Lo scovolino in natura ha un nome e si chiama Gambarossa

Oggi vi presento una pianta da molti detestata perché causa allergie e da altri invece apprezzata perché diuretica, emolliente, depurativa e adatta, in caso di calcoli renali, a pulire i reni grazie alle sue proprietà curative.

Parlando di pulizia mi viene in mente che, in tempi antichi, veniva usata per pulire l’interno delle bottiglie di vino proprio come uno scovolino e poteva funzionare così perché le sue foglie sono ricoperte da una peluria, la stessa che le rende appiccicose ma ottima per detergere, come una spugnetta.

Anche i suoi super-minuscoli fiorellini, color rosa pallido, puliscono che è una meraviglia.

Sto parlando di una pianta conosciuta prevalentemente con il nome di Gamba rossa o Gambarossa ma ha un mucchio di altri nomi: erba vento, erba vetro, erba muraiola. Il suo nome scientifico però è Parietaria officinalis e appartiene alla famiglia delle Urticaceae.

Le sue qualità, essendo una pianta edibile, possono essere utilizzate anche in cucina dove sostituisce perfettamente gli spinaci e le bietole. Quindi: nei ripieni, nelle frittate e nelle minestre riesce a dare il massimo di sé, ma anche nei decotti e nelle tisane offrendo le sue caratteristiche terapeutiche.

Adora i muretti in pietra dove ci si abbarbica e resta all’ombra, per questo, tutta la Liguria e la mia Valle in particolar modo, ne è ricca. Proprio a causa dei luoghi che sceglie per vivere, aspri e ombrosi, la Parietaria è associata alla solitudine e alla chiusura in se stessi.

Inoltre, si tratta di una pianta poco amata a causa della sensazione quasi urticante che dona al tatto e, a causa delle intolleranze che crea, quindi, la sua vita solitaria, ricorda l’essere misantropi e introversi. La sua capacità di appiccicarsi a gambe e pantaloni, quando si percorre un sentiero dove lei regna, può anche voler significare il bisogno d’amore che, nonostante lo scegliere di vivere soli, si apprezzerebbe o si mendica addirittura dietro ad una maschera di alterigia e presunzione.

Il suo verde è cupo e vivo dato da foglie a forma lanceolata, mentre il suo stelo è color bordeaux e si stocca facilmente appena lo si piega come se fosse di cristallo.

Le nostre Bazue (le streghe) la usavano prevalentemente per lenire il prurito viste le sue proprietà calmanti e sedative ma, soprattutto, ne facevano largo uso in caso di contatto con l’Ortica, erba che loro utilizzavano molto e poteva capitare di rimanere vittime delle sostanze urticanti di questa pianta. La Gambarossa elimina questo fastidio pur appartenendo alla stessa famiglia di tale cugina.

Conoscevate tutte le qualità di quest’erba spontanea amici topi?

Se eravate tra quelli che la detestavano forse ora l’apprezzate un po’ di più. È davvero benefica, dovete credermi.

Un bacio appiccicoso a voi!

Il Lombrico – abitante di un mondo nascosto

La Terra è come una madre e nasconde in sé tantissima vita oltre a quella che mostra all’esterno, attraverso diverse manifestazioni.

È in lei, infatti, che germogliano i semi, che le radici si nutrono, che l’acqua viene assorbita e raccolta. Ma dentro di lei, ancora più in profondità, si svolge un’esistenza a volte frenetica e a volte tranquilla di un mondo che non conosciamo, nascosto dalle sue potenti braccia e il suo spessore.

È il mondo di alcuni insetti e di molti invertebrati e saranno proprio questi ultimi che oggi andremo a conoscere; in particolar modo i Lombrichi.

Il Lombrico, che scientificamente si chiama Lumbricus terrestris, è un anellide dal colore rossiccio con sfumature che vanno dal grigio al viola e che noi, banalmente, chiamiamo verme. Il termine “anellide” deriva dal fatto che l’intero suo corpo è formato da vari anelli e il primo è quello che forma la bocca. Se crediamo essere uno dei pochi abitanti del mondo sotterraneo ci sbagliamo di grosso, in quanto solo la sua grande famiglia comprende oltre 700 specie di Lombrichi.

In più bisogna considerare tutti gli altri tipi di vermi e vermetti che possono coabitare con loro… E sono moltissimi, ci pensate?

Mi ci è voluto davvero poco, infatti, andando alla ricerca di qualche Lombrico per scrivervi questo post, incontrare altri esseri in sole poche zolle di terra.

Alcuni neri con microscopiche zampette, altri bianchi e sottili, altri ancora molli e paffuti.

Il Lombrico, dal carattere timido e tranquillo, cerca di nascondersi subito appena scoperto e inizia ad agitarsi e ad allungare e contorcere il suo corpo insinuandosi nell’umida oscurità in cui vive.

Ad alcune persone fa senso, ma in realtà non è pericoloso ed è del tutto innocuo.

I Lombrichi si nutrono di vegetali e per farlo escono di notte, nel momento in cui il sole non può nuocere loro con la sua luce. Per questo motivo, in America sono chiamati “gli strisciatori notturni“. Gli elementi biodegradabili alimentari e anche in putrefazione appartengono alla loro dieta e, pur non sembrandolo, sono dei gran mangioni. La parte del loro ventre, infatti, è più grossa rispetto al resto del corpo e si chiama clitello.

Pur sembrando tubicini mobili senza organo alcuno, i Lombrichi sono ermafroditi, vale a dire che hanno organi sessuali sia maschili che femminili con i quali si riproducono. Non hanno però il naso per respirare e filtrano l’aria attraverso la pelle per funzione osmotica.

Pur essendo abitanti del sottosuolo, quando piove molto sono obbligati a salire in superficie per non annegare, ma sono campioni di profondità: possono difatti raggiungere senza problemi i due metri, scavando.

Con il loro corpo mobile possono distendersi o formare cerchi o creare movimenti di peristalsi per avanzare. Creano nel terreno dei cunicoli dentro i quali procedono formando un habitat ricco di filtrazioni d’aria e umidità che può creare a sua volta l’humus da loro tanto amato. Si tratta di un composto di sostanze organiche del suolo.

Non ci crederete, ma in certi punti il loro corpo è ricoperto da una peluria, praticamente invisibile all’occhio umano, che aiuta l’animale a scavare.

La maggior parte di loro non raggiunge i 10 cm di lunghezza, ma alcuni esemplari possono invece tranquillamente superare i 30 cm.

Quando sono così grandi e numerosi, possono essere un danno per l’agricoltura, tuttavia occorre dire che sono anche nutrimento per molti animali, come uccelli e roditori, ma io vi giuro che non li mangio! Senza contare che possono persino essere allevati in un lombricaio e utilizzati poi per la pesca amatoriale, quindi piacciono anche ad alcuni pesci.

Un po’ di cose sul Lombrico ve le ho dette, ma prima di lasciarvi ne ho ancora una da raccontarvi che riguarda il suo significato simbolico.

Il Lombrico, come il verme in generale, simboleggia la rinascita e la nuova vita. È l’emblema dell’uscita dall’oscurità per raggiungere la luce, dove una nuova vita, finora tenuta nascosta dentro di noi come nel ventre della terra, vuole fiorire. In correlazione con il ventre e con la terra, vista come una madre, soprattutto per le donne il verme indica la capacità di procreare. Una capacità intesa sia come dare alla luce una nuova creatura o come, appunto, far sorgere, dare vita, a una nuova esistenza.

Scommetto che, dopo questa conoscenza, il nostro amico del buio vi è un po’ più simpatico.

Un bacio “di striscio” a voi!

Nonostante il freddo…

SonIMAG4604 più ferrata in nomi di piante mediterranee piuttosto che in nome di piante grasse, ma queste meraviglie, non potevo non farle vedere anche a voi.

Eh già! Guardate, nonostante il freddo, c’è già chi decide di combattere le intemperie e quasi con presunzione sta lì a godere del sole invernale che comunque, fortunatamente, non manca. E, ad essere sincera, scalda anche parecchio.

Ebbene, originarie di altri mondi, sono però ormai mie convallesi anche loro. Queste topini sono alcune delle meravigliose piante della mia socia Niky alle quali ha dedicato un angolino personale e grazie alle quali si è anch’essa stupita.IMAG4607 Questo messaggio floreale da parte loro è arrivato davvero piacevolmente in anticipo quest’anno. A me piacciono particolarmente.

Quei loro fiori sgargianti, grossi, che riempiono la vista. Sono davvero dei protagonisti. E non sono gli unici! Ce ne sono davvero molti, aspettiamo solo che fioriscano così Nikon (come chiamo la mia topoamica) ci manda delle altre splendide foto.

Alcune di queste piante sono meravigliose e turgide, altre invece, sono davvero buffe ma, messe insieme, in un unico mucchio, o sparse qua e là per la zona, possono diventare uno splendido arredamento da giardino. Mi fanno sorridere i pelucchi sottili e bianchi dei quali sono ricoperte le foglie. E’ una peluria così delicata che ricorda quella di un bimbo appena nato. Queste che vi mostro oggi, infatti, non hanno spine. Non sono pericolose!IMAG4609 Per noi topini è facile pungersi con quelle spine grosse e dure, sigh!

Ma quante tonalità differenti di verde hanno?! Sono magnifiche, quello chiaro, quello scuro, quello che sembra un pallido grigio… Nella mia Valle non c’è persona che non abbia almeno una di queste piantine e sono sicura che anche da voi tutti hanno almeno una pianta grassa sul terrazzo o nel giardino.

Come vi dicevo, IMAG4613non ne conosco tutti i nomi e mi dispiace (anche se la seconda, con il fiore bianco, dovrebbe essere una Crassula Ovata), per cui invito chiunque le conosca a dirmelo, so che da qualche parte c’è il pollice verde pronto ad aiutarmi. La mia socia, si è limitata a dirmi –Baci!-, eh già, mi direte, lei ci mette già il soggetto! Non posso pretendere troppo ecco…

Come darle torto, mi ha già regalato davvero queste spettacolari immagini di una natura che abbiamo di fronte a casa, convive con noi, ma spesso snobbiamo e nemmeno consideriamo. Ma come si fa a rimanere indifferenti a questo bianco screziato di rosa, o al rosso vermiglio che vi ho postato poco sopra?

Solitamente la pianta grassa, o succulente, è originaria dell’Africa (possiamo infatti immaginare quali bellezze può riservarci questo continente) ma oggi, è coltivata ovunque e, vicino a me, verso Bordighera, il giardino esoticoIMAG4614 “Pallanca” http://www.pallanca.it/it/html/giardinoesotico.html ve ne può far ammirare una bella sfilza.

Vi consiglio vivamente di venirlo a visitare e magari, attraverso il sito o chiedendo telefonicamente, potreste capitare nel momento più opportuno per quanto riguarda la fioritura di queste meraviglie e godere così di uno spettacolo davvero senza limiti.

Un abbraccio a tutti voi, buon fine settimana e buoni fiori, dalla vostra Pigmy.

M.