Luoghi magici – Dalla Bassa di Sanson a Testa della Nava

La Bassa di Sanson (in francese – la Baisse de Sanson) è un luogo molto bello della mia Valle. Le fa da cornice.

Si tratta di un pianoro situato tra le più alte vette che mi circondano, in grado di offrire una natura e un panorama splendidi.

L’ho nominato anche in lingua francese perché, qui, siamo in terra di confini. Siamo infatti molto vicini alla Francia e, soprattutto, siamo vicini a Cima Marta montagna che divide la Valle Argentina dalla Valle Roja.

In questa zona molti Larici e molti Sorbi ricoprono, con le loro altezze, tantissimi fiori e lo sterrato, percorribile con topo-mobili adatte, passa in mezzo ad una natura assai rigogliosa.

Oggi però, partendo proprio dalla Bassa, vi porterò in un luogo bellissimo ma attraverso un sentiero e non percorrendo la carrareccia che tutti conoscono. Sarà un sentiero fatto di curve che ci regalerà la presenza di molti uccellini, piante, funghi, fiori e conifere.

Partiamo da 1.679 mt e saliamo ulteriormente, perché andiamo a Testa della Nava, a 1.939 mt, ritrovandoci ancora più vicini a Marta o Cime de Marte.

Di certo non voglio fare quella che parla due lingue Topi, il fatto è che qui siamo sul confine tra Italia e Francia come vi dicevo. Un tempo questo territorio era tutto italiano ma è poi passato alla Francia, dopo il trattato di Parigi del 1947, mantenendo come “capoluogo”, se così si può chiamare, La Brigue, la cittadina più grande di queste zone che noi, oggi, vedremo dall’alto.

Continuando per questo sentiero si può anche raggiungere proprio Cima Marta (2.138 mt) ma noi ci fermeremo prima questa volta. Ci fermeremo dove risiedevano i cannoni che venivano usati su Marta e sui suoi Balconi, dove, ancora oggi, tra bunker e baraccamenti esistenti, possiamo ritrovarci nel teatro di un passato militare e storico che ci riguarda. Tranquilli, vi prometto che vi porterò su Marta ma in un secondo momento.

A Testa della Nava venivano depositate nuove armi e munizioni, le quali si trasportavano poi alle caserme, o nelle casematte, per essere utilizzate dai soldati.

La Bassa di Sanson la si può comodamente raggiungere sorpassando l’abitato di Realdo e proseguendo per la strada semi asfaltata che porta al Pin e anche a Collardente dove di asfalto non ce ne sarà più neanche l’ombra.

Sarà facile, mentre si sale, scorgere Poiane indaffarate a cacciare che svolazzano in quel cielo meraviglioso.

Una volta lasciata qui la vettura si può proseguire a piedi per un percorso che si congiunge poi a una via più larga e diventa percorribile anche alle auto (sempre quelle adatte ovviamente).

Tra una rigogliosa vegetazione è possibile intravedere i primi antichi baraccamenti in pietra.

Proprio nei pressi di questa congiunzione, la piazzola che si forma è spoglia di alberi e il sole batte forte permettendo a diversi fiorellini prativi di nascere e nutrire una vasta quantità di insetti.

Gli alberi attorno, poco fitti, sono un ottimo habitat per diversi uccelli perché donano protezione ma permettono anche la libertà del volo. Si possono incontrare quindi Tordelle ma soprattutto Crocieri, uccelli davvero particolari, dal becco ricurvo e forte in grado di spaccare anche i gusci più duri di alcuni frutti.

Una coppia di questa specie, scientificamente chiamato Loxia curvirostra, mi affascina moltissimo e resto parecchi minuti a guardarla. Si baciano, si scambiano il cibo, si osservano… sono davvero innamorati!

La femmina, che potete vedere qui da sola in queste immagini, è di colore grigio maculato, meno colorata del maschio che invece sfoggia una bella livrea dalle tinte arancioni ma sono entrambi bellissimi.

Il sentiero continua pulito al di sotto di quelle sacre conifere e circondato da erba alta che crea un bel sottobosco spumeggiante.

Di tanto in tanto, grandi mucchi di Epilobi, alti fiori color fucsia che possono addirittura raggiungere i 150 cm di altezza, rendono quel luogo ancora più magico. Sembrano nuvole rosa e viene voglia di tuffarsi in mezzo a loro.

In questo periodo si stanno trasformando. I petali lasciano il posto a semi leggerissimi e piumosi come soffioni, i quali si distaccano dalla pianta e volano lontano permettendo a nuovi Epilobi, in futuro, di nascere. Quanta meraviglia!

Si iniziano a vedere diversi monti francesi e quei profili, seppur lontani, regalano stupore.

Ma continuiamo l’ascesa.

Sono monti grigi, sfumati di azzurro. Sono monti nudi, aspri, austeri e si ammirano con la bocca spalancata.

Sono monti attaccati uno all’altro a creare un paesaggio alpino incredibile.

Si può scorgere anche un pezzo della famosa “Alta Via del Sale” che conduce a Limone.

E’ come comprendere cosa significhi davvero la parola – Montagna -!

Voltandosi invece verso Est è possibile lasciarsi stupire dai monti più verdeggianti della Valle Argentina come il Monte Frontè e il Saccarello che, pur essendo un monte severo, regala la vista dei suoi pascoli e dirupi erbosi.

Da qui, ritornando a Ovest con il muso, si può già notare La Brigue, giù nel vallone, e il grande bunker di Tenda che, solitario, rimane ben visibile su un pianoro.

Sarà tutto questo che si vedrà ancor meglio da Testa della Nava e quindi proseguiamo ma ormai siamo vicinissimi.

I boschi di Larici iniziano a diradarsi e a lasciare il posto a praterie splendide. Le stesse che continuano verso Marta divenendo sempre più ampie e capaci di regalare il senso di immensità.

Uno degli ultimi alberi dona la presenza delle comuni “faccette” realizzate su pietra e posizionate qua e là per tutta la Valle. Sono ormai un emblema dei miei luoghi.

A Testa della Nava una sosta è d’obbligo per poter assaporare con gli occhi e con il cuore tutta quella bellezza. C’è bellezza intorno alle nostre zampe ma anche verso l’orizzonte se alziamo il muso per guardar lontano.

Ovunque, lo sguardo incontra splendore.

Mentre la radura mi accoglie, un’altra zona boschiva si presenta con la sua fitta macchia davanti a me. Sarà breve. Lascerà poi il posto ai prati incontaminati e vasti di cui vi accennavo prima. Prati che vedrete presto.

Approfittiamo per riposarci un po’ ma poi, come vi ho anticipato, si ripartirà per raggiungere la Cima delle cime. La Regina di questa zona. Marta. Un tempo conosciuta come Monte Vacchè.

Ora state qui tranquilli, io vi mando un bacio pieno di entusiasmo e vi aspetto per proseguire.

A presto! Squit!

Dalle Caserme ai Balconi… di Marta

Quando si arriva alle Caserme di Marta, come vi ho raccontato in questo articolo qui https://latopinadellavalleargentina.wordpress.com/2020/03/07/dal-monte-grai-a-cima-marta/ si può proseguire arricchendo ulteriormente la nostra giornata e vivere la magia di luoghi che raccontano di un nostro lontano passato e tanta storia di vicende militari.

Ma si possono anche ammirare una natura incredibile e monti che conosciamo bene da un’altra prospettiva davvero affascinante.

Perciò, da queste antiche caserme, chiamate anche “le casermette” ci dirigiamo verso Cima Marta e i Balconi di Marta.

Camminando nella bianca neve, facendo attenzione in certi tratti a non scivolare, in quanto si avanza su pendii che scendono netti ma non sono pericolosi, si ammira un paesaggio fantastico. Potrebbero essere utili le ciaspole.

Il candore della Bianca Signora è accompagnato da quello delle nubi che avanzano seguendo il vento, come a voler divorare quelle vecchie costruzioni, o si placano formando un mare di vapore denso e pomposo.

Il sentiero va in piano, non si fa nessuna fatica a percorrerlo e si passa in mezzo a distese infinite di bianco abbagliante.

Dopo aver rosicchiato diversi metri, possiamo già notare in lontananza, di fronte a noi, il grande rifugio dei Balconi.

Interessanti, alla nostra destra, sono anche i bunker che spuntano come cupole in mezzo a quel manto ghiacciato.

Si tratta di bunker costruiti dagli Alpini e, su questo belvedere, godono di un territorio meraviglioso attorno a loro.

Anche per giungere a queste fortificazioni sotterranee abbiamo percorso un’ex carrareccia militare che in estate è circondata da un verde vivace e onnipresente.

Tali fortificazioni sono state costruite poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Io non ci sono ancora entrata dentro ma, ovunque, si legge che costituiscono l’interno dell’intera montagna.

Dopo essermene presa una vista di questi funghetti di pietra e aver ammirato anche i monti francesi dietro di loro, desidero voltarmi per ammirare quelli che ho nel cuore.

Ho appena sorpassato il Monte Grai ma da qui posso ben vedere anche il Monte Pietravecchia, un po’ barbuto, e il Monte Toraggio totalmente glabro. Il Pietravecchia sembra un vero colosso ma il Toraggio appare più aspro di lui.

Su quest’ultimo è ben visibile un tratto dell’Alta Via dei Monti Liguri chiamato Sentiero degli Alpini che suscita in me ricordi bellissimi riguardanti la mia escursione su questa appuntita montagna che adoro. Si tratta di un cammino anche pericoloso nei punti in cui è molto stretto e senza protezioni a valle. Completamente scavato nella roccia, risulta molto suggestivo e offre panorami indescrivibili.

Dietro di me, invece, si innalza ovviamente Cima Marta, dai dolci pendii.

La pace regna sovrana qui dove mi trovo e tutto è ovattato dalla neve che mi circonda che è come bambagia.

Le Conifere colorano di chiaro e di scuro il territorio creando una sorta di tridimensionalità. Lo sguardo si allunga e può veder lontano.

E’ da parecchio che cammino nel gelo quindi ora posso proprio decidere di tornare in tana e scaldare le zampe che però, grazie ai miei amatissimi scarponi, sono belle calde. Come sapete vi consiglio sempre la giusta attrezzatura per certe escursioni.

Scendo ritornando alle casermette e di nuovo vedo nuvole venirmi incontro.

Voi potete restare ancora un po’ qui ad ammirare questa bellezza. Spero vi sia piaciuto questo belvedere dei Balconi di Marta.

Io vi saluto e vi do’ appuntamento per il prossimo tour.

Un bacio alpino a voi!