Topini non potevo farvi conoscere questo borgo e poi andarmene via senza prima presentarvi anche la splendida chiesa parrocchiale di San Lorenzo.
E’ situata nel centro storico e vedendola capirete che entrarci e soffermarci a darle un’occhiata più con calma, ne valeva davvero la pena. In tutto il suo splendore troneggia sulla piazzetta del piccolo paese, un cortile nel quale, al suo centro, s’innalza una croce in ferro battuto. Da fuori è bellissima.
Alta, color cipria.
Il suo campanile svetta sopra ogni cosa. Stiamo parlando di una chiesa che, pensate, hanno iniziato a costruire alla fine del 1200.
Il suo stile è Barocco ma la facciata principale è stata rifatta grazie a dei fondi ottenuti nel 1844.
Prima di entrare, voglio vederla ancora dal di fuori. Ci giro attorno annusando qua e là e scopro davvero tante cose interessanti.
Un altro piccolo cortile, alla sua sinistra, dove è presente una lastra metallica sulla quale sono incisi i nomi dei caduti alla Resistenza, ci permette di vedere cosa appare su questo lato della chiesa, ossia, una splendida meridiana pitturata sulla parete. Questo antico orologio si trova al di sotto della statua di un Santo che, altissimo, quasi non si riesce a vedere.
C’è anche la statuetta di una Madonnina dentro ad una grotta e una lapide in marmo bianco che riporta la scritta “Grazie Vergine Santa che ci salvasti“.
E’ proprio sotto la statua di questa Madonna che ho visto i piccoli Karoline e Mikael Alejandro in bronzo, opere dello scultore Fritz Roed.
Giriamo ancora. E’ bellissimo guardarla con il naso all’insù. Nell’aria regna un’incredibile pace.
Diamo un’ultima occhiata al campanile, visto da qui, che si erge con fare borioso, è davvero bellissimo.
Entriamo. Stiamo per entrare in una chiesa dedicata a un Santo che è stato martire.
Sì, proprio San Lorenzo che, per volere dell’Imperatore romano Valeriano, il quale detestava Vescovi e Diaconi, venne bruciato a 33 anni su una graticola. Era l’anno 258 e, di lui, si ha ancora oggi il ricordo del bene che ha fatto prendendosi cura dei poveri e delle vedove della zona.
Eccolo… San Lorenzo, lo incontriamo subito, alla nostra destra, di fianco all’altare,
con il suo ramoscello d’Ulivo in mano, in segno di pace, assieme alla Madonna e il Bambino in un contorno di affreschi stupendi.
Tutta la chiesa e le sue volte sono sorprendentemente pitturate di colori vivi e sgargianti. A spiccare tra tutti c’è anche parecchio color oro. Una tinta regale.
L’altare é infatti dorato e tenuto con cura.
Di fronte a lui, tante stufette di aria calda per riscaldare i fedeli durante la messa. E’ una chiesa grande, scura, umida.
All’interno si nota un misto di Barocco e Romanico, come vi dicevo, è stata rifatta la facciata principale ma anche l’interno ha subito modifiche, soprattutto nell’anno 1681, tra interventi architettonici e pittorici.
Si dice che in questa chiesa, sia stata murata una lapide tombale risalente al Romano Impero del I secolo d.C.
Questo reperto venne trovato poco fuori Villa Faraldi, in mezzo agli Uliveti. Si dice fosse la rappresentazione del dolore di Lecinia, una madre che ha perso il figlio a causa di una morte prematura. Purtroppo non si sa se si tratta di un dipinto o di una statua. Hanno murato il tutto dietro la seconda porta di questa chiesa.
Voltandoci verso la nostra sinistra possiamo notare una scalinata di pietra che porta all’organo e a un pulpito.
Questo angolo mette un pò i brividi, è angusto e vuoto ma se alziamo il viso rimaniamo affascinati dal soffitto che propone opere dalla bellezza mozzafiato. Sono dei meravigliosi affreschi. Guardate che bellezza. Guardate che colori. Tutto il soffitto è dipinto così.
Fa male il collo dopo un po’ ma si è così estasiati che non si vuole cedere al dolore.
Ed ecco gli Angeli, Angeli di ogni tipo. In ogni momento di una vita che fu.
E voltando il nostro sguardo possiamo vedere meglio dove portano quelle scale in Ardesia che prima ci intimorivano.
Una costruzione in legno mi stupisce parecchio. Abbasso lo sguardo che si posa sull’acquasantiera. E’ in marmo bianco, di un bianco brillante e, sopra di lei, alcuni dei quadretti della Via Crucis, sono appena illuminati da un raggio di sole che entra a fatica.
Quella che vedete è l’unica finestrella della chiesa.
Allora, che ne dite? Ho fatto bene a farvi entrare qui vero? E’ davvero un luogo affascinante. A me è piaciuta molto.
Vi abbraccio e vi aspetto per il prossimo tour. Vostra Pigmy.
M.