Alla ricerca di antichi sapori

Oggi voglio presentarvi una tipica ricetta della mia Valle che precisamente si dice essere nata nel paese di Montalto Ligure, il paese romantico della Valle Argentina, che vi descrissi tempo fa.

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La ricetta si chiama: La Frandura.

La Frandura è una torta, o una focaccia come alcuni la chiamano, di patate. E’ una sostanziosa e gustosa pietanza che esiste già dal 1800 ed era utile per i contadini che, lavorando i campi, potevano portare con se un pasto semplice ma molto nutriente. Spero infatti di darvi le giuste nozioni riguardo la sua preparazione che appartiene davvero a – un tempo che fu -.

Gli ingredienti usati sono umili ma molto gustosi e, ovviamente, il più possibile autoctoni come il nostro famoso Olio Extra Vergine ricavato dalle buonissime Olive Taggiasche (conosciute ovunque) e le patate coltivate in gran parte della vallata. 3730La ricetta e le quantità sono queste che ho preso dal sito agriligurianet.it in quanto mi sembra la più tradizionale.

La Frandura infatti, presentandosi composta da ingredienti senza troppe pretese, la si può arricchire come meglio si crede aggiungendo infinite cosine deliziose ma non sarebbe però quella tipica.

Quantità per 6 persone:

250 grammi di farina 00

1 bicchiere di latte

5 patate

olio extravergine d’oliva

100 grammi di formaggio di grana grattugiato

sale q. b. (se piace anche del pepe)

C’è chi aggiunge anche un uovo per amalgamare meglio gli ingredienti.

Sbucciate e tagliate, a fette sottili, le patate che devono essere disposte a spina di pesce in una teglia unta con l’olio. Spolverizzate con sale. Nel frattempo preparate una liquida pastella con la farina ed il latte che unirete lentamente e, nel caso, anche l’uovo. Mescolate con cura, evitando di formare grumi, salate e versate sulle patate in modo da coprirle. Infine cospargete il tutto con il formaggio grattugiato.

Porre in forno a 200°C sino a quando si sarà formata una crosticina dorata. Il tempo di cottura è di circa mezz’ora. Se servita calda risulta ancora più appetitosa.

Come vedete è davvero semplice ma sicuramente saprà conquistare anche i vostri ospiti non solo dal punto di vista del gusto ma anche da quello storico e culturale. Essendo anche veloce da preparare è l’ideale per la sera, quando si arriva a casa, dopo una giornata di lavoro e non si sa cosa fare per cena.

Io spero possa essere di vostro gradimento e con un abbraccio vi saluto dandovi appuntamento al prossimo post!

Photo la seconda foto è del sito amicidiponente.it

M.

Topina al 100%

No, abbiate pazienza, ora non è per dire ai quattro venti che ieri è stato il mio compleanno ( che comunque per me è un giorno sacro 😀 ) ma, amici cari, questa torta che mi hanno fatto fare non potevo tenervela nascosta. WP_20150524_014E non è la prima volta. Quest’anno Topomarito è andato proprio a scegliere quella che è la mia topina preferita. Quella della favola di Cenerentola. WP_20150524_015Ma vi immaginate voi la faccia del pasticcere quando gli è stato chiesto di scrivere “Topina” sulla torta e di associare quel nomignolo ad una candelina che riportava il numero…… 37?! WP_20150524_016E si ride, ovvio direi. Ecco. E volevo condividerlo con voi. Con chi meglio di voi che così mi conoscete? Vabbè, il prossimo articolo ve lo faccio un pò più serio eh?! Abbiate fede! Intanto nel bosco continuano i festeggiamenti… Ancora per oggi, godo del potere legislativo assoluto in famiglia. Corro ad approfittarne! Un bacione a tutti!

Red Carpet alla Cipolla!

Ieri sera Mamma Topa ci chiama invitandoci a cena.

Quando Mamma Topa chiama, perchè ha fatto da mangiare, si va. Non si fanno domande. Si va. Senza indugiare.

Aveva cucinato un insieme di piatti (fantastici) appartenenti ad un’altra epoca, ma davvero buonissimi. Ora, lei insiste nel dire che le sue ricette appartenevano al ‘500, a me invece sono sembrate quasi medievali e, ad essere sincera, la parola medievale mi piace di più.

Comunque sia, Mamma Topa, che ne sa sempre una più del gatto, prendendo spunto da qualche programma culinario, e aggiungendo un pò di sana fantasia, ha creato una cena intera dedicando ogni piatto a Princess Onion ossia… la cipolla! Ma finitela di storcere sti nasi! Non sapete cosa vi siete persi; ma la cosa più bella è che ha usato più o meno tutto quello che c’era in quell’epoca, rendendo buonissimo il tutto, senza utilizzare cose strane.

Tanto per iniziare, la tavola era bandita di tutto punto e, nei bicchieri antichi, c’erano i tovaglioli di stoffa, anzichè le solite foglie di mais. Quando vedete i tovaglioli di stoffa, a casa di Mamma Topa, tenetevi forte e aprite le pance.

Allora, antipasti non ne ha fatto (e meno male, altrimenti saremmo letteralmente scoppiati), di primo invece ha preparato dei gnocchetti belli sodi, come piacciono a me, conditi in modo particolare. Da notare che i gnocchetti non erano girati sulla forchetta ma lasciati a cubetti. Ciò che li accompagnava era un insieme di quadratini di melanzana, sfoglie di cipolla e pinoli. E la prima parte di baffi è stata leccata.

Per secondo, oltre ad aver reso gai i nostri palati con un assaggio di coda in umido con patate e fagioli, ha fatto una torta di salsiccia e cipolla. Se uso il termine – buona – per questa torta la offendo, infatti, era non buona ma… meravigliosa. La gellata agli altri baffi è partita spontanea.

Ad affiancare questo tortino di pasta sfoglia, udite udite… cosa sono quei cerchietti nella foto? Da non credere, dischi di cipolla fritta con prezzemolo e non so quale altro intruglio che li ha resi spettacolari.

Come dolce, una semplice fetta di una specie di torta Margherita ma, Mamma Topa, ha ricoperto con crema e crema al cioccolato fatte da lei.

Un mangiare davvero povero se osservate gli ingredienti ma è riuscita a fare un figurone.

Tutto era davvero eccellente, credetemi, e la cipolla, che tanti non digeriscono, o che a certi può non piacere, rimane in realtà ben cotta e ottiene sapori che erano, per me, finora sconosciuti.

Insomma, ad un certo punto avevo la coda che strisciava a terra, non avevo la forza di alzarla e, il mio pancino, era così colmo che anzichè zampettare, rotolavo.

Ho mangiato divinamente e la dedica alla cipolla e l’atmosfera… medievale… han reso tutto davvero particolare.

Ora, visto che di epoche e periodi ce ne sono parecchi, mi auguro che Mamma Topa, abbia voglia di provare a farceli vivere tutti. La trovo innanzi tutto una splendida idea e soprattutto un passatempo carino e fuori dalla retorica. Fatelo anche voi con parenti e amici! Uno squit a tutti!

Mamma Topa?… Mi senti?… Mamma Topa?…

M.