Qui e là attorno a Aigovo e Carpenosa

Si arriva presto ad Aigovo e a Carpenosa, compagni da una vita. Pungenti come l’aria frizzantina che li accarezza, gentili come la pace che regna su di loro. Dal mare si tratta solo di quindici/venti minuti di strada. Sono due frazioni attorniate dai monti della mia Valle che tutti conoscono, situati subito dopo l’abitato di Badalucco.

Sopra di loro c’è San Faustino, un altro piccolo borgo che dall’alto del suo esistere, si guarda negli occhi con Glori.

Aigovo e Carpenosa, “il bivio”, dove arriva la SP 21bis, luoghi che divennero celebri qualche tempo fa, quando c’era l’intenzione di chiudere la strada per costruire una grande diga. Come raccontai in questo articolo,  venne realizzata un’altra strada, superiore, comunque utilizzata ancora oggi nonostante al lago artificiale non diedero mai il – Via! -.

Aigovo e Carpenosa, inseparabili, sono la porta di accesso per Agaggio Inferiore e, mostrando meno case di quest’ultimo, più paese. Hanno da offrire tanta natura bagnata dal Torrente Argentina che, nelle sua discesa a curve cieche, si mostra impetuoso e quasi trasparente. Molti, però, sono anche i tratti in cui si allarga, raddrizza e si mostra in tutto il suo splendore. Con i suoi fondali di ciottoli e tane, la sua sabbia grigia, i suoi massi chiari, le sue sfumature verdi come la giada.

Tanti i colori delle piante, in qualsiasi stagione, perché numerose sono le specie. E molte di loro stanno aggrappate alle rocce sotto strada.

Anche alcune dimore si trovano a strapiombo sul fiume ma non c’è molta distanza tra loro e quell’acqua fredda come il ghiaccio.

Un fiume attraversato un tempo da ponti in pietra, antichi, lunghi e stretti, oggi ricoperti dalla natura a imitare sentieri perduti nel bosco.

Qui, in questa umida conca della Valle Argentina. Passaggio obbligatorio per chi sale e per chi scende. Passaggio che collega il mare alle montagne.

Aigovo e Carpenosa, la brezza in mezzo ai monti pettinati. Le aperture del terreno, coltivate a vigna, fin dove si perde lo sguardo. Il verde vispo delle terrazze ordinate e lo spogliarsi degli alberi da frutta. Gli spazi vellutati, come prati a bordo strada.

I casoni che riportano a tempi che furono e, tutt’intorno, il creato sovrastato da un cielo limpido. Tinte bruciate al sole, spente dalla bruma, accese dalla stagione. I mutamenti della natura sono ben visibili qui, dove gli occhi possono viaggiare in lungo e in largo nei dintorni di questi luoghi, zona d’arrivo della strada antica.

I campi coltivati, il bosco selvatico e, col naso all’insù, ecco le cime dei monti che si mostrano austere e ci abbracciano. Come i cedri attorno alla piccola Chiesa di San Faustino, così chiamata proprio come la manciata di case sopra la nostra testa, sul crinale a Ovest.

Siamo a 626 mt s.l.m. e, alcuni tratti che possiamo guardare, hanno già qualcosa di selvaggio.

Qui, un sentiero che porta verso San Zan (San Giovanni) condurrà fino a Monte Ceppo, passando per Colla Bracca. Dovrò farlo un giorno questo tour e portare anche voi.

Ora, però, mi godo ancora questa pace, questa flora e questa atmosfera che solo Aigovo e Carpenosa sanno regalare. Come sanno regalare anche un delizioso torrone, proprio tipico di questi borghi. Ma questa è un’altra storia e sarà un altro articolo.

Un bacio topi!

Le vigne di Aigovo

Non possiamo certo dire di essere nelle Langhe, cari topi, ma guardate quanta meraviglia abbiamo nel nostro piccolo! Non sono forse stupende queste vigne, qui ad Aigovo? Guardate i colori, ammirate l’ordine! Che splendore!

Filari sgargianti e ben delineati. Complimenti a chi coltiva tanto ben di Dio!

Ce ne sono ovunque, soprattutto a bordo strada e, a volte, anche qualche unica pianta qua e là.

Sotto a uno splendido cielo, nell’apertura tra i monti, e lo sguardo vigile della località di San Faustino, queste vigne si mostrano in tutta la loro bellezza, riempiendo il paesaggio di foglie, frutta e profumo a seconda della stagione.

Riposano pacate osservando la Valle e le creste montuose sopra di loro. Si trovano infatti alla base di montagne che appaiono pompose, ricoperte completamente da alberi di molte specie: castagni, noccioli, roverelle, larici… Riposano nella totale tranquillità di questi luoghi.

È un piacere osservarle. Mettono di buon umore.

Sotto di loro il terreno è verde e aperto. Pianeggiante o appena scosceso.

Rametti striminziti, foglie larghe e stropicciate. Pali a sorreggere. Grappoli di varie forme e misure. Tronchi nodosi e grigi.

La strada le taglia e rende unica questa passeggiata, bella da percorrere sia a piedi che in auto.

Siamo ad Aigovo, una piccola frazione della Valle Argentina. Una meta conosciuta che apre le porte al cuore della Valle, subito dopo Badalucco. Appena sopra i 600 mt s.l.m., le vigne se la cavano ancora alla grande. E, in questa conca, spesso il clima è umido. Ma  l’ambiente è aperto e il sole ha il suo tempo per scorrere.

E quanto verde c’è! Che bellezza!

La dolcezza dei chicchi attira gli insetti e sono tante le bestioline che si possono incontrare qui, e sono anche assai indaffarate. Molte di loro sono alate e riposano lasciandosi accarezzare le ali dal venticello. Ali leggere, piccole, che iniziano a tremolare come veli.

I ragni la fan da padroni tra un filare e l’altro, possono davvero costruire splendide ragnatele. Hanno tutti gli appoggi che desiderano.

Ma anche merli e tordi non disdegnano l’ambiente e può capitare spesso di vedere un loro nido appoggiato alle vigne.

Le vigne di Aigovo, zampettando tra i colori e la pace.

Un bacetto a voi!