Signor Timo, ben arrivato!

Serpillo, Volgare, Erba peverella, Piperella, Timuriddu, Sarapodda… insomma, qualunque sia il nome attribuitogli, il Timo è conosciuto ovunque e, dal Nord al Sud, è conosciuto in mille modi diversi.

I crociati ne portavano un rametto con loro come simbolo di forza e coraggio. Il Petrarca lo immaginava ai piedi della donna amata, ricca di virtù. Per Plinio e Cesare era favoloso contro le puntture d’insetto e il mal di testa, mentre i Romani ne bruciavano le foglie odorose per profumare gli ambienti e tenere lontane bestiole come ragni e scorpioni.

Timo, con Miss Lavanda, Miss Salvia e Mister Rosmarino, formava l’aceto della panacea contro tutti i mali e, in antichità, contro le pestilenze soprattutto. Di lui si possono usare foglie e fiori e a lui non basta insaporire i nostri piatti, arrosti e soffritti.

Topi, il Timo è il disinfettante per eccellenza. Infezioni? Infiammazioni?  Timo! E’ dermopurificante, deodorante, stimolante, rinfrescante, rubefacente e revulsivo. Pensate quante doti! Ma non sono finite! Il suo oleolito, il timolo, è anche cicatrizzante ed espettorante, fluidificante e tonico. Da non credere! Ricco di vitamina B e C, acido rosmarinico e tannini, stimola il nostro sistema immunitario e rinvigorisce nei casi di stress e stanchezza fisica o psichica. Non ha controindicazioni, se non sotto forma di olio essenziale, (quello vero – che a causa di una molecola molto piccola, penetra troppo in profondità, irritando anche le mucose, e può creare problemi a chi soffre di malattie cardiovascolari o è in stato di gravidanza).

E’ una pianta prevalentemente mediterranea e sempreverde appartenente alla famiglia delle Labiatae, che nasce anche nei luoghi più impervi formando un piccolo arbusto. E’ simpaticissimo con quella sua forma a spruzzo che riveste massi interi di verde sbiadito. Ricordo con amore il terrazzo di topozia o il porticato di topononno, pieni di mazzi di timo appesi a essicare assieme a pannocchie di mais. (Che delizia le pannocchie!). I ciuffi raccolti, venivano utilizzati tutto l’anno per un’infinità di cose.

A me mette allegria. Mi allieta le giornate. Probabilmente tutte le cose che vi ho detto le conoscete già e allora, cercherò di stupirvi un po’. Ad esempio, lo sapevate che il giorno in cui il Timo profuma di più ed è più adatto alla raccolta è il mercoledì? Misteri della natura! E che purifica? Respirare il suo profumo fa bene, pensate che addirittura aiuta contro il mobbing, quando ci sentiamo accerchiati, in trappola, come soffocati da qualcosa, o meglio, da qualcuno. Ha la stessa funzione del Pino Silvestre all’interno del bosco, solo che il Pino Silvestre è al centro della vegetazione e molto alto, sovrasta su tutto, lui invece, sta tutt’intorno ed è bassissimo. Sta lì, in guardia, come a dire “Qui entra solo aria pulita!”.

Se volete imparare a raccogliere bene i fiori, senza rovinarli e senza rovinare il rimanente al suolo, allenatevi con il Timo. Vi spiego: tagliate qualche rametto di Timo e mettetelo dentro un cesto in mezzo a un prato. Se le api andranno anche nel vostro Timo raccolto, allora vuol dire che avrete permesso alla pianta di mantenere il suo DNA, il suo odore, la sua energia, la sua vita. Se le api lo ignoreranno allora avrete sbagliato qualcosa, avrete come “ucciso” ciò che avete preso. Questo vale per tutte le piante, ma il Timo è molto profumato, gli insetti lo adorano e saranno di grande aiuto per voi. A proposito di questo, leggete cosa scriveva già ai suoi tempi Virgilio, proprio a proposito delle api e del Timo (il loro rapporto è famoso):

Così all’inizio dell’estate il lavoro
per i campi fioriti affatica le api al sole,
quando guidano fuori i figli adulti della specie
o stipano il liquido miele e ricolmano di dolce nettare
le celle o ricevono il peso dalle venienti, o fatta una schiera
scacciano dalle arnie i fuchi, neghittoso sciame,
ferve l’opera, olezza il fragrante miele di timo
.

Il Timo, istancabile, simbolo della forza e dell’amore duraturo.

Allora, che dite, vi è piaciuto quello che vi ho raccontato?

Un abbraccio e usate tanto questa spezia, vi farà un gran bene!

M.

Elogio agli Ulivi

Bhè insomma, vi continuo a parlare degli Ulivi che colorano tutta la mia Valle e parecchia Liguria. E allora rendiamoli protagonisti per questa volta!

Sono loro a dare il nome alla mia Valle (molto probabilmente) proprio grazie al colore argenteo delle foglie. Sono loro ad essere il simbolo indiscusso dei miei paesi.

Si trovano nelle rotonde, scolpiti nell’Ardesia, dipinti sui muri delle case, come corona di statue ed è strabiliante vedere come tanti poeti hanno elogiato, nelle loro opere, proprio l’albero dell’Ulivo conosciuto anche come albero della pace.

Questo lo si può notare nel piccolo paese chiamato Villa Faraldi che vi ho descritto nel post precedente.

Siamo sopra il bellissimo borgo di Cervo Ligure e, in questo pittoresco paese, passeggiando per le sue viuzze, si possono leggere frasi di Virgilio, Shakespeare, Montale, Platone, appese ai muri, su lastre di lavagna.

Ogni pietra riporta un ramoscello d’Ulivo su di essa in bassorilievo e, i poeti, lo hanno reso protagonista di indimenticabili poesie.

Queste frasi immortalate per sempre, ci accompagnano in questi vicoli colorati e, leggerle, riscalda il cuore. Ti senti a casa.

Tante sono nella mia zona le strade cosiddette “dell’olio” e tanti sono gli oleifici.

Persino gli Stornelli, a milioni, vengono a trovarci in un certo periodo dell’anno proprio per potersi cibare di questi frutti dai quali ricaviamo il dorato elisir.

Questa pianta, che appartiene alla famiglia delle Oleacee, in questo periodo, sta offrendo una nuova vegetazione più chiara, non si parla ancora di fioritura ma di ripresa vegetativa dopo l’inverno.

Questo fa si che le nostre colline assumono parecchie tonalità di verde e di grigio in questa stagione per poi colorarsi di arancio durante la raccolta, a causa delle reti che gli agricoltori piazzano sotto tutta la coltivazione.

Sorprendentemente sono bellissimi gli Ulivi secolari.

Queste storiche piante del Mediterraneo, a volte storte, a volte scavate, a volte enormi, pare impongano al silenzio, alla quiete, al rispetto.

Un Ulivo può mancare come il mare per chi è nato circondato da queste piante meravigliose e longeve. Con quelle chiome, quel loro peso, quell’essere perenni.

E leggete, leggete che muse ispiratrici sono state capaci di essere. Per chiunque le abbia conosciute.

E se qui, nella Liguria di Ponente, c’è tutto questo sentimento per loro, mi chiedo cosa può aver ricevuto questa pianta in suo onore nelle altre regioni d’Italia dove la produzione di olio e la loro presenza, sono nettamente maggiori rispetto a noi. 

Un paese intero pieno di lapidi commemorative.

Un borgo bellissimo che vi ho fatto conoscere meglio perchè meritava di essere visitato.

Per ora vi lascio alla lettura di questi stralci di poesia, vi lascio a questo tripudio, a termini incisi e affettuosi da chi ha saputo, solo con le parole, rendere un omaggio fantastico.

Buon proseguimento, io vado ad aspettare di poter raccogliere due olive per  metterle in salamoia.

Ma non è finita. Di Villa Faraldi, ho ancora una cosa da mostrarvi ma non vi dico nulla, ovviamente è una sorpresa.

Un forte abbraccio, vostra Pigmy.

M.