La Dott.ssa Valle Argentina – l’Acqua e la Vergine Maria

Come vi ho raccontato spesso, nella mia Valle il culto mariano è molto sentito e si manifesta nelle numerose edicole, nei santuari, nelle cappelle e nelle insegne in onore della Madonna. Questo accade un po’ in tutto l’entroterra ligure, ma occorre osservare come tali simboli abbiano a che fare con l’acqua in uno stretto e intimo rapporto che ci racconta, in modo intrigante, anche una grossa parte dell’antica e preziosa “Medicina Ligure”. Nel nostro caso parliamo proprio della medicina della Valle Argentina.

Non c’è intruglio, incantesimo o rimedio che non contenga anche l’acqua, questo per la maggior parte dei popoli antichi.

Parlando di un elemento naturale così importante come l’acqua, non posso non andare a interpellare per voi Maga Gemma che, sono certa, saprà raccontarmi anche qualcosa di storico inerente queste costruzioni religiose edificate sovente proprio vicino all’acqua.

«Chiese, cappelle e edifici religiosi vennero costruiti ovunque, al di là della presenza o meno dell’acqua, ma in tempi antichi, se il pregiato liquido non era presente là dove doveva essere eretto il luogo di culto mariano, si realizzavano opere che conducevano l’acqua dove non arrivava spontaneamente, proprio per far sì che le due cose combaciassero» mi spiegò prontamente Gemma sospirando come a non sapere da dove iniziare, viste le tante cose da dire su questo argomento.

«Addirittura? Come mai quest’accoppiata voluta così esageratamente?» le domandai.

«Beh… piccola, per gli esseri umani che credono nella religione cattolica, Maria è la madre delle madri e l’acqua, a suo modo, è madre di tutta la natura. Avrai sentito dire diverse volte dagli uomini che su altri pianeti, senza la presenza dell’acqua, non ci sono fonti di vita…»

«È vero!» risposi.

«Ma l’acqua non è solo fonte di vita: è viva di per sé. Tutto ha inizio all’interno del grembo materno, dove gli esseri viventi vengono nutriti, protetti e accuditi dal liquido prenatale. In quel momento si stanno formando, ma sono perfetti. Il coronamento di Madre Natura si sta realizzando al massimo della sua meraviglia. Là, nel grembo, quella piccola vita è priva di qualsiasi malessere, malattia o malformazione. Per questo si crede, e così è in effetti, che l’acqua sia in grado di guarire, di riportare tutto com’era prima della venuta al mondo, cioè perfetto e traboccante di salute. Questa capacità curativa va sfruttata lavando via ogni bruttura, purificando, pulendo e rigenerando grazie alle caratteristiche di pulizia dell’acqua di cui tutti usufruiamo quotidianamente. E’ la stessa cura che, con il suo particolare affetto, solo una madre è in grado di dare.»

Eero sempre più affascinata e lei non si fermava: «Dal seno di una madre esce il latte, liquido che nutre e che è formato principalmente da acqua. Acqua che, in questo frangente, possiamo definire benedetta così come stabilì, sempre per chi segue il Cristianesimo, anche Gesù, battezzandosi nell’acqua.»

«Ma quindi… è per questa correlazione che in Valle, ad esempio, il santuario di Montalto si chiama Santuario della Madonna dell’Acquasanta

«Sì, Pruna, e non è l’unico a richiamare insieme questo elemento prodigioso e la Vergine. Un esempio palese è quello di Lourdes, imitato, anche se in miniatura, in diversi luoghi a noi vicini e in Valle Argentina. A Glori, verso Evria… Immagina che la vicinanza della Madonna rendeva quell’acqua ancora più sacra, o santa, come si usa dire se si parla delle acquasantiere che trovi all’entrata di ogni chiesa. L’acqua, a quel punto, diventava addirittura miracolosa per il credente.»

«Be’… l’uomo a volte sarà anche esagerato, ma prende sempre spunto da cose vere e appartenenti alla natura.»

Maga Gemma annuì: «Certamente. È lei, da sempre, a insegnargli. Pensa che alcuni uomini di scienza hanno trovato acque che hanno poi considerato positivamente anomale, viste e studiate biologicamente, e questo ha fatto crescere acora di più alcune credenze antiche, sopravvissute fino a oggi. Quindi è tutto vero, solo amplificato e a volte mal spigato, anche quando si parla di potere soprannaturale.»

«In onore di chi sa guarire!»

«Già. L’acqua permette l’avvicinamento del razionale allo spirituale, del concreto all’astratto. Ma ha anche altre qualità, prima fra tutte quella di esprimersi in modo diverso a seconda della forma che assume, donando così le stesse caratteristiche che mostra:

Un Torrente, per esempio, ci parla di esuberanza, determinazione, brio, subbuglio. Se davanti abbiamo un fiume, invece, esso ci trasmetterà forza, cambiamento, potere. La Sorgente indica rinnovo, creazione, rinascita, idealismo, mentre il Lago dona quiete, stabilità, contemplazione, riflessione…»

Maga Gemma non si fermò, e io continuaii ad ascoltarla rapita: «Visto che stiamo parlando prevalentemente dell’entroterra, non mi soffermo sul mare, anche se ci sarebbe molto da dire. Si dice: Sii come l’acqua, libera e informe, capace di mutare forma, di accogliere e accettare in modo totale per adattarsi a qualsiasi circostanza pur rimanendo sempre se stessa.»

«Per mille prugne secche, è proprio vero!» esclamai.

«E, tornado all’analogia “madre”, l’acqua sa avvolgere accarezzando, ma è anche in grado di penetrare in profondità con la sua conoscenza, di assorbire tutto, persino i problemi… del proprio figlio. I cattolici si considerano i “figli” di Maria.»

Stavo capendo che Gemma non avrebbe smesso di parlare. Era come estasiata.

Mi faceva piacere comprendere il motivo dietro questa coppia così presente nella mia Valle.

Massimo Centini, nel suo meraviglioso libro “Medicina e Magia popolare in Liguria”, Edizioni Servizi Editoriali, racconta molte delle cose che oggi vi ho riportato, ma nulla è paragonabile a vivere davvero quest’acqua in modo concreto.

L’effige di una Madonna rende sacro tutto il luogo nel quale è presente, pertanto considero la Valle Argentina sacra in tutta la sua totalità e i religiosi potranno sostenere questo ancora di più, immagino. Si può credere come no alla Madonna, ma una cosa è certa: l’acqua è magia pura e, dove vivo io, fortunatamente, non manca.

Un bacio…. benedetto.

Streghe, scope e unguenti nella Liguria di Ponente

Oggi voglio parlarvi di streghe. Delle streghe della mia Valle e di questa parte di Liguria che, ancora oggi, riporta tradizioni e usi in merito.SONY DSC Oggi voglio parlarvi delle streghe e dei loro più comuni strumenti. Al di là di pentoloni, pozioni magiche e gatti neri, cosa da sempre è affiancata alla figura della strega, chiamata da noi Bazua, è la scopa. La scopa magica. La scopa che volava. La scopa che da sola si muoveva nella malconcia capanna. La scopa che le portava. Le portava su nel cielo scuro, molto in alto, a volteggiare sghignazzando tra la luna e le stelle.

E le streghe, per viaggiare sul loro mezzo, si spogliavano di tutti i vestiti e cospargevano il loro corpo di un unguento che, non solo le proteggeva, ma le avrebbe rese più interessanti per Satana, il loro amato. Era per lui che viaggiavano decise per diversi, a volte molti, chilometri. In realtà, cari topi, le streghe sì, sono esistite veramente, così come l’unguento e le scope, ma si dubita fortemente riuscissero a volare. Inoltre, non erano affatto diaboliche… tranne quando si arrabbiavano forse!SONY DSCQueste donne, ungevano con il famoso elisir, il manico della scopa e con essa ballavano danze sfrenate al chiar di luna quasi come ad avere un compagno. Questi riti potevano avere diversi scopi.

La ramazza era comunque la loro compagna prediletta dalla quale non si dividevano mai. E’ da qui che nascono tutte le credenze e le leggende che, ancora oggi, a noi in Liguria, e forse in tutto il mondo, fanno tutt’ora un certo effetto e oggi, grazie ai miei ricordi, ai racconti che mi sono stati tramandati dai nonni e a Massimo Centini che ha scritto il libro, a mio avviso davvero interessante “Medicina e Magia popolare in Liguria“, voglio raccontarvene qualcuna.

La scopa come protagonista. Sapete, ad esempio, che se una ragazza camminava in equilibrio su un manico di scopa sarebbe diventata mamma prima di essere sposata? E sapete che quando si cambia casa non bisogna portare dietro le vecchie scope? Si porterebbero dietro anche le disavventure precedenti. Per non parlare del famoso “scopare i piedi”, come si usa dire da tutti noi, a una donna che ancora deve maritarsi. SONY DSCQuesto lo conoscete di certo anche voi. La povera malcapitata, sarebbe rimasta zitella!

Quando si comprava o si costruiva una casa nuova, bisognava tenere sull’uscio una scopa nuova per tre giorni, avrebbe allontanato gli spiriti maligni pronti a infestare la nuova dimora, mentre, se una scopa disgraziatamente cadeva a terra, non bisognava scavalcarla, bensì raggirarla oppure aspettare che qualcuno passasse prima.

Ma le credenze non sono finite. Vi è mai capitato di vedere un bimbo giocare con una scopa? Ebbene, un tempo, questo significava l’arrivo di un ospite inatteso. La scopa è di per sé, e da tempi remoti, uno strumento prettamente femminile. E’ stata inventata per le pulizie domestiche e, quindi, di proprietà della donna. Un uomo che infatti veniva colpito dal manico di una scopa da parte di una signora (e un tempo accadeva spesso), sarebbe diventato impotente. La forza femminile aveva sovrastato quella maschile e, l’impotenza, sarebbe stata la grave conseguenza.

E la gente, dalle streghe, si proteggeva con la scopa stessa. La posizionavano davanti alla porta di casa, per terra, come a sbarrare l’uscio, tutte le sere prima di andare a dormire, proprio per impedire alle Bazue di entrare.

Avete visto topi quante superstizioni si avevano e quante credenze? Immagino che ovunque ce ne siano. Queste sono le nostre, quelle che la mia gente si porta nel cuore, appartenenti ai Liguri e alle nostre streghe. Colonne di un tempo che reggono ancora alle quali non si crede ma… provate a scopare i piedi a qualcuno e vedrete il suo atteggiamento!

E se v’interessa saperne di più, vi ho dato il titolo di uno dei libri più adatti.

Un bacione da brivido, buona giornata!

L’ultima immagine è un disegno che si trova nel Museo di Triora.

M.