Un pò di Thai

Ha ben poco a che vedere con la mia valle e i miei luoghi quello che vi descriverò oggi ma è tutto così bello e tutto così buono che era davvero un peccato non parlarvene. Che poi, non è così distante dal mio bosco e la mia vegetazione, il protagonista di questo post, se si sottolineano le piante, gli aromi e le loro proprietà come la menta, la salvia e molti altri. Ebbene, oggi vi porto a mangiare nel ristorante thailandese. Quello di Nizza precisamente. Meraviglioso.WP_20150509_002 E che piatti, che ricette, che porzioni! Esagerate, proprio come piacciono a me. Il locale è l’Aroy Thai, sul mare e sarà lui a riempire queste righe. Che splendore di location. Elegante, silenzioso, pulito. Il rosso e l’avorio sono i colori che dominano. I proprietari, marito e moglie presumo, di origini visibilmente orientali, sono gentilissimi e si affrettano a prendere l’ordinazione. Parto con una mega insalata di gamberi, granella di nocciole, peperoni verdi, cipolla, menta, citronella, salsa agrodolce, zenzero, germogli di soia, insalata e diversi altri ingredienti. Troppi, non me li ricordo. Ora, voi direte dopo aver letto quest’elenco – Ammappalò! Alla faccia della leggerezza! -, ebbene, ve lo assicuro, non solo era davvero leggero come piatto ma aveva un gusto fantastico e di una freschezza incredibile. L’ho spazzolata tutta! Non contenta, mi son fatta portare anche delle frittelle di gamberi. Il loro fritto è diverso, meno unto. Non ho idea di quale magolamagamagia usino ma lo preferisco. WP_20150509_004E che carini gli addobbi per i piatti che riescono a creare lavorando la verdura. I ravanelli sono stati trasformati in fiori. Delle spettacolari rose rosse.WP_20150509_005Topomarito, ha optato invece per la carne di manzo, squisita anch’essa, al basilico piccante, servita assieme a qualche particolare alimento dal gusto poco conosciuto. Del buon vino bianco quale il Traminer d’Alsàce, per nulla dell’Est quindi, ha incorniciato il tutto a meraviglia. Ci chiedono se vogliamo del riso al posto del pane proprio come si usa fare dalle loro parti. WP_20150509_003Che bellezza! Ed è tutto bello anche intorno a me. Il mio sguardo incontra oggetti preziosi e ben accostati gli uni agli altri. Splendidi rami fioriti, dipinti importanti, merletti dorati, statue imponenti… WP_20150509_006ma ciò che mi ha colpito di più è stata la scalinata che ho salito per andare alla toilette al piano superiore, dal quale si gode di una vista incredibile. WP_20150509_007Una doppia scala curva di marmo color bordeaux, contornata da uno splendido laghetto ricco di pagode, piante colorate, scogli, lanterne e ovviamente le immancabili Carpe Koi. WP_20150509_008L’acqua era linda e trasparente e, tutt’intorno, un grazioso muretto rosso, delineava questo mini parco acquatico nel quale, al centro, l’acqua formava una leggera cascata che accompagnava con il suo dolce rumore i pasti dei commensali. Incantevoli le foglie colorate che lo ravvivavano. WP_20150509_009Nel bagno non c’erano asciugamani, ne aria calda per asciugarsi le zampe. Bensì delle salviettine umide e calde. Le stesse che ti danno a fine pasto, anti-odore, che riportano una leggera fragranza di limone.WP_20150509_014 La signora, sorridendo maliziosa, dopo averci portato il caffè, ci offre una specie di grappa, un tipico liquore thailandese dentro a dei bicchierini particolari di ceramica. Un classico che conoscete tutti immagino; guardate un po’ cos’è spuntato dal fondo della coppetta? Per chi non capisse sono due figure nude alle quali ho cercato di coprire le parti intime.WP_20150509_013 E una ovviamente per me con il maschietto e una per topomarito con la femminuccia. Ehm… vabbè, si fa per ridere un po’. Tutto molto bello così come l’atmosfera. WP_20150509_010Non vedo l’ora di tornarci per provare nuovi piatti, nuovi sapori e nuovi profumi. E a voi piace la cucina thai? L’avete già assaggiata? Un abbraccio a tutti.

L’Insalata, ma che banalità!

Così banaleSONY DSC da non essere praticamente nemmeno considerata. E’ protagonista nei piatti delle top-models ma, per il resto, nulla di più. E invece, la nostra amica Insalata, che si divide in una vastissima serie di tipologie, ha tanti e grandi poteri, tra i quali quello di idratare,SONY DSC di rinfrescare, e proteggerci dai radicali liberi. Non parliamo poi del bellissimo e vivacissimo colore verde che, anche se tanti snobbano, mette molta allegria. Il colore della speranza! Della nostra Terra!

A volte dolce, a volte amara, l’Insalata può essere goduta in mille modi diversi anche a seconda appunto del suo gusto e della sua forma. Oh, si. Volete qualche esempio? L’Indivia o Belga, tagliata a metà per lungo, e “pucciata” in una tazzina con dentro olio, aceto e sale, si chiama pinzimonio ed è una bontà! Oppure, le sue foglie, grazie alla loro forma simile a una canoa, riempitele di squisita salsa rosa e aggiungete qualche gamberetto. Et voilà… a voi, un sempliceSONY DSC, veloce, fresco e buonissimo antipasto. La Riccia, che grazie ai suoi merletti, trattiene ottimamente tutti i condimenti risultando deliziosa, provatela con le scaglie di parmigiano, un buon aceto balsamico e un profumato olio extra-vergine d’oliva… La Lattuga, con le foglie turgide, che scrocchiano sotto ai detti, adatta SONY DSCai panini più golosi; forse la più povera di sali minerali ma come ricopre il pomodoro lei, non lo ricopre nessuno.

Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Ovviamente, lo sapete, la migliore è quella dell’orto,  ma se non ne possedete, vi basterà andare in giro, ai bordi di qualche boschetto e poter così arricchire al meglio l’Insalata che avete dovuto comprare.

Attenzione però, documentatevi approfonditamente prima, ma poi ecco: il Tarassaco, la Portulaca, il Trifoglio, la Piantaggine, la Malva, l’Achillea; tutti elementi ricchi di ottimi valori nutrizionali che ci fanno un gran bene.

Pensando a questa natura, mi vengono in mente quelle persone che, pur di mangiare buona Insalata, la piantano in un vaso sul terrazzo. Bhè, questo vi fa capire come sia facile da trattare, cresce ovunque.

Ma quanta Insalata possiamo mangiare? Bhè, cari topi, se non avete SONY DSCparticolari disturbi gastrointestinali, quanta ne volete! E’ una fibra, non contiene grassi. Piuttosto, è il condimento che usate che può rivelarsi pericoloso se troppo, a partire dal classico, seppur buonissimo, olio. E sappiate che l’Insalata è buona anche cotta. Ma certo! Non avete mai fatto un sugo o una minestrina con dell’Insalata cotta dentro? Ammetto che, delicata com’è, una volta bollita, non ha più molte sostanze utili ma è buona! E le sue sostanze utili sono così tante!

Lo sapete che ogni tipo d’Insalata ha uno scopo ben preciso? La Lattuga, che prende il suo nome da Lactis, ossia – Lattice – per via del latte che perde quando viene strappata, o tagliata, è dissetante, idratante e sedativa. La Valeriana o Songino è calmante, disinfiammante, tranquillante. La Catalogna drena i liquidi. La Cicoria e la Scarola, per certi simili, per certi uguali, sono invece astringenti, disinfettanti ricchi di vitamina A e D.

E quanto ha viaggiato la nostra Insalata un tempo! Pensate che arriva sulle nostre tavole, tantissimi anni fa, dall’Asia e, una volta giunta a noi, si è fatta un ulteriore viaggio in America. Ebbene sì, il nostro amico Cristoforo Colombo la portò a far conoscere agli Indigeni! Avete capito quanti chilometri? Chi la conosce, non l’abbandona più. Io per la prima, cari topetti, ora corro a farmi un bel piatto d’Insalata, a noi roditori piace tantissimo e se accompagnata dai giusti ingredienti diventa un piatto unico e spaziale!

E ora, amici cari, prima di lasciarvi, vorrei regalarvi una ricetta fantastica che vi sembrerà un po’ strana ma è una vera delizia, provatela!

La mega insalatona di Pigmy

-Lattuga, un cespo

-Songino, meno della Lattuga

-Rucola, un piccolo mazzetto

-Pollo, un petto, passato in padella con un pò d’olio, e tagliato a cubetti

-Cipolla, una, tagliata alla julienne e passata in padella con un po’ di Curry e una spruzzata di vino bianco

-Mais, a piacere

-Taleggio, tagliato a cubetti, due manciate

-Banana, una intera

-Mela Fuji, una intera

-Uova sode, due, tagliate

-Salsa Rosa o Maionese, due cucchiai

Condite tutto a piacere con sale, olio e, se volete, aceto balsamico, senza paura! E’ una bontà!

Questi sono ingredienti classici ma potete lavorare di fantasia e aggiungere e togliere a vostro piacere: l’arancia ad esempio, o gli zucchini crudi tagliati finissimi, per non parlare del melone o dei peperoni. Sbizzaritevi!

Un bacissimo topi e buon appetito!

M.

Una simpatica e terrificante canzoncina

Quando ero piccola, andavo in colonia a Molini di Triora. Suor Cherubina ci portava sempre al Laghetto dei Noci, un magnifico posticino formato da un grande prato, il torrente che scorre vicino a formare delle polle d’acqua e il ponticello in legno.

C’erano, e ci sono ancora, degli scivoli e delle altalene, ma noi topini non dovevamo solo giocare, bisognava anche lavorare. I maschietti, intagliavano i rami e i bastoni e li rassomigliavano alle vipere, e noi topine dovevamo ricamare. Punto erba, punto croce, mezzopunto… e via con quell’ago che andava freneticamente su e giù come un delfino che entra ed esce dall’acqua del mare.

Per farci passare il tempo e per non farci chiacchierare troppo, la suora ci faceva cantare. Cantavamo tante canzoni, ma una, più delle altre, mi rimase impressa così tanto che me la ricordo ancora adesso. Mi piaceva. E’ una canzoncina davvero simpatica, ma, viste le parole, non potevamo fare a meno di farci le facce brutte l’una con l’altra, fingendo di essere dei mostruosi fantasmi. Già, già… leggete!

“Era una notte d’acqua a catinelle, andavo in giro senza le bretelle

quando poi giunsi in un cimitero, com’era nero! Com’era nero!

E passeggiando di tomba in tomba, vidi una bionda, mamma mia che bionda!

Era il fantasma della zia Gioconda, che ripuliva la sua tomba nera e fonda.

I vermicelli freschi di giornata, la rosicchiavan come l’insalata

e gatto Piero, re del cimitero, com’era nero! Com’era nero!

E passeggiando di tomba in tomba, vidi una bionda, mamma mia che bionda!

Era il fantasma della zia Gioconda…..”

Bella vero? E dopo averla cantata in questo modo normale la cantavamo di nuovo usando solo una vocale alla volta: prima tutta con la A, poi con la E, la I e così via. Ad esempio:

“Ara ana natta d’acca a catanalla, andava an giara sanza la bratalla

canda pa giansa an a ciamatara, cam’ara nara! Cam’ara nara!”

E poi ovviamente, per il piacere del mio amico Pani, in ultimo, la facevamo tutta con la… U! Bellissima.

Provate anche voi, vi divertirete!

Un buciunu u tuttu!

M.