La Feijoa – scrigno di virtù

Topi, voglio farvi conoscere un frutto che non è autoctono della mia Valla ma la Valle Argentina gode di un clima talmente meraviglioso che può nascere e crescere in lei qualsiasi specie di flora. Anche quella tropicale.

Vi presento infatti una pianta dell’America Latina e si tratta di una pianta che dona frutti buonissimi dal gusto davvero particolare. Un sapore che sembra un misto tra fragola e ananas ma che dipende anche molto dal suo stato di maturazione. E’ comunque inferiore al profumo emesso che è invece dolce e intenso.

Si tratta della Feijoa o, scientificamente conosciuta con il nome di Acca Sellowiana capace di regalarci frutti, dal gusto fresco e estivo in pieno autunno e in inverno.

Ce ne sono diverse piante in Valle e fanno tutte dei fiori stupendi infatte vengono coltivate anche come piante da giardino.

I frutti maturano prevalentemente a inizio autunno e cadono da soli dalla pianta. Questo suggerisce che sono pronti per essere mangiati, altrimenti, la scorza spessa e verde che ricopre la Feijoa non permette di capire la maturazione del prodotto.

Una buccia in grado di difenderla.

Al suo interno, se tagliato a metà, il frutto grande come un Lime, presenta il disegno di una specie di stella e può quindi essere utilizzato anche per decorazioni di piatti in cucina.

La sua polpa è simile a quella della mela, anche se più pastosa, e stando all’aria si scurisce e diventa ancora più giallognola. Non matura però, come la mela, in un secondo momento una volta staccata dalla pianta madre.

Si tratta di un frutto ricco di proprietà benefiche. Contiene molto iodio e i suoi semini hanno una funzione antibatterica per noi. La polpa è un ottimo antiossidante e, in cosmetica, viene usata come tonificante ed emolliente.

Tanta la Vit. C e i Sali minerali che la contraddistinguono e che effettuano sulla pelle un incredibile effetto anti-age.

Ma le sue virtù non sono presenti solo nel frutto. Le sue foglie, molto adatte per calde tisane visto il periodo, rinfrescano, ammorbidiscono ed elasticizzano i tessuti.

La Feijoa è una bellissima visione che appare quando il mondo attorno a noi diventa grigio a causa dei temporali autunnali o bianco per via della neve. I suoi fiori rosa e i suoi frutti verde vivo, sembrano un toccasana per gli occhi e il cuore.

Si consiglia per questo di tenerne una sul terrazzo anche perché tanto è molto robusta e non patisce neanche il gelo.

Cosa ne dite Topi?

Ve l’ho fatta una bella sorpresa oggi vero? Un bacio ricco di virtù a voi!

Strega Cloristella e il rimedio contro le Ustioni

Oggi, cari topi, è con immenso piacere ed entusiasmo che vi presento un’altra mia carissima amica. Si tratta di nientepopodimenoché… Clorinda Stella, per gli amici Cloristella! Ed è una Strega! Sì, avete capito bene, una vera e autentica Strega della Valle Argentina. L’Inquisizione non l’ha portata via, per fortuna, è riuscita a nascondersi e a salvarsi e quindi oggi possiamo godere dei suoi numerosi e incredibili consigli su rimedi, elisir e ricette per portare benessere nella nostra vita e in quella di altri. Strega Cloristella, infatti, con estrema sapienza, ha sviluppato un meraviglioso rapporto con la natura e compone prodigiosi intrugli di ogni genere a seconda di quello di cui necessita. Lei e la natura sono una cosa sola e, con maestria, fantasia e magia, l’abile Strega si serve dei doni del pianeta con estremo rispetto.

Durante la bella stagione voi umani andate al mare e, spesso, anziché abbronzarvi, vi ustionate. La vostra pelle soffre per via degli eritemi fastidiosi e dolorosi, così ho pensato di interpellarla per chiederle un consiglio per voi, un rimedio totalmente naturale efficace per le vostre scottature solari e per le bruciature di ogni genere. Prendete appunti, perché Strega Clorinda ha il rimedio per voi!

Cloristella è sempre vestita di scuro, con abiti sgualciti, ma molto femminili, nonostante tutto. L’unico colore che si concede è quello di un fiore, ogni giorno diverso, che aggancia al bustino sul bordo del décolleté. Ha i capelli verderame e le labbra di un bellissimo e sgargiante rosso scarlatto. Qualche efelide le colora il naso e le gote e il suo viso è sempre vivace, attraversato da un’espressione dolce e decisa al contempo. Ha occhi grandi, furbi, curiosi, con le iridi color mogano che schiariscono come l’ambra durante le notti di luna piena. È sovente allegra e spesso le piace parlare in rima:  dev’essere una deformazione professionale, la sua, causata dai tanti incantesimi che inventa. È proprio un personaggio! Gentile e generosa… almeno finché non la si fa arrabbiare. Diciamo che è un po’ permalosa e conviene lasciarla sbollire per conto suo tra fumi colorati che invadono il cielo, in quei momenti di rabbia, uscendo dal comignolo della sua dimora.

Per descrivervi la sua tana e il suo laboratorio avrei bisogno di tre articoli, quindi questa volta mi limiterò a dirvi che nonostante il caos, un mucchio di odori, un gatto nero, un corvo e un grosso pentolone che bolle su un fuoco sempre acceso, è un piacere stare lì.

«La Topina che mi viene a trovare? A quale problema dobbiam rimediare?» mi dice accogliendomi scalza e con un sincero sorriso.

«Cara Cloristella, oggi vengo a chiederti qualcosa per le ustioni di ogni genere, prima che ci tramutino in… in…. proble… No, aspetta: in…»

«Cenere!»

«Ecco brava! Mi sfuggiva la rima.» Ridiamo ed entriamo nel suo antro ombroso e arcano, ma che profuma di buono.

«È davvero semplice, Pigmy, trovare sollievo dopo essersi scottati. Basta un po’ di Iperico e qualche foglia di Menta.»

«Tutto quì? Credevo servisse chissà cosa…»

«Sì, ma molte persone non lo sanno, quindi bisogna avvisarle! Ti darò le dosi e ti spiegherò come fare. Innanzi tutto, devi sapere che con l’Iperico e la Menta va preparato l’oleolito, che io ho sempre a portata di mano: te ne darò un po’. L’Iperico è una pianta che aiuta la rigenerazione delle cellule, è molto idratante, ma soprattutto cicatrizzante, calmante e sedativa. E’ assai utile per le bruciature, dove la pelle rimane senz’acqua e si deve lenire una zona dolorante, come pure nel caso delle punture d’insetto contro le quali è una pianta davvero preziosa. La Menta, a sua volta, rinfresca, donando sollievo, disinfiammando e restringendo i capillari che si sono dilatati con l’eccessivo calore. Ci sarà anche bisogno di vitamina PP: consiglia ai tuoi amici di mangiare frutti rossi e di bosco, ne contengono tanta. Rinforza i vasi sanguigni che si sono dilatati e le cui pareti rischiano di cedere.»

Questa donna non è una Strega, è una dermatologa!

«In realtà sono tantissime le proprietà di questi due fantastici doni di Madre Terra, ma l’importante, per oggi, è che risolvino il problema delle ustionti.»

La osservo mentre afferra alambicchi e gontagocce. Pesta, travasa, odora, conta e nel mentre canticchia una specie di nenia come a concentrarsi maggiormente. Cerca gli ingredienti in quel mare di flora secca e fresca, dieci volte più fornita di un’erboristeria!

«Piantaggine, Viola, Achillea, Barba di Becco, Crespigno Spinoso, Centonchio Azzurro… ma dove ho messo l’Iperico?»

Come fa a capire che piante siano, quelle contenute nelle arbanelle sprovviste di etichetta?  E che nomi sono quelli? Io conosco tantissime piante e moltissimi fiori, ma Strega Clorinda mi batte, davvero.

Do un’occhiata in giro e mi chiedo se ha letto sul serio tutti i libri che vedo traboccare dagli scaffali. Conosce davvero tutte quelle pozioni magiche? So che ha quattrocentoundici anni, anche se ne dimostra solo una trentina, ma Santa Topa, ci vuole una memoria da elefante per ricordarsi tutti quegli incantesimi e sapere quando doverli usare! Provo a leggere, con scarso risultato, alcuni titoli scritti in una lingua sconosciuta. Chissà cosa contengono…

«Ecco qui bell’e pronta la soluzione per te, ogni scottatura andrà via da sé!» Ecco, la rima sul finire calza a pennello! «Pigmy, ora tieni questo barattolo al sole, ben chiuso, per un intero ciclo lunare e scuotilo ogni tanto. Vi ho messo dentro 30 gr circa di capolini di Iperico e 20 gr di Menta fresca, l’ideale è la rotundifolia, ma va bene qualsiasi specie, il tutto coperto con 650 ml di olio extra vergine di Oliva Taggiasca.»

«Grazie mille! E dimmi: quante volte al giorno bisogna applicare questo intruglio sulla pelle?»

«L’ideale sarebbe tre volte al giorno, Pigmy, fino a che non scompare il dolore. Basterà  poco tempo, vedrai, ma ricorda sempre una cosa. I rimedi naturali funzionano attraverso una grande qualità: la perseveranza.»

Ringrazio di cuore Strega Clorinda e faccio ritorno in tana,  ringraziando anche la Natura; ancora una volta, con i suoi regali preziosi, permette di alleviare le sofferenze. Intanto che rintano, però, mi preme darvi ancora due curiosità.

I fiori di Iperico andrebbero raccolti possibilmente nei giorni vicini a San Giovanni. E’ chiamato, infatti, anche “Erba di San Giovanni” e, se raccolto il 24 giugno, rilascia tutte le sue numerose e preziose doti in maggiore quantità. E’ un fiore che si può trovare fiorito da maggio ad agosto, pertanto potrete farvi una bella scorta. Vedrete che, dopo qualche giorno, l’olio all’interno del barattolo ed esposto ai raggi solari inizierà a virare verso il rosso con una sfumatura verdognola, perché le due piante rilasciano tutti i loro principi attivi nell’olio. A quel punto, l’oleolito conterrà tutto il potere del Sole, lo stesso che vi ha scottato, ma che adesso vi curerà e nutrirà la vostra pelle.

Avete tutto quello che vi serve ora, topi, io vi saluto! Fate attenzione nell’esporvi ai raggi solari, mi raccomando, e anche quando cucinate o accendete un fuoco siate cauti, nonostante Strega Cloristella sia sempre gentile e sempre ben disposta. Fate bene tutto quello che vi ha consigliato, altrimenti poi si offende! Ora lo sapete. E tiene anche il broncio per diversi giorni!

Un caldissimo bacio e un focoso abbraccio a tutti! Scherzavo!

Per questo articolo ringrazio Michela Perini e la nonna Gemma Folli.

Sfamiamoci di Semini

I Semi, doni squisiti che ci regala Madre Natura, non sono solo cibo per roditori. Anche voi umani potete mangiarli e, anzi, dovreste! Infatti,contengono un’infinità di sostanze nutritive che nemmeno potete immaginare.

Il nome lo dice già: “Seme”, a indicare qualcosa che contiene tutto e che deve solo sbocciare. La vita, il nutrimento, tutto ciò di cui si ha bisogno è proprio lì dentro, rimasto ancora puro, forte, energico. Queste virtù, se assunte, non potranno che recare benefici all’interno dell’organismo.

Sono tanti i Semi dei quali possiamo cibarci, ma oggi vi parlerò in particolare di quelli del Girasole (Helianthus annuus della famiglia delle Astaraceae), pianta molto amata.

I suoi Semi sono graditi anche alle Fate dei miei boschi, le quali sanno bene come alimentarsi per mantenere sempre viva la loro bellezza; inoltre, sono ricchi di Tocoferolo, ossia Vitamina E, pertanto hanno la capacità di mantenere giovani le cellule del corpo grazie a una profonda e imbibente idratazione, perché hanno potere antiossidante. Forniscono altresì una giusta ed equilibrata dose di grassi e proteine e, aggiunti a una dieta sana, arricchiscono l’alimentazione con le loro ottime proprietà.

Contribuiscono a mantenere in buone condizioni i capelli, le unghie, la pelle e anche il bellissimo e morbidoso pelo che mi avvolge e mi scalda nei periodi più freddi. Vi siete mai chiesti come mai alcuni uccelli abbiano una livrea coloratissima e fantastica? Da quando li ho fatti provare a Scoiattolo, mio vicino di tana, ha una coda molto più folta e lunga rispetto a com’era prima. Inoltre, adesso non fa più tutti quegli scatti che faceva prima con la testa e le zampe: questi Semi, infatti, sono ricchi di Magnesio e permettono al fisico di essere meno in tensione e più rilassato. Contengono anche tanto Ferro, quindi sono molto indicati per il sesso femminile e per le neo-mamme.

Racchiuso all’interno di un robusto guscio c’è il nettare dell’esistenza. Rosicchiare questo guscio fa bene a noi topi, anche perché con esso ci limiamo i denti! Ovviamente io li mangio crudi, in insalata o mettendoli sulle pietanze come se fossero un’erba gustosa, ma si possono anche cucinare, come i Pinoli, tostare e inumidire e aggiungere così a diversi piatti un nutrimento e un sapore ricchi e nuovi.

Con l’olio che si ricava da essi si può friggere e le fritture avranno un gusto delicato e deciso allo stesso tempo. Questi Semi fanno bene anche al cuore e riequilibrano il lavoro dell’intestino.

Sono Semi che hanno viaggiato molto. Scoperti in Perù tantissimi anni fa, sono giunti a noi dopo essere sbarcati in Spagna e ne sono arrivati di diversi tipi, ma tutti ugualmente buoni ed efficaci.

Grazie all’eliotropismo del Girasole, ossia il movimento che permette a questo fiore di seguire il Sole durante il giorno, questi semini sono costantemente nutriti e baciati da quella che è la primaria fonte vitale per la Terra e la Natura stessa. Quindi hanno immagazzinato, per molto tempo, tutta l’energia vitale che si possa desiderare. Ingoiandone uno è come ingurgitare un minuscolo pezzettino di Sole… vi sembra poco? Il Girasole, infatti, reca con sé il significato della vitalità, ma anche della longevità, per questo non può mancare il significato simbolico di felicità. Mangiare bene, infatti, rende sani, vigorosi, vitali.. ma anche felici.

Il Girasole, come racconta la leggenda mitologica di Clizia e Apollo, è devoto al Sole e lo considera come un Padre o un amato. La ninfa Clizia, infatti, si trasformò in fiore proprio perché passava le sue giornate ad ammirare il Dio Apollo nel cielo e, completamente innamorata, lo seguiva con lo sguardo per ore e ore. Per questo si dice anche che i Girasoli – e di conseguenza i suoi Semi – sono colmi d’amore.

Insomma, cosa ne dite? Vi ho convinto a cibarvi meglio? Sono regali pregiati di Madre Natura, questi! Non vi conviene snobbarli. Volete davvero conoscere tutte le meraviglie della Natura e del Creato? Iniziate dalle piccole cose allora. Sono le migliori.

Non per niente, io sono piccola come una ghianda….

Un piccolissimo bacio a tutti!

Un semino duro dal cuore tenero: la Nocciola

Buone eh? Le conoscete tutti lo so. Alcuni di voi ne vanno matti, altri invece magari ne sono allergici. Con loro o si va d’accordo o no. Non ci sono mezze misure. SONY DSCSono semini duri. Quello che noi mangiamo, che sta dentro al guscio, o meglio pericarpo, è proprio il seme. Gustoso, croccante. Ma è anche tenero perchè ha delle dolci proprietà. La Nocciola infatti è sebonormalizzante, idratante, addolcente e ideale per le pelli giovani. Dona energia e salute al nostro organismo essendo un grasso vegetale e, come lo fa con lui, lo fa anche con la nostra pelle rendendola turgida e morbida. Molto ricercato anche il suo olio, che viene utilizzato appunto dall’industria cosmetica, perchè è un insieme di grassi buoni e utili, proteine e acqua. Mangiando Nocciole, infatti, si assumono molte calorie. SONY DSCAl tempo dei Romani, la Nocciola, veniva usata anche per il suo aspetto simpatico, come augurio di felicità, in ricche e divertenti composizioni e si leggono tracce di lei, addirittura su manoscritti cinesi risalenti a 5.000 anni fa. Ancora oggi, in terre come la Francia, si continua con queste antiche usanze soprattutto durante la celebrazione dei matrimoni. Avete mai pensato di sposarvi con in mano un mazzolino di Nocciole? Carino e sicuramente originale! Vi sembrerà ridicolo ma in realtà state semplicemente sprigionando tanta energia positiva per festeggiare il lieto evento.

Il vero nome di questa pianta è Corylus Avellana e appartiene alla famiglia delle Betullacee, quasi tutte addolcenti per il nostro fisico e lenitive. La mia Valle ne è piena, sono fortunata. Molto spesso mi avrete sentito nominarle. Le uso tanto e non solo le mangio sgranocchiandole davanti a un film, ma le trovo ottime in insalata oppure nei dolci. Per non parlare del gelato a questo gusto! Lo adoro! SONY DSCNella lingua anglosassone è chiamata Hazel con diverse sfaccettature che ne indicano la grandezza e la qualità ma, in questa lingua, pensate, Hazel è anche il nome di una città del Kentucky, negli Stati Uniti d’America. Devo andare nel Kentucky uno di questi giorni…. se sparisco di nuovo sappiate che sono lì. Scherzo! Nel mio dialetto invece si chiama Ninsoa con la O molto stretta. Eh… ma noi topini… non siamo gli unici ad amarle sapete? Devo dividerle sempre con: Scoiattoli, Ghiri e persino Cinghiali! Sarà per via della sua enorme quantità di Vitamina E. Quei maiali selvatici vogliono sempre avere il pelo il più liscio possibile. E’ per questo che mi sto preparando in anticipo.SONY DSC Ebbene sì, vedete, anche se oggi in commercio questi frutti sono reperibili tutto l’anno, in realtà la loro maturazione avviene verso fine estate, giusto, giusto in tempo per prepararci meglio al letargo. Quindi è tutto un gira gira e magna magna. Dovreste sentire che bailamme nel bosco in quei giorni! Per fortuna però i nostri alberi sono molto generosi. Incredibilmente generosi. Spesso si formano veri e propri grappoli di Nocciole che, con il loro peso, piegano persino i rami più fragili. Uno spettacolo. Per cui topini, preparatevi. Ancora qualche mese di pazienza ma poi potrete farvi la giusta scorpacciata.

Io vado, inizio a fare posto nel Mulino. Un bacio!

M.

 

Il Trifoglio, la pianta della fertilità

Si cari topi, il Trifoglio, ha come significato proprio quello della fertilità e sapete perchè? Perchè fa sul terreno un po’ quello che s’impegna a fare il Rovo come vi avevo raccontato in questo post – il-rovo-lintelligenza-del-bosco -.

Esso nasce infatti per creare una sorta di rotazione della coltura in quel dato suolo che può essere la stessa di prima o cambiare del tutto. Questo perchè le sue radici sono ricche di batteri. Tranquilli, non sono batteri cattivi, sono colonie di batteri buoni che rinnovano appunto la terra, un pò come i nostri lactobacilli.

Non abbiate paura del Trifoglio, anzi, stiamo parlando di una delle piante più medicamentose e ricche di proprietà che la natura ci ha regalato. Sapevate che ad esempio esso è ricco di calcio, flavonoidi, vitamine e sali minerali? E che un thè fatto con le sue foglie e i suoi fiori essiccati, risulta essere indispensabile per una buona digestione? Ricco di estrogeni, aiuta anche le donne nei problemi mestruali o inerenti alla menopausa ed è così potente da essere considerato, in natura, il fitoestrogeno più importante. Con controindicazioni, tra l’altro, nei confronti di ipertensione, allattamento o gravidanza. Ciò significa che è proprio potente. Inoltre, depura l’organismo a livello epatico e intestinale e dona vigore ad una pelle spenta, invecchiata precocemente e disidratata. Oggi se ne fanno capsule e fiale da vendere in farmacia, un tempo invece, se ne servivano tramite decotti e tisane.

Oltre a tutte queste caratteristiche curative, il Trifoglio è anche molto buono da mangiare. I suoi fiori, ad esempio, potete tranquillamente metterli in insalata, crudi, condirli e gustarli. Sono buonissimi, dolci e vi faranno molto bene. Oppure, potete farne delle frittelle con la pastella. Sono fiorellini fatti a palla, a batuffolo, e possono essere di diversi colori: bianchi, porpora, rossi, rosa. Da noi, il più comune è questo che vedete nelle immagini, dal color violetto chiaro che tinge i prati di romantiche tinte ma è chiamato Trifoglio Rosso.

Si topi, il Trifoglio nasce nei prati, ai bordi dei sentieri o nelle aiuole ed è così particolare che il latte e il burro ricavato da animali che hanno brucato il Trifoglio assumono un gusto particolare, diverso dagli altri.

E lui se ne stà lì con la Melissa, l’Ortica, il Tarassaco, tutti insieme.

Simbolo dell’Irlanda è conosciuto però in quasi tutta Europa e significa, oltre che a fertilità e quindi nascita, anche famiglia e unione.

Nel Cristianesimo simboleggia la Trinità, la dottrina che unisce Dio Padre, suo Figlio e lo Spirito Santo. Tre entità unite, come tre sono le sue foglie.

E quando di foglie il Trifoglio ne ha quattro? Beh, si dice porti tanta fortuna in quel caso ma, purtroppo, è una tipologia da trovare davvero rara. In questo caso assume il nome di Quadrifoglio ed è semplicemente un’anomalia genetica ma, a tutti noi, fa ben pensare che sia di buon auspicio e così ben venga.

Ma, questa pianta, non è solo simbolica e salutare. Pensate che per gli antichi Greci e gli Egizi serviva anche da meteorologo. Ebbene sì, quando stava per piovere infatti, le sue foglie si rizzavano verso l’alto mentre, normalmente, sarebbero state aperte a ventaglio, orizzontalmente, intorno ad esso.

Fa parte della famiglia delle Leguminose e si dice che di esso ce ne sono addirittura più di 250 specie diverse.

Infine, tra i Celti, e più precisamente tra i Druidi, si riteneva che il Trifoglio fosse il cibo preferito dagli Elfi.

Il più comune che vi sto facendo conoscere, scientificamente, è nominato Trifolium Pratense. E’ perenne e sempreverde. Nella mia Valle ce n’è tanto anche nei pascoli e fiorisce da Maggio a Ottobre, fino a che il freddo non arriva.

Quando i suoi tocchi di colore andranno via, rimarranno le verdi foglioline a riparare un terreno che, nel mentre, si prepara per il prossimo anno.

E sarà meglio che iniziamo a prepararci anche noi mi sa. Inizia proprio a far freddino!

Prima di lasciarvi, anche se non c’entra nulla con il Trifoglio, vorrei però ringraziare e farvi conoscere la mia amica Cuky (Sonia – della quale un giorno vi parlerò sicuramente in modo più approfondito perchè lo merita) dal blog, direi buonissimo e goloso ma anche dettagliato e ricco di foto http://ideeintavola.wordpress.com/  la quale ha vinto e mi ha

automaticamente assegnato il “Wonderful Team Member Readership Award“. Grazie mille Sonia per avermi nominata, con tutto il cuore! Ed è un piacere per me condividere questo, con te innanzi tutto, e con tutti gli altri amici blogger con i quali, ogni giorno, possiamo approfondire tanti argomenti.

E ora, buona fortuna da signor Trifoglio, buon appetito dalla cuoca Cuky e un forte abbraccio da me. Ciao!

M.