«Smettila!!! Devo raccogliere dei semi!!!!!!»

«Che semi?»

Grande madre Ratta dammi la pazienza! alzai gli occhi al cielo, mentre rispondevo alla petulante sperando si zittisse: «Di Glicine».

«Velenosissimi!»

«Si lo so»

«E allora perché li cerchi?»

«Per piantarli»

«Hai già un Glicine vicino alla tana…»

«Devo regarli!»

«A chi?»

«Ohssssantissima Topa! Basta! Fatti le piume tue!» e così dicendo le mostrai la coda, andandomene. Ovviamente mi seguì, saltellando da un ramo all’altro dei grandi castagni.

«Non si devono raccogliere adesso! Tciààà! Sono troppo verdi! Tciààà!!!»

«Ti crea un problema questo?»

«No tciààà! È che non sai le cose!»

Secondo lei io non sapevo nulla, mentre invece era quella bisbetica impiumata a non sapere che volevo far vedere a voi questa specie di pisellini piatti. In fondo, anche il Glicine, come il Pisello, appartiene alla famiglia delle Leguminoseae e sono simili. Anche loro contenuti all’interno di baccelli meravigliosi di un verde chiaro sgargiante e ricoperti da una peluria sottile che sembra velluto. Serpilla aveva ragione, sono davvero molto tossici, dovete fare attenzione, ma germogliano facilmente e potrete avere la vostra piantina di Glicine ad abbellire dimore e giardini.

«Sono come piselli!» strillò la saputella.

«Lo so di mio! Grazie!»

«Ma io lo so da molto tempo! Tciààà! Craaaa!»

La ignorai.

Ogni pianta di Glicine riesce a produrre molti baccelli, i quali solitamente contengono all’incirca due o tre semi ciascuno. Questi baccelli sono duri, turgidi e, quando seccano, divengono color marrone, in natura si aprono da soli lasciando cadere quelle piccole fonti di vita. Bisogna raccoglierli a settembre e lasciarli seccare per tutto l’inverno in un luogo fresco e asciutto. In primavera vedrete che i semi sono belli secchi. A quel punto prendete dei bicchierini di plastica o dei portauova. Mettete dentro del cotone e all’interno del cotone i semi. Poi bagnate con un po’ d’acqua mantenendo sempre umida l’ovatta. Dopo pochi giorni saranno germogliati e pronti per essere piantati.

«Che verde cangiante hanno ora! A seconda di come il sole batte su di loro diventano argento!» dissi, estasiata.

«A me sembra bianco… craaaa!»

«Bianco o argento sono molto belli anche per decorare… la natura è davvero fantastica!»

«Che gusti hai! Craaa! Io per il mio nido non userei mai delle appendici storte! Ti avveleni anche la casa! Tciààà!!!»

«Non mi avveleno nulla e inoltre il Glicine è meraviglioso»

«Per me sporca troppo e attira troppe api»

«Bene! Adoro le api!»

«Quel loro ronzio è così fastidioso! Tciààà!!!»

«Per tutti i baffi storti! Senti chi parla!»

Era davvero insopportabile. Non la reggevo più. Decisi di tornarmene al mulino. Avrei raccolto quelle meraviglie un’altra volta.

Un saluto a voi topini, la foto della Ghiandaia (Garrulus glandarius) è stata presa da wikipedia. La Ghiandaia della Valle Argentina.

La Siberia di fianco alla Valle Argentina

Giunti alla fine di questa torrida estate sento già molti di voi acclamare e attendere con fiducia il freddo che tanto amate.

A proposito di questo, mi sembra doveroso portarvi alla conoscenza di un luogo, di fianco alla Valle Argentina, che solo il nome fa venire i brividi. Sì, sì, proprio i brividi! I brividi del gelo.

Oggi, infatti, vi porterò a visitare una piccolissima Valle che la gente del posto, già da molti anni, chiama Val Siberia. Sono stati i nostri anziani a nominarla così.

Potete già capirne il motivo. Fredda, umida, stretta.

Scende da Bajardo (la vedete la neve? Eh!), posizionato in cima alla Val Nervia, e raggiunge il mare attraverso Via Goethe e Via Peirogallo di Sanremo.

Giunti in cima a queste strade, eccola stagliarsi di fronte a noi in tutta la sua lunghezza, passando sotto il viadotto dell’Autostrada dei Fiori e subito i monti si presentano senza permettere ulteriore visuale.

Nonostante il clima poco ospitale che la governa, soprattutto in inverno, sono diverse le persone che qui vivono e che ne sopportano le ghiacciate correnti che si formano proprio a causa della sua morfologia; dove le abitazioni non sono state costruite è il verde a regnare.

Il nome Val Siberia gli venne dato anni fa, quando la gente si accorse che in questo luogo, al di sotto dell’Ospedale Borea, c’era sempre qualche grado in meno rispetto alle altre zone limitrofe.

Siamo tra la Val Nervia e la Valle Armea, in un’appendice dell’entroterra ligure in cui difficilmente il cielo appare senza nuvole.

Siamo di fianco alla Valle Argentina, verso Ovest, per l’esattezza.

A circoscrivere l’inizio di questa Valle è Via Giovanni Pascoli, che in inverno, dal suo versante a Occidente, vede presto il sole calare.

Fortunatamente, la formazione di questo territorio permette agli amanti del fresco di godere, anche durante estati afose, di brezze e venti che attenuano il caldo eccessivo, ma purtroppo l’umidità è così significativa da riuscire a perdurare nonostante tutto.

In Val Siberia la natura, espressa prevalentemente dai fiori, è sempre in ritardo. Glicine, Ipomea, Convolvolo, Ginestra… tutto giunge dopo, quando dalle altre parti sta già sfiorendo o, da diversi giorni, si è presentata puntuale.

Anche frutta e verdura si comportano allo stesso modo. E i pomodori si possono raccogliere tranquillamente fino alla fine di agosto.

Val Siberia è particolarmente silenziosa, soprattutto nella mattinata e nelle ore della siesta. Una pace quasi surreale l’avvolge, durante la quale non si percepisce il minimo rumore.

E allora, lamentosi della calura, siete contenti che proprio qui vicino potete godere di un freezer a portata di zampa?

Ah! E ovviamente non devo dimenticare di dire che… dalla Val Siberia si vede anche il mare!

Ora che vi ho spiegato dov’è, potete anche andare: preparate le valigie, l’inverno non tarderà a giungere, ma io non vi seguirò, ho già abbastanza freddo nella mia splendida Valle!

Un tremante Squit!

Il Trionfo del Glicine – amati se vuoi essere amato

Profumoso, grappoloso, lilloso! Un trionfo di bellezza e felicità. Ah! Quanto adoro il Glicine topi!

E’ un fiore stupendo e talvolta maestoso. Tinge di un tenue e splendido violetto tutta la mia valle ma esiste anche nella tonalità del bianco, del rosa e persino del blu.

Gioia pura per Api e Bombi ha un sapore dolce che anche noi topini amiamo e persino voi umani potete assaggiare.

Vi basterà schiacciare tra i denti il suo picciuolino, al quale sono attaccati i petali, e sentirete che bontà zuccherina! Pare che il suo nome più usato derivi proprio da “glikis” che, in greco, vuole appunto dire – dolce -.

Il Glicine, nome più comune di Wisteria, appartiene alla famiglia delle Fabaceae o Leguminose, ossia la stessa di Piselli e Fagioli per capirci ma lui è sicuramente il più splendente tra tutti.

Anche il suo significato è meraviglioso. Pensate che simboleggia, a causa della sua crescita continua e tortuosa, lo sviluppo della coscienza e della consapevolezza umana.

Oh! Wow! Un’elevazione spirituale importante! Un cambiamento della vita che porta ad evolversi.

Alcuni studiosi associano questa pianta anche alla Dea Venere proprio per sottolinearne la bellezza e il significato verso un particolare amore cioè quello nei confronti della vita.

Originario della Cina, il Glicine, ha da sempre ispirato alla spiritualità e ad una conoscenza diversa e più olistica dell’Universo ma è anche considerato emblema di un sentimento tenero e piacevole come quello di una cara amicizia. Decorando con la sua pomposità ville, giardini e balconi risulta uno dei fiori più amati anche perché è una pianta resistente e tenace che non richiede troppe cure.

Il suo fiore a grappolo è pieno, appariscente, affascinante. Il suo sbocciare rende tutti felici. La sua forma, a cascata, rappresenta benevolenza e disponibilità e, infatti, il suo dolce ma intenso profumo rincuora e fa stare bene proprio come un caro amico che abbraccia.

Desidero farvi conoscere anche il mio piccolo Glicine bonsai uguale identico a quello che, un tempo, nell’antica Cina, gli Imperatori portavano in terre straniere in segno di pace e amicizia. La storia dice questo. E spero che il mio vi piaccia.

Gli Imperatori lo chiamavano – la Vite blu -. Il suo tronco assomiglia a quello della vite dell’Uva ma si sfalda di meno rispetto a quest’ultimo ed è più liscio.

Dovete sapere però che anche se questa che vi ho raccontato è storia vera esiste una leggenda inerente al Glicine, che è la regina delle leggende in suo onore, ed è tutta italina! Precisamente piemontese ed è il racconto che narra di una ragazzina, una pastorella, di nome Glicine, che passava le giornate sui monti e tra i pascoli a piangere tristemente a causa del suo aspetto fisico. Si sentiva brutta e poco apprezzata. Dalle lacrime che sgorgavano dai suoi occhi per tuffarsi poi tra l’erba dei prati iniziarono però a nascere degli splendidi fiori di un viola incredibilmente attraente e dalla forma strabiliante. Vedendo cosa fu capace di realizzare grazie al suo pianto, la ragazza iniziò ad essere molto contenta e molto fiera di se stessa. Iniziò anche ad amarsi e, come per magia, anche il mondo iniziò ad amarla e soprattutto i giovanotti.

Questo è sempre da tenere da conto, vale anche per voi! Amatevi se volete che il resto del Creato vi ami! Posso assicurarvi che funziona… funziona come uno specchio!

Ecco quindi come nacque, secondo i piemontesi, questa splendida pianta.

Spero vi sia piaciuto scoprirlo.

Io vi mando un bacio profumoso e corro a preparare un altro post per voi! Squit!