Messaggi per noi da Madre Natura

Topi, voi siete fortunati, lo sapete?

E lo siete anche tanto, perché avete una topina che vi aiuta a interpretare il mondo come altrimenti, forse, non riuscireste a fare!

Per esempio, lo sapete che la Natura può parlarvi in diversi modi? Ecco, lo sapevo. Devo spiegarvi tutto come al solito. Santa Ratta, che pazienza devo avere! Ah, ma vi voglio bene. Sì, ve ne voglio proprio tanto, ecco perché sono qui a picchiettare le zampe sulla tastiera per voi!

Ditemi un po’: vi è mai capitato di vedere cuori disegnati da foglie abbandonate sull’asfalto, da giochi di ombre tra le rocce? E vi siete mai accorti di trovare piume in modi e posti insoliti? Ecco. Zac! Beccati! Ma scommetto che non vi sarete mai chiesti il perché, o che non siate sicuri di interpretare questi segni nel modo giusto, ma non preoccupatevi: c’è qui la vostra Prunocciola, che possiede il vocabolario giusto per voi.

Ah, la Natura… che madre meravigliosa per noi creature che popoliamo la Terra e questo angolino di Universo! Non lascia mai nulla al caso, pensa sempre a tutto, proprio come una vera, premurosa mamma. La forma di una chiocciola, per esempio, è perfetta, così come la fisionomia di altri animali e delle piante. Ogni cosa ha il proprio perché, lo sapete. E questi simboli che lei lascia in giro per noi non possono essere da meno.

Sono segnali importanti da cogliere, veri e propri messaggi per noi, e solo per noi! Ma ci pensate? Oh, guardate che non vi racconto musse, eh! Che già li sento, i più scettici. Ve l’ho dimostrato altre volte che dico la verità, per cui non perdete il filo del discorso e state a sentire quel che ho da dirvi.

I cuori… che grande messaggio! C’è chi li trova ovunque. A me è capitato di trovarne sui pomodori maturi baciati dal sole, nella ruggine del lavandino, persino in una nocciola rosicchiata dal mio amico Scoiattolo… guardate coi vostri occhi, topo-Tommaso che non siete altro.

C’è un’energia che lega ogni cosa vivente e non, i nativi americani la conoscevano col nome di Grande Spirito, e un po’ mi piace chiamarla così anche io. Perché è davvero una grande energia che si trova in ogni cosa esistente, come un fiume invisibile nel quale ognuno di noi è immerso.

Ed è questo fiume, con la nostra diretta partecipazione, a far capitare tra le nostre zampe i messaggi giusti per noi in un momento specifico.

I cuori, per esempio, portano questo messaggio: “Sei pieno/a d’Amore.” Bellissimo, vero? chi vede spesso queste forme, significa che sa donarlo agli altri e a se stesso senza aspettarsi nulla in cambio, con generosità. E la Natura ce lo mostra così, mettendocelo “su un piatto d’argento” perché noi lo notiamo.

C’è una regola di comunicazione importante in questo fiume d’energia di cui facciamo parte: tutto torna indietro amplificato, sia il bene che il male. Non è superstizione, topi, ma una legge della fisica quantistica, se proprio volete saperlo. Oh, come siete antipatici oggi.

E poi, vi è capitato di trovare sorrisi? La mia topo-amica li ha trovati! Sfornando una torta, si è accorta che aveva una crepa a forma di sorriso. E sapete cosa significa questo messaggio? “Dentro di te c’è molta Gioia”. Oh, sì! Una gioia contagiosa capace di arrivare ovunque, come i raggi dorati del sole!

C’è anche chi trova piume in ogni dove, se le vede spuntare tra le zampe nei momenti più disparati. Per queste è più difficile trovare il significato, perché c’è chi dà importanza anche ai colori e all’uccello che se ne è liberato, ma in generale posso dirvi che la piuma ricopre il corpo dei volatili, svolgendo dunque una funzione protettiva.

piuma

Per questo motivo uno dei tanti messaggi che la piuma ha per voi è il seguente: “Non avere paura, sei protetto/a”. Bello, eh? Ma non finisce qui. Le piume sono fondamentali per il volo, e questo significa che anche voi, in un certo senso, state volando: verso la libertà, verso una crescita personale. Trovare una piuma è come un incoraggiamento a fare sempre meglio, con entusiasmo.

Dovete però anche fare attenzione agli animaletti che si avvicinano a voi sia grandi che piccini!

Vedete… queste creature si muovono solo attraverso l’energia. Non pensano come noi. Lavorano con altri sensi molto più importanti e sottili. Quindi, quando un animale vi viene accanto, o addirittura su una zampa, è come se foste stati scelti come prediletti per lui in quel momento. Anche il loro giungere a voi è un segno perchè un buon movimento di frequenze energetiche e, gli animali, hanno sempre e solo frequenze d’amore anche quando a noi pare vogliano farci del male. Per loro non esiste il “male” inteso dall’essere umano e quindi è tutta purezza.

Allora, topi, avete imparato qualcosa di nuovo oggi?

Io vi saluto e vi do appuntamento al prossimo articolo.

Un bacio affettuoso a tutti!

 

 

Il divino nella Vite, nell’Uva e la Vendemmia

Topi cari, l’estate ci abbandona e i suoi colori sgargianti si spengono per lasciare posto a tinte più scure. In tutta la Valle e le sue zone limitrofe le aree collinari sono cariche degli acini succosi e tondi dell’Uva, uno dei frutti autunnali per eccellenza. Com’era divertente, quando ero topina, schiacciarli con le zampe per aiutare con la vendemmia! Una vera gioia, una di quelle che difficilmente si possono dimenticare.

vite e uva

Ebbene, proprio una manciata di sere fa è venuta nella mia tana Maga Gemma. L’ho invitata per condividere con lei l’abbondanza del mio raccolto ed è stata entusiasta di  unirsi a me. La mia tavola era imbandita: non mancavano piatti a base di zucca, mele e frutta secca, ma l’attenzione della Maga era rivolta interamente verso quello che è divenuto il vero protagonista della serata…

«Il tuo vino è squisito, Pruna. Ah, la Vite… che pianta divina!» mi ha detto sorseggiando dal bicchiere.

vino rosso

«Sono proprio contenta che ti piaccia, lo abbiamo fatto io e topo-papà. Non è molto, perché non abbiamo una vigna ampia, ma quel poco che ricaviamo è prezioso, lo usiamo per le occasioni speciali, come questa per esempio.»

«Ti ringrazio, Pruna. Davvero molto gentile da parte tua. Un tempo, così come oggi, il vino era considerato una bevanda sacra, legata al Divino: per questo mi fai ancor più onore offrendomelo con la generosità che ti contraddistingue.»

 

«In effetti, ora che ci penso, il vino insieme al pane non manca mai sulle tavole della Valle…»

«Esatto. E come accade sempre, dietro ogni abitudine ci sono origini e motivi ormai quasi dimenticati.»

«Il pane e il vino sono simboli importanti della religione cristiana, alla quale gli abitanti della Valle sono molto devoti. Credo sia noto a tutti il significato di questa usanza… no?»

Gemma ha annuito: «Hai ragione, certo. Ma persino nella gestualità e nelle parole della religione si celano significati più profondi di quelli che siamo abituati a cogliere in superficie. Fin dall’antichità la Vite è stata assunta come simbolo della divinità, dell’amore e della purezza. Si sono celebrate feste e cerimonie in onore di questa pianta e dei suoi frutti…»

vite

«Parli dell’antica Grecia?»

«Certo, ma non solo.» ha puntualizzato sorseggiando ancora un po’ dal calice. «La Vite divenne uno dei simboli per eccellenza dell’immortalità, sai perché?»

Ho riflettuto un secondo prima di darle la mia risposta: «Be’, i frutti della Vite sfamano esseri umani e bestioline d’ogni genere. E poi dall’Uva si produce il Vino e quest’ultimo viene consumato abitualmente da tutti. Non è difficile trovare la sua analogia con il ciclo di vita, morte e rinascita.»

«Brava, topina!» ha detto soddisfatta. «La Vite ci racconta proprio questo. Ci parla del ciclo delle stagioni, della Trasformazione alla quale nessuno è immune e che coinvolge tutti gli esseri viventi del pianeta. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Lo stesso atto della vendemmia, per esempio, rappresentava nell’antichità la morte, il disfacimento del corpo. Il Vino che si ricava da tale procedimento, necessiterà di buio e temperature basse per essere chiarificato e divenire limpido, come noi lo beviamo. Freddo e assenza di luce sono, guarda caso, due elementi che associamo per antonomasia alla morte, ma l’antica saggezza racchiusa anche nella Vite e nel Vino ci insegna che questi due elementi sono necessari per giungere all’essenza delle cose. Accade nella morte fisica, ma anche simbolicamente nelle avversità che tutti siamo chiamati ad affrontare. Si scende metaforicamente in quelli che chiamiamo gli inferi per poi ascendere al paradiso, al regno celeste.»

damigiana vino

Ero affascinata dall’interpretazione di Maga Gemma, i miei occhi brillavano di meraviglia: «Insomma, niente di diverso da quello che tocca a tutti noi in questa stagione appena cominciata, quella autunnale: attraverseremo il buio e il freddo del prossimo Inverno, per rinascere rinnovati in Primavera, in un ciclo che si ripete sempre e che noi bestioline conosciamo molto bene!».

Maga Gemma ha sorriso: «Esatto, Pruna. Non esiste il tempo dei fiori, se prima non viene il tempo del seme: il momento del buio, del riposo, di un’energia che si concentra all’interno per poi manifestare la bellezza della vita all’esterno.»

A quel punto, restava un solo piccolo nodo da sciogliere nella mia testolina di sorcio: «Maga Gemma… che mi dici, allora, del fatto che i cristiani associno il Vino al sangue?»

vino bianco e rosso.jpg

«Una domanda davvero interessante, la tua. Vedi, Pruna, come immaginerai il Vino è diventato sinonimo del sangue per via del suo colore e le sue caratteristiche. E’ il sangue di Cristo offerto per l’umanità. Non siamo abituati a pensare in questi termini, ma il sangue rappresenta la gioia, quella di vivere in armonia con il Creato e le sue leggi, tant’è che perdere sangue, sia esso in piccole o grandi quantità, equivale a perdere un po’ di quella vita preziosa che ci è stata donata. Il sangue che Cristo ci offre è la sua gioia, la gioia di chi vive seguendo i suoi principi. E quella gioia è offerta con amore a tutti noi. Possiamo attingere in ogni istante al suo calice, ma troppo spesso lo dimentichiamo.»

«Wow!» ho esclamato.

vite dipinta

La Maga ha continuato: «Ma il simbolismo in sé nasce dal fatto che, come sai, Gesù ha sempre accettato la volontà del Dio suo Padre “barcollando” molto raramente in fatto di Fede. Ebbene, la prima volta che ebbe paura fu proprio durante la sua notte passata nel Getsemani, nell’uliveto, dove sapeva bene che le guardie sarebbero andato a prenderlo da lì a poco per crocifiggerlo. In quel momento Gesù esclamò: “Padre, tu che puoi tutto, allontana da me questo calice!”, ma subito si riprese e continuò: “Tuttavia, sia fatta la tua volontà, non la mia”. La sua angoscia, Pruna, era così forte e tanti erano il suo spavento e la sua sofferenza che si dice abbia sudato sangue. Quel suo sudore, talmente concreto e intriso di terrore, aveva i bagliori rossi e purpurei del sangue. Lo stesso sangue, sostituito dal Vino, che ancora oggi viene offerto. Ancora una volta, la Fede totale e assoluta verso Dio aveva prevalso in quel cuore puro. Quello venne considerato dai teologi un momento catartico della vita del Messia.»

«Cavoli… non conoscevo questa precisazione. Però, tornando al discorso della gioia… Be’ mi pare proprio di capire che, ancora una volta, gli esseri umani si facciano tanti problemi, quando in realtà avrebbero la soluzione a portata di mano, sotto i loro occhi, dico bene? Basterebbe solo comprendere di avere dentro una riserva preziosa di gioia e amore, per non focalizzarsi sempre e solo sulle cose negative.»

«Hai detto proprio bene, amica mia. Pensaci tu a ricordarlo, ora però propongo un bel brindisi.» ha detto, alzando il calice.

«Alla gioia!»

«E all’Amore, di cui dobbiamo ricordarci sempre.»

«E sia!»

Unitevi a noi, topi! Brindiamo insieme! In alto i calici, allora, e… Cin cin!