Siamo ad Arma di Taggia, primo paese della Valle Argentina. Paese che si affaccia sul mare e deve a lui il turismo che lo occupa dalla fine del’800 grazie ad una cultura e una tradizione marinara che perdurano da anni.
E’ in Arma che si affacciarono, agli albori dell’umanità, i primi abitatori della costa.
Il nome Arma infatti, si dice derivi proprio dalla parola barma, o balma, o ancora alma e significa appunto “grotta”.
Grotte a picco su un mare che gode, da dieci anni, di essere insignito dalla bandiera Blu d’Europa.
Pensate che Arma, insieme ai Comuni di San Remo e Imperia, forma il terzo vertice del triangolo Costa Ligure-Costa Sarda-Costa Toscana nel quale trovano, un habitat ideale, delfini e balenottere.
Grotte che hanno subito invasioni barbariche e saracene e che offrono tutt’ora reperti antichi ma, questa volta, voglio farvi conoscere un paesaggio notturno, fuori dalle caverne, respirando aria salmastra.
Iniziamo la nostra passeggiata proprio dal mare
. La passeggiata-mare, di Arma, costeggia tutta la cittadina dall’inizio alla fine e percorrendola si può arrivare ai paesi limitrofi, oggi anche in bicicletta grazie alla costruzione di una lunghissima pista ciclabile.
Percorrendo questa strada, impraticabile in estate da tanta gente che c’è, si passa davanti alle spiagge, ai locali, ai campi da Tennis, ai giochi per bambini, all’Istituto Alberghiero e alle palazzine dipinte con i tipici colori liguri.
Le spiagge sono per la maggior parte costituite da sabbia e si estendono per circa 45.000mq.
Tempo fa, l’acqua sovrastava questo luogo sul quale oggi camminiamo e, Genova, unica governatrice di un tempo, ordinò, stanca degli attacchi di corsari e pirati, che vennero costruite Torri di difesa e di avvistamento.
Fu nel 1565, quindi, che venne eretta la Fortezza di Arma che tutt’ora domina il promontorio.
Passeggiando verso Levante, ma continuando a stare sul lungomare, dove si svolge la maggior parte della vita armasca, arriviamo al porto.
Un piccolo porticciolo situato alla foce del Torrente Argentina, dove trovano ormeggio le imbarcazioni da diporto, barche a vela e i caratteristici “gussi”, barche riservate ai pescatori e adatte alla pesca.
Ci sono anche diversi simpatici pescherecci che sembrano imitare la barchetta di Popeye.
In questo porto si possono veder nuotare anche anatre e cigni che costruiscono i loro nidi proprio alla fine del fiumiciattolo e, proprio qui, alle 6 del mattino, si può venire a comprare pesce freschissimo, direttamente dai pescatori che lo portano a riva.
Di fronte al porto, possiamo trovare anche il Circolo Nautico che ne coordina il movimento e gestisce una Scuola di Vela per ragazzi e principianti, e la sede della Compagnia della Vela Armasca che è un’Associazione nata perchè non muoiano le conoscenze della meteorologia, della marineria a vela e della tecnica nautica dell’andar per mare. Si occupa inoltre di non far scomparire le derive, piccole imbarcazioni
leggere e maneggevoli che, come i beccaccini, hanno la deriva estraibile.
Vicino a questi Circoli, si trovano, inoltre, anche negozi di pesca ben forniti e la Scuola per Sub.
A simboleggiare l’aspetto marino, una grande pietra, più alta di me, con un’ancora in ferro appoggiata davanti. Un monumento del porto che la salsedine ha patinato di microscopica polvere bianca. Quest’ancora che divide le ultime due strade di Arma, si affaccia su quella che gli abitanti (chi dice armaschi, chi dice armesi) chiamano la Darsena. Un grande piazzale dal pavimento molto liscio usato in estate per balli e sagre e che offre, ai giovanissimi, la possibilità di pattinare, andare in bicicletta o sullo skate-board. Oggi, addirittura, hanno aggiunto due basket per permettere il gioco della pallacanestro.
E’ qui inoltre, in questo slargo, che si partecipa a manifestazioni particolari o raduni, come quelli di auto d’epoca, o di cavalli, o moto da cross che, in inverno, percorrono un circuito costruito sulla spiaggia. E’ proprio da questo piazzale che si possono ammirare le coste ad Est e, di giorno, un immenso mare.
Sopra agli scogli qui accanto, si radunano i pescatori che, con le loro canne, sfidando il vento, che ad Arma regna sovente, catturano saraghi, cefali, girelle e una varietà immensa di pesci.
“La Darsena” è anche il nome di un ristorante/pizzeria nel quale si possono assaggiare gustosissimi piatti di pesce.
Scusate se mi sono soffermata su questa zona ma, Arma, ha sempre avuto un’importanza marittima notevole, soprattutto a partire dalla fine del XVIII secolo quando si trovò a possedere, sotto il regime di Genova, come dicevo prima, ben 64 unità! Pensate.
Ora però entriamo nel cuore di questa località, saliamo in su dalla Via Marina, la via del porto, e raggiungiamo un altro luogo, ma state tranquilli, torneremo sul mare percorrendo una specie di tour a ferro di cavallo.
Il
posto che visitiamo è il cosiddetto Viale delle Palme, un lunghissimo viale che attraversa gran parte del paese da Nord a Sud, costeggiato da entrambe le parti, solamente da palme. Guardate in questa stagione com’è deserto. Non c’è nessuno. I 14.500 abitanti, che risiedono in questo Comune, comprendendo anche Taggia, durante le sere invernali preferiscono starsene in casa.
Arma cade nel totale silenzio, così come il suo Viale. Al suo interno si trova un parco giochi per bambini, ci sono tantissime panchine e giardinetti ben curati e all’inizio di questa via, che si può percorrere solo a piedi, ci sono le Scuole Elementari e Medie Francesco Pastonchi. Insomma, è un vero e proprio punto di ritrovo per anziani, mamme e piccini, ma non usato nelle ore notturne.
Questo Viale è anche la casetta dei piccioni. Tantissime famiglie di colombi e tortore dimorano nei cespugli e nelle siepi dei giardini rimpinzandosi delle briciole di pane che i vecchietti gli portano durante il giorno. Tutto questo è stranissimo se si pensa che appena prima di entrare in questa specie di parco, colonie e colonie intere di gatti, sono la gioia delle gattare di Arma di Taggia.
Probabilmente, qui tutti si vogliono bene. Io però, è bene che sto alla larga.
Continuiamo il nostro giro. Poteva secondo voi mancare un monumento ai caduti? Ebbene no. Eccolo ergersi in tutto il suo splendore, a dare il significato solito che troviamo in tutti i nostri paesi. La lapide scolpita, fa anch’essa riferimento al mare “Figli di Arma trassero ispirazione dal mare che idealizza dai monti, che temprano e morirono nella guerra della libertà per l’Italia valorosamente 1915-1918″. Al suo fianco, un altro elenco di nomi e date.
Alla sua destra, quando soffia il vento, una bandiera italiana, sventola i suoi tre colori. Il monumento è parecchio alto e al centro del paese. Gli abitanti lo indicano per suggerire strade o negozi. E’ come se tutto partisse da lì – …Allora dal monumento, giri a destra…-, oppure – Di fronte al monumento, non ti puoi sbagliare…-. Un’aiuola sempre ben curata gli fa da cornice e dietro lui, si aprono i cancelli di Villa Boselli
, una grande villa che mette a disposizione il suo immenso giardino per i bimbi che possono giocare protetti dalle auto. Oggi questa dimora è l’Ufficio Informazioni e le sue sale vengono usate per conferenze o matrimoni. In estate si svolgono al suo interno e tutt’intorno anche mercati e fiere come la Fiera del Geraneo, la Fiera du Rebassu e quella du Desbaratu, dove tutti i commercianti che partecipano, possono sbarazzarsi della merce invenduta, che invecchia nei magazzini, a prezzi veramente bassi, per la gioia dei compratori.
Ogni penultimo sabato del mese inoltre, viene organizzato il mercatino delle pulci, giorno atteso dagli amanti del vintage, dell’antico e dell’originale. 
Tutto questo avviene davanti alla maestosità del Duomo di Arma, la chiesa di Sant’Antonio e San Giuseppe, ricca di dipinti e statue in gesso o dorate. Una chiesa grandissima e anche la più usata, essendo che ad Arma ci sono anche la piccola chiesetta di San Giuseppe, sul mare, che conserva la statua di Sant’Erasmo e la chiesetta dell’Alma, della quale ho fatto un post tempo fa.
Questa, la più grande, circondata dall’oratorio e da un campo da calcio è il fulcro del paese. E’ qui infatti che si svolge, in febbraio, il Carnevale dei Ragazzi, la Santa Messa di Natale e quella di Pasqua. Cerimonie alle quali partecipa tutto il paese in festa. Fa da palco alle recite scolastiche dei bambini ed è nicchia di cori religiosi, e non, che emettono i loro canti malinconici e quasi ipnotici.
In questo momento, essendo che è sera, una qualsiasi sera dell’anno, i suoi portoni altissimi sono chiusi, quindi, come vi avevo promesso, ci dirigiamo nuovamente verso il mare.
Passiamo sotto ad un ponticello bassissimo, bisogna curvarsi per attraversarlo, sopra al quale, una volta, passava il treno. Oggi invece, solo bici o appassionati di footing.
Scendiamo ancora in giù e raggiungiamo una via pedonale, una delle vie più belle di Arma.
E’ Via Queirolo, una via ricca di negozi dove fino a poco tempo fa esisteva anche l’ultimo Cinema superstite di Arma, il cinema Capitol.
Questa strada è bellissima da percorrere durante le festività natalizie perchè viene addobbata di luminarie e fiori e, ad ogni lampione, dei megafoni solenni offrono musiche e canzoncine tipiche come: Tu scendi dalle stelle, Bianco Natale e Jingle bells che donano tanta allegria.
La strada è completamente ricoperta di mattoncini rossi e posso assicurarvi che quando i turisti l’affollano, di mattoncini, non se ne vede nemmeno l’ombra; mamma mia che impressione vederla così deserta!
Laggiù in fondo, alla fine, una piccola piazzetta di sassi, rende l’immagine della Rosa dei Venti. Le pietre sono disposte in modo da formare la rosa e, insieme ai quattro punti cardinali, sono scritti i nomi dei venti.
Su di lei, d’estate, parecchi ragazzi e band musicali regalano piacevoli concerti.
Siamo di nuovo sul mare. Ci affacciamo dal muretto che costeggia le spiagge e possiamo ammirare Bussana, il paese che troviamo subito dopo Arma, andando verso la Francia.
Il faro, sulla punta della costa, si nota anche da qui.
Questa è Arma di notte, in autunno, affascinante, gialla di luce, poco fredda ma parecchio ventilata. Un’aria salata che fa rabbrividire. Un perpetuo rumore di onde che s’infrangono contro gli scogli. Uno stridere di gabbiani costante dall’alba al tramonto. Un cadere di aghi di Pini Marittimi che ne riempiono tutti i marciapiedi. Un altro tour che ho voluto regalarvi con piacere. Un abbraccio, Pigmy.
M.
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