Cari Topi, è anche giusto ch’io vi spieghi com’è Bussana Vecchia visto che vi ci mando in passeggiata (vedi ultimo post) e visto che merita.
Forse alcuni di voi conoscono già questo paesino vicino a San Remo ma attaccato ad Arma di Taggia, ma quelli che invece non sanno di cosa stia parlando, eccomi qua.
Bussana Vecchia (così come Bussana Nuova sul mare), per un
soffio, non appartiene alla mia Valle ma alla Valle Armea che è comunque collegata appunto alla cittadina di Arma (primo paese della Valle Argentina).
E’ un paese spettacolare. Ha una storia alle sue spalle ricca di avvenimenti e lunga di tanti anni ed è uno dei borghi più caratteristici che io abbia mai visto. Possiamo quasi definirla la
Saint-Paul de Vence della Liguria. Non smetterei mai di ammirarla in tutti i suoi angolini e fotografarla. Una modella senza precedenti.
La prima cosa che stupisce, in questo piccolo villaggio della provincia d’Imperia, è come è assemblato.
Arroccato su una collina con i suoi carrugi a far da labirinto.
Le sue viuzze, a ciottoli, sono un circuito quasi impenetrabile contornato da case una più particolare dell’altra, o semplicemente, avvolte dalla vite rossa, o da qualche cosa di
fantasioso appeso fuori in bella mostra.
Case di Italiani ma anche di Olandesi e Tedeschi, purchè artisti; artisti nel cuore e nel sangue.
Case costruite ancora con il meto
do romano.
Vado spesso in questo posto da che son bambina. Si mangia bene nelle uniche due osterie esistenti e la cosa che mi piace di più è che quando sei lì, sei amico di tutti.
Si mangia, si canta, si beve, tutti in compagnia, anche tra sconosciuti. In questo posto non conta l’apparenza, si va vestiti come si vuole, nessuno
giudica. Tutto, ovviamente avviene nel rispetto del prossimo e nel rispetto degli animali che, a Bussana Vecchia, sono accettati ovunque e liberi di circolare come e dove vogliono per tutto il paese. Sono i cocchi degli abitanti.
Nessun’altro invade troppo quel territorio ma si sta bene tutti insieme e, per una sera, si è coinvolti in uno stile di vita che oggi tendiamo a scostare molto da noi. Purtroppo.
E allora ti ritrovi a parlare con un inglese, o con un tedesco, o un francese senza capire nulla di quello che dicono e viceversa, ma ridi e ti diverti un mondo.
Noi della zona soprannominiamo questo villaggio “il paese degli artisti”
e, infatti, potete vedere in queste immagini, quanto è caratteristico e persino stravagante.
La caffettiera gialla, appesa al muro ad esempio, è un portacenere.
Nulla
viene lasciato al caso. Sono geniali questi bussanesi!
E che meraviglia passeggiare tra le tante botteghe di artigianato e laboratori d’arte. Botteghe colorate dai mille stili diversi con, al loro interno, tante opere.
Tutto quello che si vende è naturalmente fatto a mano ed è un pezzo unico.
C’è chi crea e propone le sue candele, le sue collane, i suoi fiori fatti di carta, le sue borse di lana cotta, le piccole sculture ma, soprattutto, a Bussana Vecchia, ci sono i pittori e i loro studioli sono piccoli negozietti dai muri spessi e la luce fioca. Pittori che arrivano da ogni parte del mondo e alcuni di loro hanno segnato
molto il paese di Bussana in modo indelebile.
Per alcuni, sono state anche dedicate delle vie e il loro nome è stato scritto su lastre di ardesia appese ai muri di pietra come quello di Peter Van Wel, nato il 28 agosto del 1946 e mancato il 5 febbraio del 2008. 
Pittori disposti a fare un ritratto, pittori che vedono quel borgo in un modo tutto loro, pittori astratti, realisti, cubisti.
Ma l’arte trapela ovunque in questo borgo senza tempo, dove nemmeno gli orologi hanno più le lancette. Un tempo che si è fermato e regna
sovrano.
E tu ti giri, ti guardi intorno e, oltre alle tele dipinte, scopri i mosaici. Sono i mosaici fatti di cocci e di specchi rotti che riflettono la tua immagine più volte e da ogni lato.
Il Museo “Il Giardino tra i Ruderi”, i cesti di vimini, il ferro battuto,
il legno intarsiato. Ogni cosa.
E a Bussana non manca nemmeno uno dei più grandi venditori di bonsai della provincia. Li crea, li cura, li fa nascere e realizza opere straordinarie, veri giardini e
boschi in miniatura. E se si va, nella giusta stagione, si possono ammirare addirittura i piccoli alberi con i microscopici fruttini attaccati.
Quello che però attira maggiormente l’attenzione del turista è l’andare a visitare la Chiesa, anzi le due Chiese, semi-crollate durante il terremoto del 23 febbraio del 1887, un mercoledì delle ceneri. Un terremoto che ha raso al suolo l’intera collina. Sono
rimaste in piedi soltanto le pareti esterne degli edifici religiosi e i campanili che dominano su tutto il paese, il resto, si è frantumato, uccidendo, ahimè, parecchie persone che stavano proprio seguendo la messa in quel mentre.
Ancora oggi, guardando ciò che è rimasto, si provano dei brividi. Essere al centro di queste mura e poter guardare il cielo sopra di noi pare impossibile.
Esserci “dentro” e calpestare l’erba alta sembra fantascientifico.
Su alcune pareti, delle scritte. Sigle di giovani che han voluto mettere la loro firma.
Dentro ad una delle due chiese ci sono delle strutture che mantengono in piedi i muri laterali e un cancello non ci permette di entrare. E’ tutto pericolante.
Ancora si possono vedere gli affreschi da quel che rimane. Il rosso, il viola, l’azzurro, traboccano da storiche pareti che se
mbrano di gruviera. Ancora si può notare dove c’erano l’altare e l’oratore e si vedono le nicchie dei Santi e le acquasantiere.
Una di queste Chiese, la più grande, è dedicata alla Madonna delle Grazie e rinnovata in stile Barocco ne
l 1600 ma, prima, questa struttura era Medievale e nominata di Sant’Egidio, realizzata pensate, nel lontano 1404.
Anche il Castello, ormai del tutto in rovina, appartiene a quell’epoca. 
Bussana, come gli altri paesi del mio territorio, apparteneva alla Repubblica di Genova che governava questo splendido posto. E Genova aveva visto bene rubandola alla Corte di Ventimiglia.
Ogni angolo di questo piccolo paese è un’opera d’arte, è tutto da fotografare e fa impressione pensare che, nel 1894, si spopolò del tutto rimanendo un paese fantasma per più di cinquant’anni.
Ed è proprio a causa di qu
esto terremoto che venne poi costruita un’altra Bussana, Bussana Nuova, giù al mare.
Ma voglio ancora soffermarmi davanti alle Chiese. Voglio rimanere ancora un po’ qua, sotto a questo cielo terso e raccontarvi di loro.
Sono grandi opere meravigliose, spero che le immagini rendano quello che vorrei farvi capire.
Ogni casa, a prima vista mezza
distrutta, è in realtà la culla della fantasia di chi ha deciso di abitarci e, qui dentro, anche se nessuno più ci vive, la fantasia galoppa felice.
E io mi sento piccola. C’è una brezza leggera. Una brezza come quel giorno maledetto che ha inghiottito con sè tantissime anime; ma, quel giorno, avevano raccontato i superstiti, quella brezza diventò presto un vento forte e violento. Sospiro e continuo il mio tou
r.
Vado a cercare altri angoli caratteristici per voi ma, qui, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Tutti mi salutano. Sono simpatici. Hanno le loro regole e si aiutano l’un con l’altro, sono molto uniti. Sono come una grande Comunità. Scordatevi di veni
re qui e pensare di poter dettar legge, il loro regolamento ce l’hanno già e, alla base di tutto, c’è la libertà.
A Bussana Vecchia infatti non giudicano nulla,
non guardano i tuoi vestiti, la tua auto, la tua pettinatura, notano solo cosa apprezzi di loro, del loro fare e del loro paese. O per lo meno, di quello che ne resta, che hanno comunque saputo mantenere, o forse addirittura trasformare, in un mondo a sè.
Vedete, magari notano se rimanete indifferenti davanti a un cancello come questo, che è poi una porta d’entrata fantastica, o uno scorcio così bello, perchè no… non si può far finta di niente.
E qual’è il più bell’angolo? Boh! E’ impossibile scegliere.
Come è impossibile non
notare i vari dettagli: i merletti sui lampioni, le gargoyle, strane statue che richiamano il diavolo. Dentro ai muri, un po’ nascoste, sembrano osservare.
Bussana Vecchia, rimasta senz’ac
qua, senza luce, senza gas, con la luminosità soltanto della sua magia e i suoi 66 abitanti.
Bussana Vecchia a 200 metri sul mare.
E tutto scorre e tutto sembra essersi fermato in questo piccolo paese che persino l’Autostrada dei Fiori indica come località turistica e bella da vedere. Dove c’è aria umida e fresca. Dove una sedia, un pezzo di legno, un tubo di ferro, diventano un’architettura particolare, un’opera d’arte.
Questa è Bussana
Vecchia e a chi non l’ha mai vista co
nsiglio vivamente di venirla a visitare. Ne rimarrà entusiasta. Verrà a visitare il più bel paese sulle colline rocciose di San Remo, fondato in antica Epoca Romana, con l’originario nome di Armedina, simile alla Valle che la ospita.
Spesso colpita e saccheggiata dai Longobardi a monte e dai Saraceni dal mare, ha saputo tener duro e, questo piglio, questa dignità, ancora si notano, si percepiscono.
Una terra circondata da terrazzamenti colmi di Ulivi e Agrumi, una terra che fino a poco tempo fa ospitava piccoli allevamenti di bestiame. Una terra che viveva di se stessa, come ora, ma in modo divers
o.
Mi auguro che questa passeggiata che vi ho fatto fare in un’entroterra che non è mio, per un solo soffio, vi
sia comunque piaciuta. Spero di avervi fatto sognare, di avervi fatto respirare quest’amosfera e di avervi portato là, in quel paese in cui tutto scorre ma, il tempo, sembra essersi fermato.
Un bacione a tutti, la vostra Pigmy.
M.
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