La Foresta di Gerbonte

Oggi vi porto a visitare un posto che non vi ho mai mostrato come protagonista, topi miei. Siamo in alta Valle Argentina, nel territorio del Comune di Triora. Qui, solo a una ventina di chilometri di distanza dal mare, si trova una foresta imponente e importante, quella del Gerbonte, che per la sua vicinanza alla costa presenta caratteristiche difficili da trovare altrove in Italia. Pensate che privilegio!

foresta di gerbonte

La Foresta di Gerbonte è frutto della collaborazione tra uomo e natura e, una volta tanto, questo merito va riconosciuto all’essere umano. E’, infatti,  di origine antropica e fu piantata per avere sempre a disposizione legna per le provviste senza dover necessariamente sottrarre spazio ai pascoli, che pure servivano alla sopravvivenza e al sostentamento.

Questa particolare Foresta ha un’estensione superiore ai 600 ettari, un gigante verde, insomma! E’ possibile raggiungerla in diversi modi: seguendo l’Alta Via dei Monti Liguri, per esempio, oppure partendo da Creppo o ancora da Colle Melosa, il Monte Grai e Cima  Marta. Insomma, scegliete l’itinerario che più vi aggrada, preparate lo zaino e percorrete il sentiero perché non rimarrete delusi. Io ho seguito quello proposto qui, dal sito Munta e Chinna, che spiega in modo chiaro come arrivare.

Monte Gerbonte2

Trae il proprio nome dall’omonimo monte (1727 metri sul livello del mare) ed è un Sito di Interesse Comunitario (SIC), nonché Zona a Protezione Speciale (ZPS).

Fu teatro di una moltitudine di vicende di interesse storico, come il contrabbando di sale, le dispute tra francesi, liguri e piemontesi per definire i confini alla fine del Settecento, nonché per gli scontri della Seconda Guerra Mondiale. Ancora oggi la parte occidentale della foresta definisce il confine italo-francese. Il Monte Gerbonte, inoltre, era un crocevia fondamentale che serviva a collegare le comunità di pastori con i centri abitati del fondovalle.

Foresta di Gerbonte

C’è un sentiero che si snoda tra le sue pendici che passa tra le radici di Abeti plurisecolari e monumentali, io ci sono stata, e posso dirvi che è stata un’esperienza emozionante. Nella Foresta del Gerbonte gli Abeti Bianchi e Rossi resistono da secoli, nonostante quello delle Alpi Marittime non sia l’habitat a loro più congeniale. Eppure qui sembrano trovarsi bene. Sono alti, così tanto che si fatica a concepirne la fine del tronco alzando il muso all’insù. Creano un bosco ombroso, a tratti cupo, ma molto suggestivo. Tra le radici di quegli alberi anziani brulica la vita in tutta la sua piccola, grande immensità. Quante formiche, su quel terreno! Corrono come impazzite, affaccendate nel loro lavoro di rifornire il formicaio.

Una delle caratteristiche che rendono suggestivo questo luogo sono i Larici, che dipingono la Foresta di colori indescrivibili nella stagione autunnale. Nella tarda primavera, invece, le loro foglie sono di un verde brillante, tenere e leggere, e sui rami  sbocciano i fiori di un fucsia intenso.

gemma di larice

Tra le altre specie presenti nel sottobosco, troviamo cespugli rigogliosi di Rododendro, Mirtillo, Ginepro, Lampone, ma anche Primule, Viole e Genziane. Sul Gerbonte non si trovano solo conifere, ma anche latifoglie, tra le quali il Maggiociondolo, il Sorbo degli uccellatori e il Faggio, quest’ultimo dalle dimensioni monumentali così come accade anche nel Bosco di Rezzo.

ecomuseo biodiversità bosco di larice Foresta Gerbonte

In questa Foresta meravigliosa sono numerose le tracce del Lupo, è impossibile non notarle, ben visibili sul sentiero. Sembra quasi di vedere i suoi occhi d’ambra sbucare dagli alberi. Qui abitano anche Camosci e Caprioli, non è difficile fare il loro incontro e sorprenderli mentre sono intenti a cibarsi delle tenere leccornie del sottobosco. Tra questi alberi abitano anche la Martora e la Lepre Alpina, la quale però fa spesso la preziosa, è molto difficile scorgerla.

Il verso del Cuculo è quasi onnipresente, ma non è l’unico abitante alato di queste zone. Il Fagiano di monte è osservabile in primavera, quando si esibisce nelle sue danze nuziali. Poi ci sono il Gallo Forcello, la Cincia dal Ciuffo, il Picchio Nero, diverse specie di Falco, l’Aquila Reale e persino il Gufo Reale. Quanta biodiversità, topi!

E’ un luogo selvaggio e, il fatto che in Inverno non sia transitabile per via della neve che scende copiosa, ha favorito la conservazione e il ritorno di alcune specie che, altrimenti, non potremmo vantarci di avere in queste zone della Valle.

La Foresta del Gerbonte è un vero patrimonio, raramente si trovano luoghi in grado di eguagliarla sul territorio nazionale, considerando proprio la sua vicinanza al Mar Ligure.

E’ un altro gioiello della mia Valle, topi! Voi ci siete stati?

Un boscoso abbraccio a tutti voi.

Per gli interessati…

A grande richiesta…

Cari topi, per tutti quelli che volevano sapere come stavano quei foruncoli nati circa un mesetto fa (non posso sbagliare data altrimenti Niky mi da’ in pasto a Pepe, quindi dirò all’incircapiùomenoquasi…) ecco qui le più mirabolandi testimonianze di chi se la spassa a meraviglia ed è una meraviglia (della natura!). Topi e topine, rullo di tamburi, ecco a voi:

TIGRO

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peso: 200 gr, altezza:12 cm…. stò scherzando! Prendo in giro Niky che sembra essere diventata una puericultrice. Lui è il maschietto con gli occhi da lince, i tigratini sono due e lui è quello più scuro. Il primo ad essere uscito quella fatidica notte! Poi c’è

MOONLIGHT

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una dolcezza molto simile alla sua mamma. La seconda ad essere uscita. Molto buona e dolce. Poi eccovi

MIA

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Mia è la tigratina più chiara con gli occhi più tondi e grandi. Quella che era uscita podalica e che la mia socia ha rianimato, la terza ad essere nata. Tra lei e Niky ha iniziato a manifestarsi un legame speciale. Eccovi quindi
MIRTILLO
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Il quarto. E’ uguale al papà Miele, ha soltanto la punta delle orecchie e della coda più bianche del genitore ma per il resto è uguale. Anche il carattere è molto simile. Poi c’è
SUSI
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la quinta. Anche lei nata podalica ma con meno difficoltà di Mia. E’ un pò più piccolina degli altri. Infine eccovi
ORESTE
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tutto nero. Nato per ultimo. E’ un vero pigrone.
I nomi che avete letto sono già stati dati dai futuri padroncini che i mici hanno trovato. Tutte persone che conosciamo e che sappiamo li riempiranno d’amore tra circa un mesetto. L’unico nome che è stato scelto dalla mia carissima amica è quello di Mia, in quanto Mia, rimarrà nella nostra splendida Valle, a casa di Niky, con la sua mamma e il suo papà. Come vi IMG-20130320-WA0004dicevo, tra lei e la sua mamma bipede è nato un rapporto particolare. E questo è quanto cari amici topi, avete così visto come stanno le sei sanguisughe del momento. Sono o non sono delle vere meraviglie? A me fanno impazzire. Lasciamoli stare a ciucciare ancora un pò di latte, noi andiamo a preparare un altro post, venite con me! Ciao micetti un bacio per uno!
M.