La Loggia degli Sposi

Torniamo un po’ nel cuore della mia Valle. E’ da tanto che non vi ci porto ma oggi ho in serbo per voi una vera sorpresa.

Vi ho fatto conoscere, tempo fa, il meraviglioso borgo di Montalto Ligure, potete vederlo qualche post più in là, e oggi ci riandiamo perchè ho voglia di mostrarvi una cosina davvero particolare. Ebbene non potevo certo non parlarvi di questo posticino fantastico, grazioso ma soprattutto romantico, come lo è l’intero paese. Siamo infatti nel borgo definito “romantico” per eccellenza e quindi non poteva mancare una vera e propria loggia dove potersi sposare. SONY DSCE quante coppie ha visto unirsi in matrimonio questo luogo di pietra!

Nella mia Valle lo conoscono tutti e, ogni volta che ci si mette zampa, si cammina sopra il riso bianco degli sposini che sono appena stati qui.

Cari topi, ecco a voi, la – Loggia degli Sposi -. Sono diverse le vie che ci portano a lei.SONY DSC Partendo da sotto, bisogna inerpicarsi per una scalinata abbastanza ripida dai gradini consumati e il colore delle luci giallognole implica un’atmosfera suggestiva e quasi misteriosa. Alcune porte che incontriamo sono in legno massiccio e molto vecchie appartenute un tempo, forse, a delle stalle. E’ un luogo affascinante nel bel mezzo di questo villaggio arroccato sui monti del mio mondo.SONY DSC Un piccolo spazio dalla pavimentazione di ciappe, due panchine, un lampione e un’apertura che offre un panorama degno di qualsiasi matrimonio. SONY DSCMantiene in tanti punti la sua antichità.

E’ stato, per certi punti di vista, reso solamente un po’ più comodo, come l’aggiunta dello scorrimano per agevolare probabilmente la salita alle spose munite di vertiginosi tacchi a spillo ma, per il resto, tutto è com’era un tempo. SONY DSCVi sarete accorti, immagino, già da queste prime foto che a regnare infatti è la pietra. Ci circonda, ci siamo sopra, ci siamo sotto, è ovunque, e questo fa si che il posticino rimanga bello fresco anche in piena estate.

Il sole passa solo da due finestre aperte e semitonde, sembrano le aperture di un castello e la luce è spettacolare.SONY DSC Il tetto offre una bellissima lavorazione di travi in legno e, sotto di lui, nel centro della parete più ampia, c’è una piccola fontanella in ferro dalla quale sgorga acqua fresca. Il suo rubinetto porta la stessa lavorazione di tante altre fontane della mia Valle e il suo rubinetto è in ottone.SONY DSC Per il resto, a parte due panchine per gli invitati più anziani, non c’è nulla; si presta però ad essere addobbata come meglio si crede con felci, piante e composizioni di qualsiasi tipo adatte al fatidico giorno. Che emozione. E’ l’ideale per meravigliose foto in posa. Lo sfondo è magnifico. SONY DSCLa Loggia degli Sposi è un luogo così antico da presentare ancora gli archi e le lastre di ardesia di un tempo. Al centro del pavimento inoltre è stato composto su di esse, lo stemma del comune di Montalto Ligure. Se non erro, questo è stato fatto da un artista del luogo. SONY DSCA celebrare il loro matrimonio civile, in questa fantastica cornice, vengono anche turisti e stranieri. E’ un posticino famoso. E, se si vuole, si possono anche continuare i festeggiamenti nella piazza della chiesa poco sotto. Guardate ad esempio questa foto che ho preso dal sito rivieradivina.it, non è meraviglioso?loggia3In fatto di matrimoni campestri, questo è l’ideale. E allora topi, non dimenticatevi di venire a vedere la Loggia degli Sposi se vi capita di passare da queste parti. Non potete perdervela. Merita. SONY DSCVi sembrerà di fare un salto nel passato. Vi sentirete castellani o menestrelli in un giorno di festa. Una perla della Valle Argentina. Vi è piaciuta?SONY DSC Bene topini, adesso allora posso lasciarvi ma tenetevi pronti, vi porterò presto in un altro posticino sensazionale. Un bacione grande, alla prossima. M.SONY DSC

La Via dei Morti – 1′ parte –

Oggi, topi, vi porto a fare un tour davvero particolare. Voglio farvi conoscere situazioni avvincenti e luoghi ricchi di storia, sentieri in cui è successo di tutto, ma che oggi non conosciamo. Prima, però, lasciatemi ringraziare tantissimo chi ha redatto questi importantissimi documenti, lo scrittore Giampiero Laiolo, che mi ha reso noti questi suoi scritti tratti dal suo libro “U Camin – Percorsi storici della Valle Argina”, Pro Triora Editore, 1997.

Venite con me.

DA CARPASIO ALLA PIEVE DI SAN NAZARIO E CELSO (BORGOMARO)

“Dal XII secolo l’espansione della Repubblica genovese accrebbe l’instabilità politica amministrativa del ponente ligure: questa aspirazione egemonica sulle riviere perseguita con la diplomazia e con la forza si scontrò ovviamente con gli interessi dei locali signori feudali. Le Valli di Oneglia, del Maro e di Prelà furono per secoli una “spina nel fianco” della Repubblica di Genova: prima sotto il dominio del Vescovo di Albenga e dei Ventimiglia poi dei Ventimiglia-Lascaris quindi dei Savoia. Si giunse all’unificazione solo alla fine del 700, ma in quell’occasione la superba Repubblica aristocratica non poté di certo gioirne perchè quel momento coincise anche con la fine della sua millenaria storia. Carpasio come appendice dei domini del Maro in Valle Argentina subì un isolamento politico. Questa situazione, peggiorata dal naturale isolamento montano, contribuì a formare le caratteristiche religiose, sociali ed economiche di quel paese: non sbaglia l’amico e cugino Dario Banaudi quando ipotizza in quest’areale un prolungamento del medioevo (1). Tale retaggio culturale che emerge sporadicamente ancora oggi rende questo areale particolarmente interessante; le condizioni geomorfologiche comportavano notevoli sforzi per ricavare terreni produttivi: si coltivava orzo, grano, lenticchie, ceci e ultimamente anche fagioli e patate. Sui pascoli sommitali si allevavano pecore e capre, ovviamente nel rispetto delle aree prative e nei tempi destinati alla fienagione; tutto ciò’ era regolamentato dagli antichi usi cristallizzati successivamente negli Statuti Comunali e nei Bandi Campestri. Il Castello del Maro e le sue dipendenze, compresa la Valle Carpasina, fu venduto dal conte Gaspare dei Ventimiglia (ramo siciliano) nel 1455 ad Onorato Lascaris dei conti di Tenda {2). In questo periodo si attivò la direttrice di crinale verso Briga e Tenda, associando alle millenarie motivazioni pastorali quelle politico-amministrative dei conti di Tenda. Il percorso Tenda/Briga – Oneglia che interseca la “Via dei Morti” al Passo del Maro lo si può’ configurare come una delle vie marenche che risalivano le valli del ponente ligure verso il Piemonte. Nel 1575 i Conti di Tenda cedettero la Valle del Maro e le sue pertinenze ai Savoia i quali la subinfeudarono nel 1590 a Giò Gerolamo Doria Ciriè. Le finalità sabaude furono notoriamente quelle di creare un corridoio commerciale tra il Piemonte ed il mare, progetto ovviamente ostacolato da Genova la quale, nel caso specifico di Carpasio, prestò la massima attenzione alla sua delimitazione territoriale adottando anche mezzi coercitivi, come la rappresaglia, che ponevano i carpasini praticamente in stato di assedio verso le altre comunità della Valle Argentina. Pur con fasi alterne Carpasio dipese dalla Valle del Maro, là risiedevano gli “uomini che contavano”: il marchese, il parroco ed il bargello.  Un matrimonio, un funerale, un battesimo, la sagra, il ballo erano tutte occasioni più o meno gradite ma indispensabili e necessarie alla vita che impegnavano i carpasini a socializzare fuori del ristretto ambito del borgo. Il ricordo della sudditanza religiosa dalla Pieve del Maro è ancora presente nella memoria sociale: tramandato di generazione in generazione viene attualmente presentato con evanescenti immagini dove la leggenda tende a confondersi con la storia (3). Non potrebbe essere altrimenti. Basta pensare all’incidenza emozionale e simbolica percepita dal trasporto di un morto attraverso i prati, i boschi ed i torrenti di due valli. Si ricordi il piacere medievale sia verso le giocose e colorate feste come nell’assistere le esecuzioni capitali e la massiccia partecipazione popolare alle coreografiche manifestazioni liturgiche di San Bernardino da Siena e San Vincenzo Ferreri; tutte queste espressioni si possono sintetizzare nella tendenza di proiettare ogni cosa ed ogni fatto verso il soprannaturale; l’animismo, la magia e la conseguente caccia alle streghe non sono che un aspetto di questa “forma mentis” medievale. Quanto il trasporto dei cadaveri verso la sepoltura nella pieve incise sulle genti lo vediamo nelle testimonianze di molti anziani. La memoria collettiva ricorda il fatto mentre la località di sepoltura diventa imprecisa: Santa Maria dei Piani, San Nazario e Celso di Borgomaro e San Giorgio il Vecchio di Calderara vengono confusi. Anche altri particolari diventano poco credibili come l’uso di depositare i cadaveri sopra i “cannicci” quando la mulattiera era inagibile. Pur essendo certo per i carpasini l’obbligo della sepoltura e del battesimo presso la pieve è dubbio il perdurare di questi due obblighi. Sappiamo che dal 1331 sino al 1424 vi fu ancora l’obbligo del battesimo presso San Nazario e Celso, anche se è già documentato il tentativo di eludere tale norma. Quando spostiamo l’attenzione alle modalità di sepoltura dei carpasini ci troviamo con un solo riferimento documentario indicante che già nel 1399 vi era l’uso della sepoltura presso la locale chiesa di Sant’Antonio. Quindi non abbiamo alcuna traccia, ad esclusione della tradizione, su ci che accadde prima di tale. L’unificazione politica giunse nel 1797 integrando economicamente la Valle di Carpasio con i circostanti paesi; rimase però la dipendenza amministrativa da Borgomaro sino ai primi decenni del novecento, età che vide nascere l’attuale struttura amministrativa provinciale. E’ curioso notare che anche il potere giudiziario e poliziesco residente a Borgomaro lasciò una traccia nella toponomastica: il passo degli sbirri ci ricorda che quella era la via usuale con la quale giungevano a Carpasio prima i “soldati di giustizia” del bargello e poi i “carabinieri reali”; vedremo scrivendo della mulattiera che unisce Carpasio a Glori, quanto questi uomini furono impegnati su questo territorio”.

E domani, topi cari, pubblicherò la seconda parte di quest’avventura e la descrizione del percorso, che si farà più interessante. Quanta storia! Vi aspetto.

M.

Sant’Ampelio e i suoi scogli particolari

Oggi, non siamo nella mia Valle.

Sono passata per di qua e, questo posto, mi ha talmente colpito che volevo farlo conoscere anche a voi.

No topi, in realtà venivo a giocare davanti a questo mare fin da cucciola.

Siamo a Bordighera e, alla sera, in estate, almeno una volta al mese, si veniva in questa cittadina a mangiare l’anguria fresca, all’aperto. Vicino a questo chiosco che vendeva cocomeri a fette, una chiesetta.

Una piccola chiesa che ho sempre ritenuto molto affascinante e non sono la sola se si pensa che è il luogo più ambito per matrimoni e cerimonie.

Ebbene, ecco perchè ho deciso di scrivere un post su: Sant’Ampelio.

Ha fatto parte della mia infanzia e ora, quindi, deve far parte anche del mio blog. Mi sembra giusto.

Mamma mia quanti ricordi! L’odore di salsedine, le luci, le rocce.

Oltre allo spettacolo che offre questo Santuario, romantico, bagnato dagli spruzzi d’acqua salata delle onde e illuminato da luce fioca, cosa mi piaceva tantissimo erano gli scogli sul quale era appoggiato.

Erosi dal mare, formavano delle buffe forme e… parevano pezzi di gruviera. Tutti bucherellati e consumati.

Un piccolo ponticello permette di visitarli tutti e di andare a ridosso del mare.

Il salmastro penetra anche nelle ossa, è quasi come essere a bagno.

In questa chiesa, che contiene le spoglie del religioso eremita Ampelio, ci si può entrare ovviamente solo di giorno. Io, sono sempre venuta di sera e, dentro, non l’ho mai vista ma dicono sia bellissima. Di sera comunque ha un fascino incredibile! La cornice illuminata di Ospedaletti e San Remo, dietro di lei, sulla costa, la rendono una fantastica cartolina.

Qui nei dintorni, da Imperia alla Francia, questo posto lo conoscono tutti.

E’ davvero particolare; la sua atmosfera è particolare e unica.

Questo è proprio il luogo perfetto dove portare la fidanzatina o per giurare amore eterno. Ampelio, non si fa problemi, ne ha già ascoltate di tutti i colori e in tutte le lingue.

E allora, cosa aspettate topini? Se siete sognatori e sentimentali, portate qui le vostre topine e state certi che passerete un momento idilliaco che rimarrà per sempre nel cuore della vostra amata.

Dal wedding planner di Pigmy, un saluto e alla prossima!

M.