Il Biancone – la forza del Guerriero

Decisi di tornare dal mio amico Lupo, Odoben Malcisento, perché durante l’estate vidi diversi Bianconi volare nei cieli della Valle Argentina.

Ci sono sempre stati ma non ne avevo mai visti così tanti e così spesso.

Che rapace incredibile il Biancone! Fiero, nobile, dalla bellezza superba.

Come al solito, Odoben, vecchio Generale, stava cercando di far rigar dritto gli altri componenti del branco con i suoi ordini imperativi e militareschi. Potevo vederlo e sentirlo da uno dei pascoli del Garezzo nel quale mi trovavo ma, sapendo che è sordo, decisi di avvicinarmi.

<< Odoben!>> esclamai in sua prossimità. Si voltò di scatto con quel suo orecchio mozzo, teso verso il fluire del vento. Mi vide subito e, subito, mi rimproverò <<Generale Odoben! Generale! Piccolo sorcio, quante volte devo ripeterti che sono un Generale?>>

<<Chiedo scusa Odob… Generale! Mi auguro non la infastidisca la mia presenza… volevo chiederle qualcosa sul Biancone!>>

<<Di quale penosa ragione parli?>>

<<Penosa ragione??? No no no… Q-u-a-l-c-o-s-a s-u-l B-i-a-n-c-o-n-e!!!>> urlai.

<<Ah! Oh! Perbacco! Certo! Il Biancone! Uno spirito Guerriero! Un forte e valoroso soldato! Come si può non conoscere il Biancone?! Lui si che conosce il coraggio, non come questi citrulli mangia mollica che mi ritrovo ai ranghi>> mi si avvicinò, ma prima diede ancora un ordine alla Fanteria <<At-tenti! Ri-poso! Sciogliete le righe smidollati! Torno tra poco e cercate di essere pronti ai comandi!>>

<<Signorsissignore!>> risposero in coro gli altri giovani e pazienti Lupi per farlo contento.

<<Dimmi pure, soldo di cacio munito di coda, cosa vuoi sapore sul Biancone eroe?>>

<<Ecco, appunto, Generale Malcisento… perché il Biancone è un eroe?>>

La sua grassa risata gli schiarì la gola <<Tutti sanno che il Biancone è simbolo indiscusso della forza nobile dell’azione, cara la mia piccola ratta. Vedi, in tutte le battaglie, come anche quelle della vita, che ci possono capitare ogni giorno, si combatte sempre con la rabbia, con la voglia di vendetta, con la tristezza o la paura nel cuore, ma non è così per il Biancone. La sua è una giustizia pura, senza odio, una fierezza indomita che si staglia nei cieli>>

Ero totalmente rapita da quelle parole anche se, al momento, mi aveva detto pochissimo. Wow! Avevo già capito che si stava parlando di un animale davvero particolare e incredibile. Lo lasciai andare avanti. Anche lui sembrava estasiato dal suo stesso racconto <<E’ così regale! E con la sua giustizia, così pulita e onesta, non ci mise molto a diventare simbolo di purificazione e persino di luce, avvicinandosi all’Aquila come emblema e animale di potere. Sei stata fortunata a vederne molti, significa che probabilmente anche tu meriti di riconoscerti in queste qualità>>.

Quel Generale di Corpo d’Armata ora sembrava addirittura quasi malinconico e quindi decisi di continuare a farlo parlare <<Non per niente il suo vero nome, Circaetus gallicus, fa riferimento ad un Falco-Aquila protetto già in Gallia, nell’antica Francia, giusto?>> gli chiesi.

<<Proprio così sorcina, proprio così>>

<<Mangia prevalentemente i serpenti vero?>>

<<Ma non ha i denti! Cosa dici mai?! Il suo becco è già troppo possente!>>

<<Non denti! Serpenti Odoben! Ho chiesto se mangia i serpenti!>>

<<Ah! Si si certo! I serpenti sono il suo cibo preferito, è un uccello migratore e cerca le zone calde che gli offrono anche il cibo! Ma al contrario dell’Aquila che, molto grossa, afferra i rettili al volo, il Biancone prima li circonda sbattendo le ali così da disorientarli e stordirli. Non per niente è anche soprannominato – Il Cacciatore di Serpenti ->>

Che bello sapere tutte quelle cose su un rapace raro ma presente nella mia Valle. Immaginavo quel suo piumaggio chiaro e biancastro sul ventre ma più scuro sul dorso. Un marrone simile agli arbusti spogli che tingono i miei boschi in questa fredda stagione.

Quell’espressione austera che mostrava il temperamento impavido. Quella rara bellezza.

Pensate Topi che, il Biancone, depone un solo uovo all’anno e, in Valle Argentina, lo cova intorno ai mesi di aprile e maggio. Si tratta infatti di una specie protetta.

Odoben mi aveva detto abbastanza. Potevo rintanare soddisfatta e aspettare l’arrivo della prossima primavera che avrebbe portato con sé anche nuovo Bianconi da ammirare. Salutai quindi il mio strambo amico Lupo che tornò a governare il suo Corpo Militare e mi inoltrai nel bosco. Chissà dov’era ora il Biancone? Sicuramente in qualche paese dell’Africa.

Tutta quella neve attorno a me mi stava dicendo che mai, in questo periodo e in questi luoghi, il Biancone poteva sopravvivere e con il cuore leggero decisi di attenderlo immaginandolo sorvolare il Sahara con la sua maestosa apertura alare che può raggiungere i due metri.

Un bacio fiero quanto lui a tutti voi! Alla prossima!

Un altro “Grazie” ad Andrea Biondo per le immagini andreabiondo.wordpress.com

Microcosmi necessari

So che a parecchi di voi questa immagine potrebbe fare un po’ ribrezzo, eppure vi sto per parlare di un habitat importantissimo e fondamentale della natura.

Il colore verde, che da come potete vedere ha tinto tutta l’acqua e il fondale, è dato da piccolissime alghe e mucillagini che si sono formate grazie alla luce solare. Ecco infatti i protagonisti della vita: l’acqua e il sole.

Le mucillagini sono microorganismi che contengono proteine date proprio dalle piante sia terrestri che acquatiche.

Le bollicine si formano invece attraverso il surriscaldamento e l’attività frenetica dei batteri, molto utili anche loro, i quali si occupano della trasformazione delle cose. In caso di pozza, l’acqua dopo un po’ evapora e attende la pioggia per riempirsi nuovamente o assorbe nuova acqua dalla falda sotterranea che la nutre. Alcune bolle, invece, possono essere create da piccole creature e dalla loro respirazione o dal loro movimento, mentre altri tipi possono essere le uova di certi animali.

In questo ambiente, che si può definire a tutti gli effetti un micromondo, c’è tutto quello di cui alcuni animali necessitano. Ci sono nascondigli, cibo, zone per il relax.

Qui, zanzare, moscerini, trote, salamandre, rane, rospi, pipistrelli, gamberi, bisce, gerridi e molte altre specie trovano da mangiare o sono loro stesse alimentazione per altri, dove un circolo perfetto continua perpetuo.

alghe melma

In Valle Argentina siamo abituati a vedere acqua limpida e fresca sgorgare dalle fonti o correre in discesa, impetuosa nel torrente, ma se si bada bene lo stesso torrente, ai bordi, può mostrare questi particolarissimi habitat. Da noi, certo, sono sempre molto piccoli, ma in alcune zone del mondo possono invece ricoprire l’area di interi chilometri quadrati e questo accade perché il pianeta ha bisogno di questi cosmi in miniatura.

Da qui, infatti, risale evaporando l’umidità giusta che occorre al bosco e al territorio circostante, la quale regola la temperatura, il microclima e permette a fiori e foglie e al terreno stesso di essere imbibiti del liquido più prezioso e vitale: l’acqua.

Questa specie di stagno si può ricreare anche artificialmente in giardino, dove alcuni pesciolini saranno lieti di sfamarsi con larve o pupe, purché sia abbastanza capiente da permettere all’ittiofauna di muoversi in tutta tranquillità.

Non è difficile trovare in queste mini paludi anche delle bellissime piante acquatiche come gli Iris d’acqua, il Papiro, le Ninfee o le Canne.

D’ora in poi, prima di storcere il muso davanti a certe tane, sappiate che possono essere importantissime anche per voi! La vita inizia proprio lì!

Un bacio melmoso, la vostra Topy.