Dalle antiche case di Drego al Passo della Mezzaluna

Quella che ho vissuto oggi è stata un’avventura emozionante e la voglio condividere con voi portandovi in luoghi dalla bellezza mozzafiato, facendovi conoscere alcuni miei amici animali e mostrandovi un panorama senza eguali. Vi piace l’idea? Bene, allora inizio.

Inizio da antiche case in pietra, case di pastori, case alcune diroccate oggi, altre rinnovate. Sono le case di Drego, piccola e amata frazione della mia Valle, a 1100 mt s.l.m. 

Da queste case, e da ciò che di loro resta, mi avventuro costeggiando i bellissimi monti che mi permettono di giungere al loro Re, il Carmo di Brocchi. Questa volta potrò vederlo da sotto, dal suo versante a Sud Ovest, la parte più aspra, rocciosa, severa.

Dopo A Rocca du Luvu (La Rocca del Lupo) un’edicola attrae la mia attenzione e mi dirigo verso i bareghi (ruderi).

Cammino su erba ghiacciata. È appena giunta l’alba e la brina può ancora ricoprire quel mondo dalle sfumature tenui prima di sciogliersi al calore del sole.

Il sentiero è morbido. Nonostante qualche roccia, la terra battuta e l’erba cotta dal gelo mi permettono di procedere in silenzio e posso così udire diverse volte il verso di alcuni rapaci.

Sentirne il richiamo è bellissimo ma vederli è ancora più emozionante. Non so ancora che verrò accontentata a breve ma attendo fiduciosa il loro presentarsi.

D’un tratto, infatti, un’Aquila Reale si mostra a me in tutta la sua bellezza sorvolando la Valle e tutto quel vuoto da Nord a Sud.

Plana, poi sbatte le ali, volteggia e si lascia fotografare quasi vanitosa. Come ad essere sicura di aver fatto breccia nel mio cuore, decide di tornare indietro e mi regala ancora diversi minuti di spettacolo.

Da dov’è lei mi rendo conto che stiamo ammirando lo stesso panorama e mi sento una privilegiata. Tutta quell’immensità che mi circonda si trova sotto al suo sguardo e sotto al mio cuore. Sono alta quanto lei.

Mi accorgo di vedere bene Rocca della Mela, vedo sui suoi pascoli un gruppo di Mucche che brucano e ne sento il din don dei campanacci che mi porta il vento.

Proseguo in quello scenario montano che sa di valli incontaminate e indisturbate disposte a regalare il meglio. Le discese alla mia sinistra mi ricordano quelle “ardite” di Battisti e della sua “Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…”.

Il Timo e la Lavanda hanno le foglie sottili in questo periodo, sembrano vuote, ma sono piante robuste, non patiscono neanche il gelo e rilasciano ancora il loro piacevole profumo come negli ultimi caldi mesi precedenti.

I miei monti sono meravigliosi visti da qui e sembrano abbelliti da pietre preziose che sarebbero i paesini che ben conosco.

La strada, che da Andagna conduce a Drego, sembra ora un grosso serpente che si insinua tra i pascoli ma le sue curve sono dolci e familiari. Vedo bene tre dei santuari più noti della zona: Madonna del Ciastreo di Corte e San Bernardo e Santa Brigida di Andagna.

È la strada che conduce al Passo della Teglia e, in questa stagione, permette di vedere spettacolari tramonti mentre i raggi del sole vanno a nascondersi dietro al Toraggio.

Il marrone, l’ocra e il bronzo sono i colori più presenti ma sono molte le sfumature di verde che posso vedere vicino e lontano da me.

Alcune montagne, viste da qui, mostrano linee ondulate di roccia dai tratti sporgenti e color pesca. Diversi cespugli sembrano batuffoli di cotone tinto e ammorbidiscono persino ciò che l’occhio vede.

Avanzo in quella natura selvaggia fatta di quiete e sono due, adesso, le Aquile Reali che volteggiano sopra la mia testa formando grandi cerchi nel cielo. Che meraviglia!

Le emozioni però non sono finite, me lo sento, e avrei potuto scommetterci dal momento che subito il mio sguardo si incanta su un gruppetto di Camosci. Uno più bello dell’altro.

C’è il Camoscio sentinella che mi guarda tra lo stupore e la preoccupazione. C’è il Camoscio curioso del quale spunta solo il muso da dietro un grande masso. C’è mamma Camoscio con Capretto, Camoscio unicorno che ha perso uno dei due cornini, Camoscio pigrone che se sta accovacciato su una pietra sporgente e diversi Camosci sportivi che corrono tra un arbusto e l’altro.

Mi fanno sorridere, sono dolci e simpatici allo stesso tempo ma… non sono gli unici a correre.

Girandomi verso sinistra ho la fortuna di cogliere la suggestiva corsa verso cresta di tre Caprioli e un Cinghiale. Mi danno immediatamente la sensazione di “convivenza felice”. Due specie totalmente diverse. Chissà se si stanno totalmente disinteressando l’uno degli altri o se si riconoscono tra loro e stanno assieme per volere. Penso che sia uno dei tanti segreti della natura e non ho bisogno che mi venga svelato. Lo amo per quello che è.

Ho amato quel momento per quello che era e per quello che mi ha dato e, non lo nego, mi ha fatto molto ridere. Erano intenti a correre, come per allontanarsi da qualcosa, ma non erano terrorizzati e questo mi ha sollevata.

Finito quello spettacolo per il quale non ho dovuto pagare nessun biglietto continuo a costeggiare i miei monti.

Dietro ad una curva, che vedo ancora lontana, so esserci il Passo della Mezzaluna ma non riesco a immaginare la sua bellezza da questa prospettiva pur conoscendo molto bene quel luogo al quale sono molto affezionata.

Non riesco a immaginare che, ancora una volta, sarà in grado di lasciarmi senza fiato.

Prima di giungere alla mia meta incontro vecchi casoni dei quali sono rimaste solo rovine.

Il sole ora batte in modo più intenso. Una fontanella dalla quale sgorga acqua ghiacciata fa apparire quel posto come il ricordo di un antico villaggio. Ci sono ancora le piatte ciappe di Ardesia dei tetti e alcuni travi in legno ricoperti oggi da un muschio chiaro e soffice come quello che ho visto su molte rocce.

Qui mi fermo assaporando con l’animo quello che queste vecchie dimore suggeriscono. Un Corvo Imperiale si libra nell’azzurro e, mentre mi passa sopra la testa, posso vedere bene tutta la sua nera e scintillante bellezza.

Sono in cima ad una delle tante vette che mi circondano. Posso ammirare una vasta parte della mia Valle e tutta quell’immensità nitida e piena di vita mi arricchisce.

Qui non ci sono pensieri, non ci sono turbamenti, solo emozioni forti e meravigliose.

Alcune me le regala un’Albanella Reale. Che uccello stupendo! E’ una femmina e presenta delle chiare tinte ocra e avorio sferzate da righe nere. E’ a caccia. Ha un volo particolare e a raso terra. Afferra qualcosa e si sofferma per mangiare. Un altro evento emozionante che mi godo quasi commossa.

Si è lasciata ammirare in lungo e in largo, sotto e sopra, davanti e dietro per tanti tanti minuti. Insomma, mi ha fatto un regalo davvero grande.

L’ultimo tratto che mi porta al passo mi fa camminare su un tappeto di neve ghiacciata. Serve fare attenzione e sfrutto le impronte degli animali più grandi di me come appoggio. Grazie!

Ed ecco lo spettacolo che stavo aspettando! Cavoli! Non l’avevo mai visto da questa parte e non l’avevo mai visto in questa atmosfera.

Oh! Si! Dovete sapere che la Natura muta in continuazione ad ogni stagione, in ogni mese e persino ad ogni ora! E ogni volta è una sorpresa incredibile.

Ora che sono giunta sin qui mi godo questa bellezza e poi mi preparerò per raggiungere un’altra meta. Verrete di nuovo con me ma questa è un’altra storia.

Alla prossima quindi, tenete gli zaini pronti!

Un bacio fortissimo a voi!

Quando la Valle chiama…

Non si può sempre viaggiare per monti e boschi. Si è sempre in Valle, certo, anche giù verso il mare, e i luoghi sono ugualmente magnifici, ma l’atmosfera della montagna cambia, senza essere necessariamente più bella o più brutta di quella marina.

Ed è proprio questa atmosfera a richiamarti a sé dopo un po’ che non la frequenti e non la vivi.

E’ la natura degli alberi, delle falesie, delle cime innevate, dei pascoli verdi e di tutto il suo silenzio che ti chiama a sé per abbracciarti.

E allora non si può non andare. Dopo un po’ occorre. Bisogna zampettare alla svelta proprio là, dove Madre Terra si fa sentire potente e si mostra suggestiva in una delle sue tante bellezze.

Il verde abbaglia, i versi degli animali acclamano la tua presenza, i colori sfavillano e l’aria accarezza, ricolma di luce. Ogni cosa, anche la più piccola, assume un’importanza indescrivibile.

E allora, quando le mie avventure si trasformano in public relations ( J ) e devo allontanarmi un po’ dalla mia tana, ecco giungere la malinconia. Il suo chiamare è forte, il mio petto inizia a farsi pesante, la coda mi si ammoscia… Entrare nel cuore della Valle è come fare rifornimento di energia.

I miei occhi ricominciano a brillare, gli odori mi stuzzicano i baffi, i suoni melodiosi mi riempiono le orecchie. E vedo fiori, musi, frutta, foglie, alberi, creste, prati, fili d’erba, massi, muschio, sassolini, sentieri… tutto è una magia. Tutto è incantevole e incantato.

Non importa se è inverno o estate. La Valle Argentina sa regalare sempre nuove e sorprendenti emozioni attraverso nuove tinte, nuovi strepitii, nuovi profumi. Ogni volta si trasforma nel carburante perfetto, quello che ti dà la carica per affrontare i giorni a venire e per sopravvivere in città, anch’essa dotata di una propria bellezza, ma io, ormai mi conoscete, sono una Topina di campagna.

E’ come se si riuscisse a toccare davvero il cielo con un dito. Quel cielo è più blu e più vicino. E’ come se si fosse immensi e si potessero tenere i monti tra due dita. E’ come sentirsi co-creatori dell’Universo. Noi animaletti abbiamo il dono di sentirci così, per questo operiamo assieme durante la nostra esistenza: per trasformare l’esistenza in vita e la vita palpita in Valle.

Amo avere farfalle che mi svolazzano attorno. Api che ronzano tra le ciocche del mio pelo dietro le orecchie. Camosci che scattano accanto a me. Aquile che mi guardano dalla loro altezza. Lupi che giocano a nascondino tra i tronchi scuri. Perché sì, sono loro (e non solo) gli animali che popolano la mia Valle.

Amo avere le mucillagini sotto alle zampe e quella loro morbida frescura. Amo il grigio degli scogli montani, ruvidi e caldi, baciati dal sole. Amo sentire quel suo respiro, di tutta Lei, che inizia ad appartenermi e mi riempie i polmoni.

Mi basta giocare con la sua acqua. La si può trovare sotto ogni forma ma sempre fresca e limpida. A volte gelata anche durante la calda stagione. Così chiara e sincera.

Amo le pigne che racchiudono meraviglie e tesori. E i germogli e i semini che prospettano nuova vita.

Una vita che risiede in ogni cosa e in ognuno di noi perché fa parte di noi.

E’ bella la mia Valle. Tanto. E’ un luogo che pare una fiaba e forse, molte fiabe, sono state inventate proprio grazie a luoghi così. E’ meravigliosa e non mi stancherò mai di descriverla.

Squit!