Sere magiche d’inverno di ieri e di oggi

E alla fine, anche quest’anno è arrivato quel periodo fatto di sere magiche e speciali, in cui si sta con il fiato sospeso.

C’è chi attende i regali sotto l’albero, chi se ne sta con il naso incollato alla finestra, nell’attesa di vedere una magica slitta solcare il cielo. C’è chi corre tra le vie della città per fare gli ultimi acquisti frenetici, prima di rintanarsi a casa, chi aspetta la neve con ansia…

E poi ci siamo noi creature del bosco, che questo periodo dell’anno lo viviamo in modo diverso dagli esseri umani.

A prescindere da quello che siamo, però, c’è qualcosa di cui vorrei raccontarvi. Sì, perché sono davvero notti particolari, quelle che ci apprestiamo a vivere, notti che hanno sempre avuto un significato speciale fin dall’alba dei tempi.

E così, a riprova di quello che vi sto dicendo, una sera è venuta a farmi visita Maga Gemma, portando con sé squisiti dolcetti speziati e uno dei suoi mille interessanti racconti.

biscotti

«Gemma, tu lo sai perché in questo periodo dell’anno gli esseri umani si scambiano doni? Per noi animaletti è un momento un po’ gramo, ma so che per gli umani non è così, o almeno non più…»

«Mia cara Pruna, è una tradizione molto antica, anche se è cambiata col tempo. Una volta il regalo principale erano le candele, riesci a immaginare perché?»

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Riflettei: «Be’, il Sole rinasce proprio il 25 dicembre e una candela porta la luce nel buio dell’inverno. Si riaccendeva così la speranza nella bella stagione che sarebbe ritornata, con la sua abbondanza.»

candela centrotavola

«Brava, proprio così. E questa usanza continua a ripetersi ancora oggi, ma le luci non si regalano più… si accendono! Per le strade, sui terrazzi, sopra gli alberi addobbati… tutto è un brillare di luci che sfavillano. E a guardarle pare quasi che si illumini anche il cuore.»

 

«In effetti, il cielo di questo periodo dell’anno sembra più buio, più cupo…»

«Sì, ecco perché sono nate storie di ogni sorta per esorcizzarlo. E, ti dirò di più: spesso queste storie avevano come protagoniste figure femminili.»

«Questa è una cosa curiosa, davvero!»

«Tornando al discorso dei doni, però… vedi, Pruna, oggi è tutto diverso, più consumistico, ma un tempo i doni che si facevano erano altri. Ai bambini si regalavano dolcetti fatti in casa, semi e granaglie. Non c’erano giocattoli e il compito degli adulti era quello di far festa, cucinare e preparare provviste. I bimbi erano la speranza della vita, il ritratto della purezza, e i doni che venivano fatti loro simboleggiavano il nutrimento dei nuovi progetti, i germogli che sarebbero spuntati a primavera, dando inizio a un nuovo ciclo. Era importante che a custodirli fossero le mani dei bambini, magici per natura e semplici nel loro modo di rapportarsi al mondo.»

mani bimbo

«E i bimbi erano quelli che potevano e dovevano mangiare un po’ di più, dico bene? Ecco perché gli si regalavano alimenti nutrienti come quelli che hai elencato.»

semi

«Proprio così, Pruna: giusta osservazione. Se i più piccoli sopravvivevano all’inverno, la Vita lo avrebbe fatto con loro. E ora c’è un’altra cosa su cui vorrei che tu ponessi attenzione… In un momento così freddo, cosa c’era – e c’è – di meglio che starsene al caldo, intorno al focolare a raccontarsi storie?»

 

«Oh, lo so bene! Mi si gelano sempre i baffi e la coda in questo periodo…»

«Bene, mia piccola amica dal cuore grande. Era in questi ultimi giorni dell’anno che si narravano storie in cui giovani eroi prendevano il posto di eroi anziani. C’erano racconti di nuove nascite prodigiose, di belle fanciulle impegnate in eroiche gesta, storie di filatrici, di veggenti e povere vecchine vestite di stracci. Ti dicono niente, tutte queste cose?»

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Ancora una volta mi portai una zampina al mento e corrugai la fronte, poi dissi: «Il vecchio e il nuovo, come l’anno che sta per finire e quello che arriverà. E poi erano le donne a scandire i ritmi della giornata, impastando, filando, rassettando, curando la casa e la famiglia…»

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«Esattamente. Ma vorrei farti notare un’altra analogia con un altro elemento femminile, un elemento di cui tutti facciamo parte: esseri umani, animali, piante…»

«Madre Natura, ma certo!» come avevo fatto a non pensarci prima?

«Tutto riconduceva a lei, Pruna. Lei che, grazie al ciclo del Sole, si rinnovava dopo essere simbolicamente invecchiata. Lei che a Primavera sarebbe stata una giovane pronta a dare frutti e che in Estate, invece, sarebbe stata gravida di doni per il mondo. Siamo figli suoi, figli di quella Terra che oggi appare spenta, dormiente, spoglia, ma che domani ci darà ancora la vita. Ma adesso mettiamo da parte questi discorsi e prendi quella latta di dolcetti: li ho portati a te, che sei l’esserino più vicino a un bimbo che io conosca. Mangiamoli, Pruna, te li dono con l’augurio che anche grazie a te nascano presto nuovi progetti.»

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Che altro aggiungere, topi? Io son rimasta a bocca aperta!

Un dolce bacio a tutti voi.

La buona Milla

Milla, Millina… chi non la conosce? A chi non piace? A pochi. La ingurgitiamo da che siamo piccoli cuccioli.

La Camomilla, signori topini, è una delle piante più conosciute, più ricche di proprietà e più usata al mondo.

Della famiglia delle Asteraceae, la Matricaria Chamomilla, ha già di suo un nome veramente particolare e che la dice lunga. Un insieme di termini in un solo nominativo come: Utero, Mela, Terra; sì, essa profuma come la Mela, calma i dolori mestruali e le contrazioni uterine ed è una delle figlie del terreno più antiche.

Questa bellissima pianta aromatica è diffusa principalmente in Europa ed in Asia ma è ormai naturalizzata anche negli altri continenti.

E il suo profumo è importantissimo: nell’aromaterapia, questa pianta, viene impiegata per armonizzare il quinto chakra o, più adeguatamente, il chakra della gola, perché il colore azzurro-blu di quest’essenza è intenso come il colore di questo centro d’energia ed è ottimale per infiammazioni alla gola, tonsilliti e raucedine ma, nella psicosomatica, risulta in grado di far parlare con tranquillità, senza trattenere dentro cose che potrebbero nuocere, con la giusta diplomazia ed eleganza. Non si farà così alcun male a chi le riceve (se questa può essere una preoccupazione) e non si farà del male a se stessi buttandole fuori.

Cresce spontaneamente nei prati, in aperta campagna e soprattutto nella mia Valle ma non supera quasi mai i mille metri sul livello del mare e, spesso, quando nasce vicino agli orti e ai bordi dei sentieri, può essere infestante.

Essa ha un ciclo di vegetazione che è primaverile o estivo a seconda del clima, con fioritura in tarda primavera e nel corso appunto dell’estate. È una specie rustica che si adatta anche a terreni poveri, moderatamente salini e acidi.

Fortunatamente è molto forte e non patisce quasi nulla cosicchè possiamo usufruire di tutte le sue doti, in qualsiasi momento dell’anno.

Oh già, la Camomilla, si presta benissimo ad essere essiccata mantenendo tutte le sue proprietà di Regina tra le piante officinali.

Io non posso elencarvi tutti i suoi principi, sono davvero molti, sappiate però che è adatta ad una pelle sensibile e anche a quella dei bambini. E’ principalmente decongestionante, antinfiammatoria, antispasmodica, antimicrobica, antiulcerogenica, cicatrizzante e antifebbre. E potrei andare avanti all’infinito.

Ebbene sì, potete notare come non sia solo la pianta conosciuta come la pianta della “Buonanotte“, anzi, la definirei la pianta che, per eccellenza, aiuta a digerire e a rilassare tutto il nostro apparato digerente. E se n’erano già accorti in tempi antichi. Oh sì! Nel papiro di Ebers, del 1.500 a. C., è documentato il suo uso fin dai tempi degli Egizi che la dedicavano a Ra, il gran Dio del sole e viene descritta costantemente negli antichi erbari tramandati sino a noi.

E’ stata utilizzata anche da Ippocrate, Aristotele, Socrate, il medico Galeno e così via, sino ai nostri giorni. Le nostre streghe, ne hanno fatto largo uso. I Greci la coltivavano non solo come uso medicinale ma anche per difendere le loro piantagioni da eventuali malattie o parassiti aumentando il turgore della loro frutta e verdura. Nel Medioevo, invece, veniva usata per schiarire i capelli e, ancora oggi, in erboristeria, possiamo trovare ottimi shampoo che donano alla nostra capigliatura, se già è di chiare tonalità, delle sfumature ancora più dorate. Per non parlare di chi acquista gli schiarenti alla Camomilla nel cercare di rendere quasi invisibili antipatiche pelurie. Attenzione, diventano sì chiari i peli ma duri come setole! In questo la Milla non dev’essere molto aggraziata probabilmente. O saranno gli altri componenti dell’emulsione ma vi consiglio di non esagerare.

E che bella è quando tinge di giallo e di bianco i campi assieme ai tocchi rossi dei Papaveri! Come pennellate qua e là.

Ma qual’è il suo senso? Il suo significato? Nella simbologia dei fiori quest’erba è la rappresentazione della forza contro le avversità, quindi, oltre ad essere dolce e amorevole, la pianta dona la giusta forza per combattere contro le ostilità della vita quotidiana. E infatti, non si abbatte facilmente. Perchè? Ma perchè Milla vi insegna la calma, vi mostra la pazienza, le vere forze della vita. Forze che spesso perdiamo ma, grazie a lei, possiamo ritrovare. E’ la pianta dei veri valori per così dire.

La Camomilla, così campestre ma anche così romantica. Molto simile alla Margherita ma con un nettare più sporgente e dei petali più piccoli, più corti.

La Camomilla, il sole dei fiori, quel calore sorridente che mette allegria. Quieta ma allegra. Un simpatico fiorellino. E di quanta ne avremmo bisogno in questi periodi di vita così frenetica e senza stop!

Usatene quanta ne volete, anche per prendere un buon sonno e per fare un ottimo risveglio, da riposati, l’indomani. Non abusatene se già siete persone più che tranquille però! E prendete l’abitudine, dopo una cena magari troppo pesante, di bervi una bella Camomilla, amara e molto calda. Provate e vi sentirete subito meglio. Inoltre, rilasserete i vostri organi che hanno tanto lavorato.

Un bacione a tutti, la vostra Pigmy.

M.