Taggia, Piazza Cavour, sbito prima dei portici. Si nota il dehor pieno di tavolini ben posizionati, la tenda bicolore e la lavagna che ci permette di leggere prezzi e il menù e ci invita a
entrare. E’ un luogo davvero accessibile e molto goloso. L’inaugurazione è appena avvenuta e si percepisce la voglia di dare il massimo, di uscire un po’ dagli schemi e risultare particolari. Le possibilità non mancano, ci sono tutte. Questo locale promette bene.
Entriamo. E’ intimo, accogliente. Ci sono due bellissime sale, una è per mangiare, l’altra ospita il bar. Tutte e due sono pulite, ordinate, dai colori caldi, tenui, tutte tinte che avvol
gono e ben s’intonano con il rame, elemento protagonista di questo nuovo posto. Ad accompagnarlo c’è il legno; un legno classico, non troppo chiaro, nè eccessivamente scuro. A progettare tutto è stato il proprietario, che ha voluto creare per sé il perfetto posto di lavoro.
E’ l’Osteria “Cavallo Bianco”, dove si vuole lasciar spazio al buon vino, a una birra artigianale e, perchè no, a una ben allestita grapperia. La degustazione sarà la principale attività, insieme al buon cibo e alla buona musica. A suggerirlo è una chitarra color crema appesa a una parete.
Il gestore mi fa da Cicerone. Lassù, appeso al muro di fronte a me, sui mattoni rossi delle vecchie volte, c’è un bellissimo orologio composto da ferri di cavallo tagliati e messi in modo da comporre il nome del locale. Un’opera d’arte. Vogliamo parlare dei tavolini? Sono antiche botti, una meraviglia.
Come vi dicevo, il vino regna sovrano, ne hanno una lista infinita, ma voglio rendere il giusto merito anche a una birra nazionale, la “Baladin”, che ho potuto assaggiare ed è una delizia. Tra l’altro questa ditta
produce davvero tantissimi tipi di birra. Ce n’è per tutti i gusti e qui la si può trovare sia nella panciuta bottiglia, sia alla spina.
Ditemi: secondo voi, in un posto così, possono forse mancare Sardenaira, Fugassa e Turta Virde? (Sardenara, Focaccia e Torta Verde) Ovviamente no! E come sono buone! Somigliano a quelle che faceva la nostra nonna, così squisite da farne una scorpacciata seduti comodamente al tavolino oppure al bancone,
sul quale, ancora una volta, risalta il nome del locale.
Che cosa resta da aggiungere? Non posso fare altro che consigliarvi una tappa qui, perché l’accoglienza che riceverete vi piacerà. E’ anche molto comodo arrivarci, grazie ai parcheggi nei dintorni. Non perdete l’occasione e dite che vi mando io, la Topina della Valle Argentina! Un abbraccio, la vostra Pigmy.
P.S.: ricordatevi (lo sapete che vi faccio sempre la stessa raccomandazione) di non esagerate mai con il bere.
M.